Costanza Boccadoro, ricercatrice nel laboratorio di Camillo Golgi a Pavia
DOI:
https://doi.org/10.13135/2724-4954/11024Parole chiave:
Costanza Boccadoro, laboratorio di Patologia Generale e Istologia di Pavia, Camillo Golgi, rapporto tra donne e scienzaAbstract
L’indagine sulle vicende professionali individuali può apportare un contributo significativo alla spiegazione del complesso intreccio di ostacoli ed opportunità che ha caratterizzato, nel nostro Paese, la progressiva inclusione delle donne nella medicina tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
In tale direzione si colloca la ricostruzione della biografia di Costanza Boccadoro, ricercatrice nel laboratorio di Camillo Golgi all’Università di Pavia. All’inizio del XIX secolo, il centro di ricerca di Camillo Golgi era diventato famoso a livello internazionale; un polo di grande attrazione per studenti e scienziati. Costanza Boccadoro ha frequentato il laboratorio dapprima come studentessa e successivamente come assistente, nell’ultimo periodo di attività sperimentale del grande scienziato. Per molti anni la dottoressa Boccadoro ha conciliato la ricerca di laboratorio con l’attività di docenza, l’attività clinica, la formazione continua e l’impegno sociale. Con il conseguimento della specializzazione in pediatria ed in particolare dopo il matrimonio, ha scelto di dedicarsi esclusivamente all’attività clinica nell’ambulatorio pediatrico aperto nella sua città di residenza, Lodi. La ricostruzione della vita accademica e professionale di tale ricercatrice ha rivelato un profilo di valore scientifico e deontologico tale da offrire interessanti spunti di riflessione utili anche all’indagine sull’attuale rapporto tra donne e scienza.