Alterità e marginalità nella letteratura tedesca tra Settecento e Ottocento
Abstract
Situata al confine tra letteratura e musica, la poetica di Schumann è discendente diretta della cultura romantica, assimilata attraverso la produzione di Goethe, E. T. A. Hoffmann e soprattutto dell'outsider Jean Paul Richter. L’amore per il frammento, la tensione verso l’inesprimibile, la ricerca della linea di confine tra genio e follia sono costanti che Schumann trae da questi autori e che fa confluire nella produzione liederistica.
Alterità, ovvero apertura e curiosità verso forme culturali lontane dalla propria, e marginalità, ovvero attenzione alle zone d’ombra popolate da figure eroiche votate al tragico e fallimentare scontro col destino, sono caratteristiche tipiche della cultura tedesca di cui Schumann si nutrì. Suo è anche l’anelito costante verso il raggiungimento della felicità, che la cultura illuministica aveva da tempo sancito come diritto del genere umano.
On the border between literature and music, Schumann’s poetics descends from Romantic culture, assimilated through the legacy of Goethe, E. T. A. Hoffmann and above all Jean Paul Richter, a sort of outsider. The use of fragmentary forms, the search for the inexpressible and for the borderline between genius and madness are all constant factors that Schumann draws from these authors and transports into his Lieder. Alterity, curiosity towards foreign cultures, and marginality, that is interest in those ‘shade areas’ crowded with heroic figures fighting a tragic battle with their destiny, are typical features of the German culture in which Schumann was born.
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