Verticale / Animale: Differenze di specie, Teoria freudiana e il caso storico dell’Uomo dei lupi

Autori

  • Nicholas Ray

DOI:

https://doi.org/10.13135/2284-4090/1982

Abstract

Fino a che punto la teoria freudiana registra la significanza della nostra percezione delle differenze al di là della sfera degli esseri umani e della morfologia umana? Quali indicazioni ci sono del modo in cui la comprensione delle distinzioni all’interno di una stessa specie e tra specie diverse può interessare la vita interiore al livello più elementare? E quale riconoscimento può esserci, in Freud, delle conseguenze psichiche della cesura simbolica tendenziosa fra ciò che è “umano” e ciò che rientra nella categoria grossolanamente omogenea di “animale”, che si insinua nel tessuto stesso della moderna esperienza di sé? Porre queste domande, allora, è già interrogarsi su qualcosa che potrebbe essere, per così dire, più latente che manifesto nell’opera di Freud: qualcosa che potrebbe presentarsi in modo parziale o frammentario, e che deve essere ricostruito; o qualcosa che potrebbe affiorare in timide ipotesi e in speculazioni poi eclissate dalla teoria dominante; o infine, sintomaticamente, proprio in quanto interruzione, che potrebbe essere analizzata come la conseguenza differita di un’emarginazione o di un’esclusione nell’ambito di una dottrina più vasta.

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Pubblicato

2017-01-09

Fascicolo

Sezione

Articoli