La lingua creola del demos. Sul Vecchio Oligarca (Ath. resp. 2,8) e sui significati sociopolitici del plurilinguismo nel pensiero greco

Autori

  • Gianfranco Mosconi Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

DOI:

https://doi.org/10.13135/2039-4985/4938

Abstract

In [Xen.] Ath. resp. 2, 8 il Vecchio Oligarca attribuisce agli Ateniesi l'uso di una kekramene phone, costruita con elementi tratti "da tutti i Greci e i barbari": ma  qui 'Ateniesi' vuol dire 'demos urbano', e tale situazione è considerata frutto di una scelta consapevole. Anche se inserita nella sezione sui vantaggi della talassocrazia, tale caratteristica della parlata del demos non è considerata un elemento positivo, come alcuni commentatori hanno pensato, e non ha neppure un generico valore denigratorio nei confronti del demos per qualificarlo come 'ignorante'. Come mostra una analisi dell'atteggiamento greco nei confronti del plurilinguismo e del mistilinguismo, attribuire al demos una kekramene phone è un modo per affermare che il demos ateniese non è più greco, forse anche che ha tradito i Greci per i barbari, e sicuramente per equiparare il demos ad una massa di schiavi, che nel mondo greco sono i plurilingui per eccellenza: ciò si collega all'equiparazione fra demos urbano e schiavi compiuta in 1, 10-12, ma soprattutto è funzionale all'ideale di riduzione in schiavitù del demos, che è prefigurato dal Vecchio Oligarca in 1, 8-9.

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Pubblicato

2022-07-30

Fascicolo

Sezione

Saggi