Il “Corpo Santo” del Beato Timoteo da Monticchio (1444-1504) tra ricognizioni e profanazioni

  • Luca Ventura Ospedale San Salvatore L'Aquila
  • Luisa Ferrari Ospedale Cardinal Massaja Asti
  • Gaetano Miranda SISM
  • Arianna Ventura Università de L'Aquila
  • Terenzio Ventura ospedale San Salvatore L'Aquila
Parole chiave: corpi santi, Abruzzo, Italia centrale, antropologia fisica, paleopatologia

Abstract

Nato nei dintorni dell’Aquila (oggi L’Aquila), il Beato Ti-moteo da Monticchio (1444-1504) fu un protagonista importante dell’Osservanza Minoritica. Sin dalla morte i suoi resti furono conservati nel convento di Sant’Angelo d’Ocre, vicino a L’Aquila. Nel 1870 i suoi resti scheletrizzati furono sottoposti a Ricognizione Canonica e, nell’anno seguente, su di essi fu allestito un “Corpo Santo”. Successive ricognizioni ebbero luogo nel 1962 e nel 2004. Dopo il sisma del 2009, il convento rimase chiuso e incustodito. Nel 2020 l’altare in cui erano conservate le reliquie di Timoteo nella chiesa conventuale fu profanato ed i suoi resti gettati sul pavimento. Tali eventi ci consentono di descrivere il peculiare allestimento delle reliquie ossee noto come “Corpo Santo”, nonché di sottolineare l’importanza delle ricognizioni periodiche e della relativa documentazione in caso di profanazione delle reliquie.

Pubblicato
2022-08-07
Sezione
Paleopatologia