Tutor https://ojs.unito.it/index.php/tutor en-US Tutor 1971-7296 L’attitudine alla centralità del paziente nella formazione con il paziente formatore: uno studio quasi-sperimentale https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9503 <p>INTRODUZIONE</p> <p>Il coinvolgimento dei pazienti e caregivers nella formazione dei professionisti sanitari è considerato la chiave per lo sviluppo di competenze orientate alla cura centrata sul paziente e la famiglia (de Groot et al., 2020). L’obiettivo del presente studio è valutare se il coinvolgimento del paziente e caregiver formatori è in grado di promuovere l’attitudine alla centralità del paziente negli studenti di Infermieristica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>È stato condotto uno studio pre- e post- intervento su un campione di studenti del terzo anno del Corso di Studi in Infermieristica dell’Università di Modena e Reggio Emilia (n=117). Gli studenti, nel Marzo 2023, hanno partecipato a un workshop co-condotto da un paziente e un caregiver formatori insieme ai tutor della didattica professionale. Prima e dopo il workshop, è stata somministrata loro la scala Likert “The Patient-Practitioner Orientation Scale”, validata in italiano (Ardenghi et al., 2019), che misura l’attitudine alla centralità del paziente ed è costituita da due sottoscale, il “Caring” che misura, nello specifico, l’apertura dei professionisti verso le aspettative, emozioni, e circostanze di vita come elementi da considerare nel processo terapeutico e lo “Sharing” ovvero l’apertura dei professionisti verso le aspettative, emozioni, e circostanze di vita come elementi da considerare nel processo terapeutico. Inoltre, è stata somministrata una scheda socio-anagrafica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Dall’analisi dei dati è risultato un aumento statisticamente significativo del punteggio dopo l’intervento, e quindi una maggiore attitudine orientata alla centralità del paziente, sia per la scala totale sia per le singole sottoscale “Caring” e “Sharing” (p&lt;0.001) (Figura 1.).</p> <p><strong><img src="/public/site/images/salberti/Figura_1._SIPEM_.png" width="368" height="275"></strong></p> <p><strong>Figura </strong><strong>1</strong><strong>.</strong> Risultati pre- e post- workshop</p> <p>I risultati mostrano inoltre una differenza statisticamente significativa tra maschi e femmine (p&lt;0.001) e punteggi statisticamente più elevati in coloro che già possiedono una laurea (p=0.006) (Tabella 1.).</p> <table width="100%"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="34%"> <p><strong>Caratteristiche dei partecipanti</strong></p> </td> <td width="17%"> <p><strong>N (%)</strong></p> </td> <td width="10%"> <p><strong>Sharing </strong></p> <p><strong>M</strong></p> </td> <td width="10%"> <p><strong>Caring</strong></p> <p><strong>M</strong></p> </td> <td width="15%"> <p><strong>Overall score</strong></p> <p><strong>M (SD)</strong></p> </td> <td width="11%"> <p><strong>P-value</strong></p> </td> <td width="0%"> <p>&nbsp;</p> </td> </tr> <tr> <td rowspan="2" width="16%"> <p>Sesso</p> </td> <td width="17%"> <p>F</p> </td> <td width="17%"> <p>101 (86%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.63</p> </td> <td width="10%"> <p>5.43</p> </td> <td width="15%"> <p>5.04 (0.53)</p> </td> <td colspan="2" rowspan="2" width="11%"> <p>&lt;0.001*</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>M</p> </td> <td width="17%"> <p>17(14%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.23</p> </td> <td width="10%"> <p>4.73</p> </td> <td width="15%"> <p>4.48 (0.68)</p> </td> </tr> <tr> <td rowspan="2" width="16%"> <p>Nazionalità</p> </td> <td width="17%"> <p>Italiana</p> </td> <td width="17%"> <p>111 (94%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.58</p> </td> <td width="10%"> <p>5.32</p> </td> <td width="15%"> <p>4.95 (0.58)</p> </td> <td colspan="2" rowspan="2" width="11%"> <p>0.780</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>Non italiana</p> </td> <td width="17%"> <p>7 (6%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.6</p> </td> <td width="10%"> <p>5.43</p> </td> <td width="15%"> <p>5.01 (0.65)</p> </td> </tr> <tr> <td rowspan="3" width="16%"> <p>Titolo di</p> <p>&nbsp;studio</p> </td> <td width="17%"> <p>Diploma</p> </td> <td width="17%"> <p>112 (95%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.96</p> </td> <td width="10%"> <p>4.58</p> </td> <td width="15%"> <p>4.96 (0.57)</p> </td> <td colspan="2" rowspan="3" width="11%"> <p>0.006*</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>Laurea</p> </td> <td