Il “Corpo Santo” del Beato Timoteo da Monticchio (1444-1504) tra ricognizioni e profanazioni
DOI:
https://doi.org/10.13135/2724-4954/6974Parole chiave:
corpi santi, Abruzzo, Italia centrale, antropologia fisica, paleopatologiaAbstract
Nato nei dintorni dell’Aquila (oggi L’Aquila), il Beato Ti-moteo da Monticchio (1444-1504) fu un protagonista importante dell’Osservanza Minoritica. Sin dalla morte i suoi resti furono conservati nel convento di Sant’Angelo d’Ocre, vicino a L’Aquila. Nel 1870 i suoi resti scheletrizzati furono sottoposti a Ricognizione Canonica e, nell’anno seguente, su di essi fu allestito un “Corpo Santo”. Successive ricognizioni ebbero luogo nel 1962 e nel 2004. Dopo il sisma del 2009, il convento rimase chiuso e incustodito. Nel 2020 l’altare in cui erano conservate le reliquie di Timoteo nella chiesa conventuale fu profanato ed i suoi resti gettati sul pavimento. Tali eventi ci consentono di descrivere il peculiare allestimento delle reliquie ossee noto come “Corpo Santo”, nonché di sottolineare l’importanza delle ricognizioni periodiche e della relativa documentazione in caso di profanazione delle reliquie.