Lo strano caso dei manoscritti Pierpont M497 e Balliol College 248D nella tradizione del Lucullus di Cicerone

Autori

  • Stefano Rozzi Société Internationale des Amis de Cicéron

DOI:

https://doi.org/10.13135/2532-5353/10901

Abstract

Partendo da alcuni sospetti circa delle anomalie rilevate nella tradizione manoscritta dei codici recentiores del Lucullus di Cicerone, si prova a dimostrare l’efficacia del foglio di calcolo come strumento per l’individuazione dei loci problematici. Per mezzo di poche formule si circoscrive il problema a un ridotto intervallo di paragrafi e si procede poi con una collazione mirata. Si scopre così che i manoscritti Ball e Corv, da sempre collocati all’interno di una precisa famiglia, sono invece frutto di due antigrafi appartenenti a due rami differenti della tradizione dell’opera ciceroniana. Il sistema che sfrutta le potenzialità del foglio di calcolo si dimostra quindi efficace e funzionale per l’ecdotica.

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Biografia autore

Stefano Rozzi, Société Internationale des Amis de Cicéron

Stefano Rozzi (stefanorozzi91@gmail.com) nato a Torino nel 1991, ha conseguito il dottorato in filologia classica presso la Katholische Universität Eichstätt-Ingolstadt. Dal 2019 è segretario generale della SIAC e collabora in alcuni progetti con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Torino. Attualmente è docente di ruolo di lingua e letteratura italiana e latina presso il Liceo Classico e Linguistico di Modena. Il filone principale di ricerca è la storia e la letteratura militare romana e greca, cui affianca l’interesse per la filologia digitale
applicata allo studio dei manoscritti ciceroniani.

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Pubblicato

2024-06-30

Come citare

Rozzi, S. (2024). Lo strano caso dei manoscritti Pierpont M497 e Balliol College 248D nella tradizione del Lucullus di Cicerone. Ciceroniana On Line, 8(1), 85–120. https://doi.org/10.13135/2532-5353/10901