«A Napoli tutti fanno i cantanti e i peggiori lo fanno per professione». La pirateria musicale come sogno (e incubo dell’industria musicale)
Abstract
Il contributo prende in esame la diffusione della musica nei contesti urbani come espressione di un'industria culturale alternativa [Pine, 2013]. Il caso di studio è rappresentato dal marchio Mixed by Erry creato a Napoli dai fratelli Frattasio alla fine degli anni Settanta e diffuso attraverso un modello imprenditoriale totalmente illegale. Il marchio è stato responsabile per più di 25 anni di un flusso di vendita di 40.000 audiocassette musicali false al giorno beffando i dispositivi legali relativi alla tutela del diritto d’autore.
Produttori e creatori di una specifica estetica musicale (mash-up, parodie e turntablism), la famiglia Frattasio viene riconosciuta come benefattrice perché fornisce lavoro, buon trattamento economico, assistenza legale e sanitaria agli individui che lavorano per il marchio e alle loro famiglie. Il successo delle cassette pirata prodotte a Napoli colloca quest’area del Mediterraneo in un più ampio processo di globalizzazione accanto a Bulgaria, India, Cina, Africa sub-sahariana, Brasile [Wallis and Malm, 1984; Manuel, 1993; Baumgärtel, 2015]. Insieme queste aree hanno condiviso la pratica della contraffazione, le più moderne tecnologie per realizzarla e la nascita di una nuova coscienza del fare musica prima della diffusione della prassi del file sharing. Questa ricerca è il soggetto del film omonimo per la regia di Sydney Sibilia [2023, Rai Cinema/Netflix].
Parole chiave: cassette culture; pirateria musicale pre-digitale; diritto d’autore; etnografia dei suoni urbani; sostenibilità ambientale e coesione sociale
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