How not to Write like Cicero: Pridie quam in exilium iret oratio
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/4664Abstract
Il contributo offre una rilettura della breve orazione pseudo-ciceroniana Pridie quam in exilium iret, che appare spesso in prima posizione nei codici che tramandano le orazioni post reditum. Sviluppando temi e metodi che sono già parte della storia interpretativa del testo, il saggio cataloga passaggi di opere ciceroniane e non-ciceroniane ai quali l’autore fa riferimento, confrontandone l’elenco con i testi scolastici dell’epoca. Le differenze tra queste due liste portano ad una riflessione su altre idiosincrasie non-ciceroniane presenti nell’orazione, tra le quali le clausole metriche, la presenza di molteplici destinatari, l’anonimità di Clodio, i riferimenti a Cicerone in terza persona, l’uso dell’iperbato. Questo esame del contesto scolastico e dello stile del testo permette al lettore di intravedere nell’autore uno studente che volutamente, se non perversamente, compone un discorso contraddistinguendolo in reazione alle limitazioni imposte dalle pratiche declamatorie vigenti nelle scuole dell’epoca.
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