width="17%"> <p>3 (2.5%)</p> </td> <td width="10%"> <p>5.70</p> </td> <td width="10%"> <p>5.50</p> </td> <td width="15%"> <p>5.07 (0.29)</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>Qualifica OSS</p> </td> <td width="17%"> <p>3 (2.5%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.21</p> </td> <td width="10%"> <p>3.75</p> </td> <td width="15%"> <p>4.02 (0.23)</p> </td> </tr> <tr> <td rowspan="3" width="16%"> <p>Scuola superiore</p> </td> <td width="17%"> <p>Liceo</p> </td> <td width="17%"> <p>72 (61%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.59</p> </td> <td width="10%"> <p>5.42</p> </td> <td width="15%"> <p>5.00 (0.56)</p> </td> <td colspan="2" rowspan="3" width="11%"> <p>0.349</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>Istituto tecnico</p> </td> <td width="17%"> <p>32 (27%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.57</p> </td> <td width="10%"> <p>5.28</p> </td> <td width="15%"> <p>4.92 (0.64)</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>Istituto professionale</p> </td> <td width="17%"> <p>14 (12%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.76</p> </td> <td width="10%"> <p>4.76</p> </td> <td width="15%"> <p>4.76 (0.60)</p> </td> </tr> <tr> <td rowspan="3" width="16%"> <p>Esperienze pregresse con il paziente formatore</p> </td> <td width="17%"> <p>Nessuna</p> </td> <td width="17%"> <p>60 (51%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.53</p> </td> <td width="10%"> <p>5.31</p> </td> <td width="15%"> <p>4.92 (0.60)</p> </td> <td colspan="2" rowspan="3" width="11%"> <p>0.408</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>1</p> </td> <td width="17%"> <p>53 (45%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.60</p> </td> <td width="10%"> <p>5.34</p> </td> <td width="15%"> <p>4.98 (0.58)</p> </td> </tr> <tr> <td width="17%"> <p>2</p> </td> <td width="17%"> <p>5 (4%)</p> </td> <td width="10%"> <p>4.85</p> </td> <td width="10%"> <p>5.45</p> </td> <td width="15%"> <p>5.15 (0.39)</p> </td> </tr> </tbody> </table> <p><strong>Tabella 1.</strong> Analisi dei sottogruppi per caratteristiche dei partecipanti</p> <p>&nbsp;</p> <p>Non sono stati rilevate differenze statisticamente significative per nazionalità e tipologia di scuola superiore frequentata. Inoltre, i punteggi della scala aumentano all’aumentare del numero di esperienze pregresse dello studente con il paziente formatore, ma non risulta una significatività statistica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>DISCUSSIONE</p> <p>I risultati di questo studio suggeriscono che il coinvolgimento del paziente e dei caregivers nella formazione infermieristica promuove l’acquisizione di attitudini di Caring e Sharing negli studenti. Tale risultato è in linea con la letteratura (Feijo o-Cid et al., 2022). Lo studio inoltre suggerisce che l’inserimento del paziente e caregiver formatori in interventi formativi multipli è maggiormente efficace. Ulteriori studi dovrebbero validare questa ipotesi di ricerca.</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>L’insegnamento con il paziente e caregiver formatori è una didattica promettente per lo sviluppo di un modello di cura centrato sul paziente e la famiglia. Coinvolgere la persona assistita e il caregiver nella formazione costituisce un primo livello di engagement che prepara alla cura e ne promuove l’umanizzazione elevando la dimensione antropologica della stessa (Spencer et al., 2000). Esiste un’eterogeneità di esperienze nazionali e internazionali ancora poco conosciute e riconosciute e una difformità di modelli di implementazione e valutazione di questa nuovo modo fare formazione. La ricerca è uno strumento imprescindibile per valutare la pratica educativa e fornirne linee di indirizzo.</p> Sara Alberti Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9503 IL TRAINING IN ECOGRAFIA POINT-OF-CARE PER STUDENTI DI INFERMIERISTICA IN REMOTO – UN MODELLO ESPORTABILE https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9431 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>La telemedicina è una metodica che permette di implementare non solo la gestione dei Pazienti ma anche la formazione degli operatori sanitari. L’ecografia point-of-care (POCUS) è metodica sempre più utilizzata in ambito sanitario ma prevede un training pratico difficilmente organizzabile in un periodo come la pandemia COVID19. Obiettivo dello studio è stato la valutazione di un training POCUS dal vivo ed in remoto.