Il corpus di bolli su terra sigillata italica da Tindari. Un aggiornamento e qualche nota
DOI:
https://doi.org/10.13135/2039-4985/10679Abstract
Il sito di Tindari, importante città sulla costa settentrionale della Sicilia oggetto di indagine a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, a lungo ha visto una maggiore attenzione degli studiosi rivolti alla definizione della struttura urbana e all'analisi dei rinvenimenti monumentali della città, riservando meno spazio agli aspetti propri della cultura materiale del centro in età ellenistica e romana. La recente ripresa delle indagini ha dato nuovo impulso agli studi, offrendo l'occasione per un approfondimento delle conoscenze in proposito. Il presente contributo si focalizza sulle attestazioni di bolli su ceramica in terra sigillata italica partendo da un nucleo inedito di reperti, provenienti dalla revisione dei materiali degli scavi Lamboglia 1950-1952 e dalle più recenti indagini dell'Università di Torino in contrada Cercadenari, analizzati in rapporto alle attestazioni già note: il censimento dei ceramisti identificati, quasi tutti ancora sconosciuti nel panorama tindaritano, apre la strada a interessanti riflessioni sulla varietà delle produzioni attestate, sui principali canali di approvvigionamento della città, sui circuiti commerciali in cui era coinvolta e soprattutto sulla possibilità di inserirsi all'interno di una rete mediterranea, valutando il ruolo di Tindari nel più ampio quadro delle cospicue importazioni di terra sigillata italica in Sicilia fra tarda età repubblicana e primo periodo imperiale.
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