Dalla “seconda Roma” ai reiterati tramonti dell’Occidente
DOI:
https://doi.org/10.13135/2039-4985/2028Abstract
Dopo la seconda guerra mondiale il confronto fra Stati Uniti e Unione Sovietica passa attraverso una rigida determinazione delle sfere geopolitiche di influenza, la corsa agli armamenti, la gara per la conquista dello spazio. La guerra fredda propone ancora una volta nel corso della storia il confronto fra Oriente e Occidente, e il timore di quest'ultimo di soccombere al pericolo che proviene da est così come già accadde all'impero occidentale di Roma e come rischia di accadere pure oggi a causa della crisi di USA e Unione Europea, della crescita minacciosa delle potenze asiatiche e della sfida tragica del terrorismo islamico. Gli ultimi cento anni sono caratterizzati dunque dal ripetuto richiamo - testimoniato e amplificato dall’analisi politologica e, più o meno strumentalmente, soprattutto dai media - a una crisi dell'Occidente giudicata irreversibile o assai difficilmente superabile
After World War II the confrontation between the United States and the Soviet Union took shape through a rigid determination of geopolitical spheres of influence, through the arms race and through the competition for conquer space. The Cold War has reproposed again, throughout history, the clash between East and West, and the fear of the latter succumbing to the danger that comes from the east as well as happened to the Western Empire of Rome and as threatens to happen as well today because of the crisis of the US and EU and because of the menacing growth of Asian powers and of the tragic challenge of Islamic terrorism. The last hundred years have been characterized by repeated recall – witnessed and amplified by the analysis of political science and especially in the media more or less instrumentally – to a crisis of the West deemed irreversible or very hard to overcome.
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