</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>È stato proposto un corso di POCUS per studenti di Infermieristica con un approccio basato su tre sessioni di apprendimento, due in remoto (teoria e pratica) e una (pratica) dal vivo. Le sessioni pratiche si sono svolte mediante sonde portatili con una specifica applicazione che ha permesso la visualizzazione a distanza delle immagini. La valutazione di questo training si basa su due corsi, condotti a Giugno 2021 ed a Marzo 2022.</p> <p>RISULTATI</p> <p>Ventisette partecipanti sono stati coinvolti, il 92,6% non aveva alcuna esperienza nella POCUS. L’età mediana era di 22 anni (range 20-49), ed il rapporto maschi-femmine è stato di 0.19. L'apprezzamento complessivo per la teoria è stato elevato (mediana 8,5, range 8-10). Si è riscontrata una differenza tra le parti pratiche in remoto: la seconda edizione del corso ha ricevuto una valutazione inferiore a quella della teoria (mediana 4/5, range 2-4 con una p=0.05 tra le due edizioni). Le difficoltà di natura tecnica sono state relative alla connessione wi-fi seppur non abbiano compromesso l’efficacia formativa. I partecipanti hanno considerato, nel 12% dei casi, la formazione dal vivo e quella in remoto complementari e, per il 24%, entrambi come validi strumenti educativi.</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>Questa esperienza di telemedicina nella formazione POCUS ha suggerito la possibilità̀ di utilizzare un approccio misto, dal vivo ed in remoto, per l’apprendimento non solo di competenze infermieristiche avanzate e specifiche, ma in futuro fruibili anche per la formazione di base.<span class="Apple-converted-space">&nbsp;</span></p> Davide Simone Maserin Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9431 Analisi della relazione medico-paziente attraverso lo strumento del focus group https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9415 <p>INTRODUZIONE&nbsp;</p> <p>Durante la pandemia gli operatori sanitari di tutto il mondo hanno dovuto far fronte ad un carico lavorativo ed emotivo senza precedenti. Ponendo il focus su questo tema, tra Maggio 2020 e Luglio 2021 è stato implementato un progetto longitudinale “Benessere Operatori” su un campione di 1055 operatori sanitari, teso ad indagare i livelli di distress esperiti dagli operatori durante l’emergenza sanitaria (Perego et al., 2023). I risultati hanno mostrato livelli di distress subclinici caratterizzati prevalentemente da una diminuzione del benessere e della qualità di vita, più che da aspetti psicopatologici.</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Alla luce di tali risultati, nel 2022 è stata creata una fase di ricerca qualitativa. Sono stati implementati dei focus group con medici oncologi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e, attraverso un’intervista semi-strutturata, sono state indagate e condivise le esperienze soggettive riguardo la gestione della relazione medico-paziente nel processo di cura.</p> <p>RISULTATI</p> <p>I temi emersi dall’analisi del focus group riguardano: la consapevolezza da parte del medico di rappresentare un’importante fonte di sostegno emotivo per il paziente; la necessità di una buona alleanza terapeutica; la difficoltà nella comunicazione con il paziente; l’eccessivo peso degli aspetti burocratici e organizzativi a carico del medico. Inoltre, sono emersi numerosi fattori di ostacolo ad un efficace coinvolgimento del paziente nel percorso di cura. Tali ostacoli riguardano l’organizzazione dell’ospedale, la paura di un eccessivo coinvolgimento da parte dei medici, e la mancanza di una formazione specifica che coinvolga sia i medici che i pazienti.</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>L’implementazione di ricerche qualitative, e nello specifico di focus group, in ambito sanitario rappresenta uno strumento utile da affiancare alla ricerca quantitativa al fine di raccogliere informazioni dettagliate riguardo i bisogni e le difficoltà sia dei medici che dei pazienti così da poter sviluppare interventi tesi a migliorare la relazione e a favorire il coinvolgimento del paziente nel suo percorso di cura.</p> <p>&nbsp;</p> Valentina E. Di Mattei Gaia Perego Francesca Milano Martina Mazzetti Paola Taranto Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9415 Didattica a distanza in Cure Palliative (CP). Studio pilota in un programma elettivo per gli studenti di Medicina e Chirurgia https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9412 <p><strong>Background.