Il potere interrotto delle capitali mobili africane.
Résumé
Con l’espressione ‘capitali mobili’ l’autore si riferisce a un fenomeno molto diffuso nei regni precoloniali dell’Africa equatoriale e meridionale: esso consiste nel fatto che alla morte del sovrano la capitale veniva distrutta e successivamente ricostruita in altro luogo. Sviluppando il tema, tipicamente africano, dell’origine straniera del potere regale, l’autore interpreta la mobilità della capitale sulla base della separazione tra potere e società. Soffermandosi in particolare sul tamburo Bagyendanwa del regno del Nkore, simbolo dell’unità del ‘noi’ (della società), l’autore dimostra come il potere regale venisse concepito come un ‘potere interrotto’, ossia come un potere che periodicamente conosce la fine: un modello biologico che può essere contrapposto alla concezione teologica dello Stato moderno.