Vol. 14 No. 3 (2014)
Articoli

Medicina degli schiavi e dei liberi

Published January 23, 2015
Keywords
  • complexity,
  • reductionism

Abstract

Secondo Platone, esistono due tipi di medicina: quella adatta agli schiavi per i quali è sufficiente eliminare i sintomi, dato che essi devono tornare quanto prima al loro lavoro e la medicina per gli uomini liberi, attenta non solo ai sintomi ma anche all’anima e ai rapporti familiari del malato. La medicina moderna, dominata dalla tecnologia, rischia ad assomigliare alla medicina degli schiavi. Perché anche la medicina moderna sia una vera medicina del corpo e dell’anima è necessario preparare i futuri medici con una formazione attenta ai seguenti punti:
1. estrema complessità dell’atto medico;
2. un metodo didattico meno legato dal carattere paradigma riduzionistico;
3. formazione attenta al non solo sul modello ospedaliero ma anche su quello ambulatoriale;
4. maggiore didattica fondata sul malato (metodo) anziché sulle malattie (conoscenze di patologia).
È inoltre necessario abbandonare nella didattica, il presupposto paradigma di “razionalità assoluta” dell’individuo, caratterizzato da: infinita capacità di raccogliere informazioni su una determinata scelta; capacità di elaborare le informazioni istantaneamente e capacità di calcolare la soluzione ottimale al problema che deve affrontare. La razionalità umana è invece caratterizzata da: limitata capacità di raccogliere ed elaborare informazioni; impossibilità di disporre di tutte le opzioni di scelta; incapacità di calcolare le conseguenze di ogni opzione di scelta da cui la necessità di ricercare le scelte soddisfacenti piuttosto che le scelte ottimali (paradigma della “razionalità relativa”).
Se la moderna didattica della medicina vuole veramente formare medici “per i liberi” deve avere come principale obiettivo il fare di ogni medico un clinico, una persona, certamente molto esperta di nozioni patologiche ma capace anche di individuare i molteplici e spesso diversi problemi di salute del malato, valutandoli nella loro globalità, e di stabilirne una priorità di intervento, in base a criteri di gravità, d’urgenza e disponibilità di trattamenti efficaci.