</strong> La formazione in CP nelle Scuole di Medicina è oggi più frequente rispetto al<br>passato, ma alcune barriere ostacolano ancora la progettazione e l'attuazione di programmi<br>educativi efficaci realizzati "in presenza". Un apprendimento a distanza basato sulla tecnologia<br>dell'informazione potrebbe contribuire allo sviluppo di adeguate e desiderate conoscenze sulle PC<br>negli studenti in Medicina.<br><strong>Metodi.</strong> Nove studenti del 5° anno di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna hanno<br>partecipato ad uno studio pilota nell'ambito di un Corso Elettivo (CE) in CP, articolato in due<br>incontri online di 4 ore. Il piano formativo è stato ricavato dai risultati di un lavoro di sintesi realista<br>(ELPIS Erasmus project). Gli studenti sono stati inseriti in 3 gruppi collegati in simultanea con il<br>docente. La metodologia didattica, basata sul costruttivismo e con criteri SMART, si è svolta in 4<br>fasi: (1) lezione a gruppi congiunti di overview sulle CP, (2) analisi a gruppi separati di caso clinico<br>simulato, (3) discussione generale in presenza del docente, (4) valutazione dell'outcome<br>(REFLECT e "self assessment"- Raupach T 2012).<br><strong>Risultati.</strong> Tutti gli studenti hanno completato la analisi del caso clinico ed ogni gruppo ha apportato<br>valutazioni riflessive (fase 2), si è trovato un accordo costruttivo dopo analisi delle divergenze<br>emerse all'interno dei gruppi e tra i gruppi (fase 3), la valutazione dei gruppi ha occupato la casella<br>della riflessione critica in tutti gli item della rubrica REFLECT, e sono stati registrati alti indici di<br>soddisfazione degli studenti e di "self assessment" individuale (fase 4).<br><strong>Conclusioni.</strong> Questo studio pilota offre outcome a favore del modello didattico online utilizzato.<br>Pertanto, si presenta una opportunità per la costruzione di un test su un numero più ampio di<br>studenti del Corso di Laurea in Medicina non espressamente orientati sull'apprendimento delle<br>CP, come quelli iscritti ad un CE universitario.</p> Guido Biasco Silvia Varani Melania Raccichini Luca Franchini Andrea Giannelli Alessandra Bonazzi Rita Ostan Rossana Messana Raffaella Pannuti Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9412 L’approccio Health Issues Network (HIN) per lo sviluppo del ragionamento clinico nel tempo: un’analisi SWOT https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9389 <p>The article reports the result of a SWOT analysis of the survey and focus groups with 85 clinical teachers and preceptors of medicine, nursing, and social workers about their perceptions of the HIN approach to the development of clinical reasoning in multimorbidity patients.</p> <p>The approach was felt to be appropriate for the goal, easy to understand, and fit for student-centered learning. Concern was raised about the ease of use and the tendency to oversimplify the representation of the condition of a patient.</p> Fabrizio Consorti Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9389 Gli Infermieri e la Fisica: i professionisti sanno come funzionano gli strumenti che usano? https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9368 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Negli ultimi decenni, l’infermieristica si è affermata come disciplina STEM (Green &amp; John, 2020), ovvero scientifica. L’approccio scientifico, e in particolare la comprensione delle basi fisiche degli strumenti elettromedicali, dei parametri analizzati e delle metodiche sono dunque molto importanti nella formazione degli infermieri, per un approccio alla clinica più consapevole.</p> <p>Lo scopo di questo studio è di testare questa comprensione a livello teorico. Inoltre, si vuole indagare se il tipo di percorso di studi (scuola professionale, diploma o laurea), gli anni dalla fine dello studio, l’età o la provenienza regionale possano influire su queste conoscenze.</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Un questionario online anonimo (<em>CONOSCO GLI STRUMENTI CHE USO?</em>, n.d.) è stato somministrato a 80 infermieri italiani. Sono stati richiesti età, titolo di studio, anni dalla fine dello studio, tipologia e Regione di lavoro. Sono state inoltre fatte otto domande a risposta multipla su: sfigmomanometro, saturimetro a pinza, termometro ottico, fonendoscopio, ECG, defibrillatore, ecografo e preparazione di soluzioni. Le risposte sono state analizzate con test chi-quadro dividendo per tipo di studi, anni dalla fine dello studio e regione (Piemonte vs resto d’Italia).