Munizioni italiane in Myanmar

  • Alessandro De Pascale
  • Emanuele Giordana

Abstract

È il 3 marzo 2021. Dal colpo di stato con il quale i militari il 1° febbraio hanno preso con la forza il potere in Myanmar (l’ex Birmania) è passato esattamente un mese. Quel giorno, nelle strade della capitale Yangon, incendiate dalle proteste dei manifestanti pro-democrazia represse brutalmente dal nuovo regime, avviene un sistematico pestaggio di oppositori. I militari birmani saliti al potere, quel giorno sparano persino contro un’ambulanza trascinando fuori le persone che ci sono dentro. Le immagini di quella barbarie fanno rapidamente il giro dei social media. Compresa una, pubblicata poi dal magazine locale Irrawaddy, che al termine di quella brutale repressione immortala un proiettile sparato contro quel veicolo di soccorso. La foto mostra ciò che resta di una cartuccia da caccia. Questo dettaglio di cronaca apparentemente insignificante assumerà invece un valore rilevante in questa vicenda, travalicando i confini nazionali. In quell’immagine si vede un bossolo calibro 12 con ancora ben visibile sul fondello in pregiato ottone il marchio del produttore: Cheddite.

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 L'articolo completo è disponibile sul sito del Torino World Affairs Institute (T.wai).

Pubblicato
2021-11-03