Violence and nonviolence
DOI:
https://doi.org/10.13135/2704-8195/3974Abstract
Sembra ragionevole iniziare questa riflessione tentando un chiarimento del significato della nozione-chiave del discorso: la violenza. Se anche si mira a una defi nizione di questo concetto, che, come si vedrà, è impossibile, si può almeno tentare di abbozzare una delimitazione e una distinzione dei suoi significati, che, per quanto non rigorosa né esauriente, deliberatamente condotta non con metodologia strettamente storico-scientifica, possa però, seppure per accenni, contribuire a chiarirne gli aspetti salienti. Anche un approccio di questo tipo, tuttavia, presenta grandi difficoltà, innanzitutto perché ci si trova sin dall’inizio di fronte a significati non solo disparati, ma anche opposti, il cui incrociarsi dà luogo a una pluralità di concezioni, che, da una parte, comprendono ognuna un aspetto effettivo del concetto di violenza, ma di cui, d’altra parte, nessuna è in grado di cogliere in sé compiutamente la realtà di cui il concetto deve rendere conto. Né l’insieme di tutti questi significati può rispondere all’esigenza di un concetto esauriente, poiché essi, più che integrarsi e completarsi reciprocamente, spesso si incrociano e si contraddicono. Mi limito, per brevità e per esigenza di schematizzazione, a due coppie di significati opposti tra loro; due coppie che poi si incrociano e si combinano ulteriormente con risultati molteplici e differenti.