Source Studies as source of inspiration: what can performers learn from Bach’s autograph manuscript of 'The Well-Tempered Clavier I'?
Abstract
Questo articolo analizza l’autografo in bella grafia del Clavicembalo ben temperato, Libro I (WTC I), realizzato da J. S. Bach nel 1722 e conservato presso la Staatsbibliothek zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz. Sebbene questo manoscritto sia spesso considerato una versione autorevole, gli studiosi hanno dimostrato che Bach vi tornò frequentemente nel corso dei due decenni successivi. Le sue revisioni suggeriscono che la copiatura non fu un mero atto meccanico, bensì un’estensione del processo creativo, un’opportunità per riconsiderare e perfezionare le proprie idee artistiche. Analizzare la natura di queste modifiche permette di approfondire il pensiero compositivo di Bach e offre ai musicisti spunti preziosi per un’interpretazione storicamente informata.
Oltre alle revisioni, lo studio prende in esame anche le abitudini notazionali di Bach, che rivelano aspetti delle sue intenzioni musicali non immediatamente evidenti. I manoscritti, in quanto oggetti materiali, riflettono non solo il loro contenuto musicale, ma anche le convenzioni, le priorità e le tendenze inconsapevoli dei loro autori. Lo studio delle legature delle crome riportate da Bach mette in luce aspetti finora trascurati del suo processo di scrittura, offrendo indizi su questioni centrali nell’interpretazione come l’articolazione, il fraseggio, il tempo e persino il carattere espressivo da lui concepito per ciascun brano. Questi risultati forniscono un ulteriore livello di informazioni ai musicisti desiderosi di conoscere in maniera più approfondita la musica di Bach.
L’indagine sistematica delle revisioni e della notazione bachiana si dimostra in che misura lo studio dei manoscritti possa colmare il divario tra la ricerca storica e la prassi esecutiva. Confrontandosi con le tracce materiali lasciate da Bach, gli interpreti possono sviluppare una comprensione più profonda del suo pensiero compositivo di Bach, arricchendo la propria interpretazione secondo modalità che vanno oltre la tradizionale analisi testuale. Riconoscere la relazione dinamica che si instaura tra notazione, esecuzione e intenzione artistica in divenire, infatti, permette di riaffermare il valore degli studi sui manoscritti nella prassi esecutiva storicamente informata.
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