Eternità e demiurgia. Cicerone interprete del Timeo

Autori

  • Selene I. S. Brumana Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.13135/2532-5353/10908

Abstract

L’articolo affronta l’interpretazione della figura demiurgica nel Timaeus ciceroniano, prestando attenzione alla nozione di eternità. In particolare, si esaminano Tim. 20-21 e 27, dove l’eternità è ora conferita al Demiurgo ora omessa. Si
considera anche nat. deor. 1, 18-21, passo significativo per la polemica contro l’eternità demiurgica. La disamina di aeternus e sempiternus nel Timaeus contribuisce a illuminare la prospettiva di Cicerone sullo sfondo della filosofia ellenistica.

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Biografia autore

Selene I. S. Brumana, Sapienza Università di Roma

Selene I. S. Brumana (seleneiris.brumana@uniroma1.it) è attualmente Assegnista di ricerca in Storia della filosofia antica presso Sapienza Università di Roma. Formatasi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova. Ha svolto attività di ricerca all’estero (Université de Rouen Normandie; Research Centre for Greek Philosophy, Academy of Athens; Universität Trier). I suoi studi vertono principalmente sulle tradizioni platonica e aristotelica e sulle scuole di età ellenistica e romana. Fra le sue pubblicazioni: la monografia La scienza del divino nel Περὶ κόσμου ps.-aristotelico (Vita e Pensiero, Milano 2023); la traduzione italiana, con commento, delle  dissertazioni di Massimo di Tiro (Bompiani, Milano 2019).

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Pubblicato

2024-06-30

Come citare

Brumana, S. I. S. (2024). Eternità e demiurgia. Cicerone interprete del Timeo. Ciceroniana On Line, 8(1), 221–244. https://doi.org/10.13135/2532-5353/10908