Appropriazione di un deposito per affrancamento (παρακαταθήκη εἰς ἐλευθερίαν) da Delo: una rilettura di I.Délos 2531
DOI:
https://doi.org/10.13135/2039-4985/10890Abstract
Il presente saggio, che nasce all’interno di un’indagine da me condotta sulle cd. prayers for justice nel mondo greco, è dedicato all’iscrizione I.Délos 2531. L’iscrizione reca la richiesta di giustizia di un individuo in stato di schiavitù defraudato del deposito destinato al proprio affrancamento, costui si rivolge da un lato a Helios e alla Hagne Thea mettendo in luce l’agire empio della ladra, la quale ha infranto un giuramento, dall’altro chiede giustizia ai therapeutai della dea, chiedendo loro di maledire la colpevole.
Un primo intento di queste pagine è quello di contribuire alla definitiva messa a punto del testo, accogliendo le letture offerte da Roussel e Launey in I.Délos, verificate grazie ad alcune fotografie di un calco dell’iscrizione[1], a cui finora nessuno dei precedenti editori aveva avuto accesso e di motivarle anche su base contestuale; un secondo intento è di proporre, a partire da alcune considerazioni in merito alla tipologia di crimine lamentato in questa petizione alle divinità, vale a dire l’appropriazione di un deposito (παρακαταθήκη), e alla condizione di schiavitù del richiedente giustizia, una lettura più approfondita del documento.
[1] Le fotografie del calco sono state rese disponibili per gentile concessione dell’archivio delle Inscriptiones Graecae della Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften.
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