Anatomisti del XV-XVI secolo a Verona. L’eredità medica e umanistica di Gabriele Zerbi, Alessandro Benedetti e Marco Antonio Dalla Torre

Authors

  • Sara Patuzzo Manzati Università degli Studi di Verona
  • Nicolò Nicoli Aldini Università degli Studi di Verona

DOI:

https://doi.org/10.13135/2724-4954/12896

Keywords:

History of Medicine, History of Anatomy, History of Medical Ethics

Abstract

Nel periodo storico immediatamente precedente l’avvento dell’anatomia moderna con Andrea Vesalio (1514-1564), tre anatomisti veronesi di cui tratta questo articolo si distinsero per il contributo apportato alla scienza anatomica: Gabriele Zerbi (1445-1505) sostenne l’importanza del “metodo manuale” nella dissezione dei cadaveri; Alessandro Benedetti (1450ca-1512) sottolineò la necessità di uno spazio specifico per le dimostrazioni anatomiche (il “teatro anatomico”); Marco Antonio Dalla Torre (1481ca-1511) si concentrò sull’integrazione di un apparato iconografico pertinente nei testi anatomici. Nel Rinascimento, quando i medici erano anche portatori di cultura umanistica, questi anatomisti incarnarono la figura tipica dello scienziato capace di abbracciare una prospettiva multidisciplinare sulla natura e sullo studio, esemplificando il legame stretto tra medicina e filosofia, un collegamento ardentemente sostenuto dal medico e storico della medicina italiano Giuseppe Cervetto (1807-1865), anch’egli veronese. È da Cervetto, e in particolare da un’opera specifica da lui dedicata a Zerbi, Benedetti e Dalla Torre, che nasce l’ispirazione per questo contributo, volto a ricostruire le loro biografie e l’eredità intellettuale che ci hanno lasciato.

Published

2025-12-04