</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Più della metà degli intervistati non ha saputo dare la risposta corretta sul funzionamento di sfigmomanometro (55%) e fonendoscopio (53.75%), mentre ECG e saturimetro sono gli strumenti più compresi (78.75 e 68.75% di risposte corrette rispettivamente). Il 45% non ricorda che CC e ml hanno un fattore 1 di conversione. Non sono state rilevate delle differenze per tipo di studio, anni dalla fine dello studio (considerando sia la mediana che un limite di 5 anni per i neolaureati) e regione di lavoro (p&gt;0.05). La versione estesa dei risultati si trova nelle due pubblicazioni in bibliografia in italiano (Stura &amp; Guiot, 2023a) e in inglese (Stura &amp; Guiot, 2023b).</p> <p>&nbsp;</p> <p>DISCUSSIONE</p> <p>C’è molta attenzione sulla formazione continua degli infermieri in campi considerati più pratici, come la radioprotezione (Hirvonen et al., 2019), il rapporto con i pazienti (Vitale, Lupo, Calabrò, et al., 2022; Vitale, Lupo, Marra, et al., 2022) e la leadership (Garrison et al., 2004) (Jokiniemi et al., 2021). Le competenze teoriche di base, come la Fisica Medica, non sono altrettanto stimolate. Un infermiere dovrebbe però saper valutare la misura ottenuta considerando le condizioni al contorno e i punti di forza e di debolezza della metodica o del macchinario utilizzato. Questo studio suggerisce che lo sforzo formativo fatto finora non è sufficiente in tal senso. Una limitazione di questa indagine, però, è di aver testato solo le conoscenze teoriche e non pratiche degli infermieri intervistati.</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>Le conoscenze delle basi fisiche degli strumenti utilizzati non sembrano degradare nel tempo, perciò sarebbe più utile consolidare queste basi nel triennio di Infermieristica, piuttosto che investire in corsi aggiuntivi per laureati/diplomati. Tali corsi sarebbero però auspicabili per permettere agli attuali professionisti di colmare le lacune che sono emerse in questo studio.</p> Ilaria Stura Caterina Guiot Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9368 La cultura è salute: il ruolo strategico della valutazione dell’efficacia formativa nell’educazione continua in medicina. Risultati di un progetto pilota https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9239 <p>Dagli corsi realizzati in presenza nel 2019 sul personale infermieristico e medico è emersa la necessità di dare un nuovo impulso ai modelli organizzativi, perché è palese l’inadeguatezza di alcune radicate consuetudini, che rendono palpabile l’insoddisfazione dell’utenza e di conseguenza un’inadeguata qualità percepita del servizio. In ragione di ciò è stato progettato un percorso di formazione finalizzato ridefinire i modelli organizzativi dei servizi di accoglienza sanitaria attraverso la definizione di flussi e protocolli. La metodologia scelta è stata quella dei gruppi di miglioramento che, attraverso un approccio metodologico di confronto e multidisciplinare, risulta essere molto prossimo all’operatività e risulta efficace in quanto consente di affrontare la soluzione di un problema la cui complessità e l’insieme di risorse necessarie a risolverlo sono tali che il problema stesso non può essere affrontato efficacemente da un singolo individuo. L’obiettivo del percorso ha reso necessario effettuare una valutazione dell’efficacia formativa più avanzata finalizzata a verificare anche il cambiamento comportamentale dei partecipanti, ritenuto indispensabile per la riorganizzazione dei servizi stessi. Nel lavoro viene descritto il progetto realizzato ed i risultati ottenuti.</p> Antonella Cinzia Punziano Anna Cucchiarelli Maria Antonietta Piccinin Copyright (c) 2024 Tutor 2024-01-25 2024-01-25 23 2 10.13135/1971-8551/9239 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9775 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>La narrazione in forma orale è funzionale alla presa di coscienza di sé e della propria professionalità, all’interno di una comunità di pratica. Il Gruppo di narrazione (GdN) è ispirato dai circoli di cultura teorizzati da Paulo Freire, ed è connesso con le <em>Medical Humanities</em> e con la <em>Medicina narrativ</em>a.&nbsp; La sezione Piemonte e VdA della SIPeM ha avviato nel 2021 un gruppo di narrazione con questi presupposti. Ci si è posti l’obiettivi di descrivere l’esperienza vissuta e le successive forme di implementazione.</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Il GdN si svolge in un clima di condivisione: i partecipanti sono in cerchio e si parla a turno; la persona che si prende cura del Gruppo ne propone i principi e il funzionamento, iniziando la propria narrazione; il Gruppo affronta argomenti di carattere positivo e “generativo”; chi narra cerca di auto-regolare il proprio tempo di esposizione e tutti ascoltano senza interrompere; sono importanti i momenti di attesa dove viene mantenuto il silenzio.