Amicitia and caritas in the 7th Century: Isidore of Seville and His Sources
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/2507Abstract
Riassunto: Nel presente contributo viene studiata la ricezione del Laelius ciceroniano nelle sententiae di Isidoro di Siviglia (nello specifico, 3, 28-32), che offrono l’unica concettualizzazione teorica dell’amicitia, intesa come forma di relazione interpersonale, tra il VI e il VII secolo d.C. In questo periodo, era regolarmente usato il termine caritas per indicare il piano delle relazioni sociali. Costituisce allora il focus di questo studio il seguente interrogativo: come è stato reintegrato il concetto classico di amicitia nel pensiero cristiano della Spagna romano-barbarica di VII secolo? L’articolo cerca di dimostrare che la questione della vera unità, all interno dell amicizia, costituisca un tema centrale di riflessione per Isidoro di Siviglia: egli rivaluta il modello di stampo patristico, che consisteva nel fondare l’amicitia sulla caritas e che, inoltre, era interpretato sia come principio di un retto comportamento verso il prossimo sia come terreno di intesa comune, religiosa e politica, per la gens Gothorum. Isidoro tenta così di correlare i rapport personali di amicizia con la nozione di carità che regola e rinsalda le relazioni sociali. Ciò contribuisce a spiegare perché egli rivolga attenzione all’ideale di amicizia presentato nel Laelius. In ultima istanza, lo studio si propone di illustrare la ragione per cui Isidoro si serva, per scrivere i capitoli sull amicizia, di citazioni e di allusioni tratte dal Laelius. In questo senso, nel testo, in ossequio ai principi che regolano la scrittura della tarda antichità, si innesta una trama di riferimenti, tra i problemi riguardanti l’unità e le relazioni nella Spagna visigotica del VII secolo e il testo consegnatoci dalla tradizione.
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