Monitoraggio e analisi delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-392X/5808Abstract
Con la diffusione della pandemia da COVID19 si è resa necessaria l’adozione di misure di prevenzione e protezione per il contenimento del virus nei luoghi di lavoro, vista anche l’esigenza da parte delle aziende economiche e produttive di riprendere l’attività al più presto.
Durante la Fase 2 sono stati resi disponibili protocolli nazionali e internazionali aggiornati, di riferimento procedurale, organizzativo e tecnologico volto a minimizzare la probabilità di contagio tra lavoratori per un rientro controllato.
L’obiettivo di questo studio è quello di osservare e valutare tramite lo sviluppo di un sistema di monitoraggio, sia in termini qualitativi che quantitativi, l’applicazione delle misure di prevenzione indicate nei protocolli e nelle linee guida nazionali e internazionali nelle attività della Regione Piemonte ed individuare possibili segnali di allerta.
Lo studio ha preso l’avvio con la somministrazione a professionisti con responsabilità nel campo della sicurezza del lavoro di una check-list, elaborata sulla base dello studio e del confronto preliminare dei documenti di indirizzo sia nazionali che internazionali.
Sono state compilate 24 check-list, prevalentemente di aziende della provincia di Torino con dimensioni e settore produttivo molto differenziati. Da quanto descritto si evidenzia una bassa applicazione o un’applicazione diversa da quanto ci si aspettava su alcune misure inerente: agli spazi comuni, all’informazione, alla gestione del personale esterno, alla misurazione della temperatura corporea, alle entrate/uscite scaglionate e alla divisione del personale in squadre. Sono anche proposte misure aggiuntive a quelle prescritte.
I risultati ottenuti con le check list ci hanno permesso di elaborare una traccia di discussione sulla base della quale abbiamo condotto 7 interviste semi-strutturate a due gruppi di tecnici della prevenzione che si occupano di sicurezza negli ambienti di lavoro: un gruppo composto da esperti che si occupano di vigilanza (n. 3 persone) e l’altro composto da professionisti che hanno ruolo di progettazione, organizzazione e gestione negli ambienti di lavoro (n. 4 persone). Agli intervistasti sono stati richiesti anche considerazioni e riflessioni sulle situazioni più critiche emerse dalla compilazione delle check-list arricchite dalla loro esperienza professionale sul campo.
Tutti gli intervistati concordano sull’utilità dei protocolli specialmente nella prima fase della pandemia anche se tutti riferiscono che le indicazioni debbano essere adattate alla realtà specifica (recepimenti nel DVR e nei DUVRI). È segnalata anche la mancanza di chiarimenti sui termini utilizzati nei protocolli.
Le risposte fornite ci hanno mostrato, come ci si poteva aspettare, che molte misure inerenti agli spazi comuni ad esempio, hanno trovato difficoltà di applicazione per motivi economici, di gestione e organizzazione soprattutto nelle aziende di piccole dimensioni.
È evidenziato una forte diminuzione della percezione della gravità del rischio da parte dei lavoratori che ha influito pesantemente sui comportamenti individuali anche a causa del “bombardamento” mediatico non sempre in linea con le prescrizioni contenute nei protocolli. È quindi segnalata la necessità di interventi di formazione mirati sulla modificazione degli stili di vita.
Figura centrale per garantire l’evoluzione dei protocolli da disposizioni generali a vero strumento di prevenzione è il TPALL per la specificità del suo ruolo professionale. È anche evidente che il tecnico della prevenzione si deve porre il problema dei cambiamenti dei comportamenti e degli stili di vita fondamentali per mantenere nel tempo il livello di guardia sui rischi.
Inoltre, il Tecnico della Prevenzione oltre che a essere la figura demandata a far applicare i protocolli e/o le norme emanate dagli organi di governo non può esimersi dall’analizzare e valutare l’efficacia delle misure adottate, delle criticità relative e delle possibili integrazioni anche utilizzando strumenti di indagine quali quantitativi costruiti ad hoc.