</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Si tratta di gruppo multiprofessionale di 10 componenti, aumentati ad oggi a 14. Gli incontri bimestrali sono stati più di 12 e si sono realizzati nel pieno rispetto delle regole. A gemmazione il Gruppo di Studio sulla Medicina Narrativa “NARRAVITA” - A.S.L. TO4 ha avviato nel 2022 incontri bimestrali a seguito dei quali risulta aumentato il livello di coesione e di collaborazione. Il presidio Sanitario San Camillo di Torino ha realizzato 4 incontri narrativi nell’ambito di una unità operativa.&nbsp; Al Café Alzheimer presso il centro Facendo Famiglia di Settimo torinese si sono realizzati nel 2023 6 incontri con pazienti e caregiver.</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>L’esperienza presentata rappresenta un valore aggiunto all’interno delle proposte che la Sezione Piemonte della SIPeM sta portando avanti in varie realtà formative e clinico assistenziali; contribuisce a formare gruppi propositivi, attivi e consapevoli nei contesti formativi e di cura.</p> <p>&nbsp;</p> <p>BIBLIOGRAFIA</p> <p>Freire P. (2014). <em>Pedagogia della speranza.</em> Torino: Edizioni Gruppo Abele.</p> <p>Freire P. (2018). <em>La pedagogia degli oppressi</em>. Torino: Edizioni Gruppo Abele.</p> <p>Garrino L. (a cura di), (2015). <em>Strumenti per una medicina del nostro tempo. Medicina Narrativa, Metodologia dei Genitori e International Classification of functioning (ICF)</em>. Firenze: Firenze University Press.</p> <p>Moletto A. Zucchi R. (2013).<em> La metodologia Pedagogia dei genitori. Valorizzare il sapere dell’esperienza</em>. Rimini: Maggioli Editore.</p> <p>VygotskiJ L.S. (1974, 2009). <em>Storia dello sviluppo delle funzioni mentali superiori</em>. Firenze: Giunti Editore.</p> <p>Wenger E. (2006). <em>Comunità di pratica. Apprendimento Significato e Identità</em>. Milano: Raffaello Cortina Editore.</p> <p>Zannini L. (2008). <em>Medical Humanities e Medicina Narrativa. Nuove prospettive nella formazione dei professionisti della cura.</em> Milano: Raffaello Cortina Editore.</p> <p>&nbsp;</p> Lorenza Garrino Maria Chiara Albonico Carla Bena Neva Bonisoli Piero Bottino Elisabetta Iacono Pezzillo Acberet Menghisteab Roberto Nanetti Ernestina Parente Riziero Zucchi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9775 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9774 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Nell’ambito delle giornate di studio “La meraviglia nelle cure, la meraviglia per la cura” tenutesi a Laino (Como) il 19 e 20 maggio 2023 è stato utilizzato il dispositivo filmico per riflettere sul senso e significato della meraviglia nelle cure. Gli obiettivi della giornata sono stati quelli di esercitare, a partire dal film la capacità di problematizzare situazioni complesse legate al mondo delle cure e della vita, approfondendone significato e senso per i professionisti.&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Il film prescelto “<em>In solitario</em>” di Offenstein (2013) racconta le vicende di uno skipper concorrente alla prestigiosa Vendee Globe, una regata in barca a vela in solitaria intorno al mondo. Sono stati proposti spazi di riflessione individuali, in piccolo gruppo ed in plenaria guidati da tracce riflessive consegnate prima e dopo la visione del film. Successivamente sono stati programmati tre interventi di esperti per consentire di elaborare ulteriormente i contenuti ed i significati del film.</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Hanno partecipato 35 professionisti operanti con differenti ruoli nei percorsi formativi e di cura. Dalle riflessioni sul film, emerge come lo stupore di un inaspettato cambiamento del programma permetta di arrivare più “lontano” di quanto si era prefissato. L’apertura all’imprevisto, per quanto faticosa e graduale, permette la scoperta dell’altro e quindi la meraviglia: lasciarci meravigliare dalla storia dell’altro, il ragazzo clandestino, l’apertura alla alterità, la comprensione dell’esistere come atto corale. L’indice di gradimento dell’attività è stato alto.</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>L’evento si è caratterizzato per un’intesa attività riflessiva, condivisa e interprofessionale, fruendo anche di approfondimenti offerti da esperti. Ciascuno si è meravigliato guardando dal punto di vista dell’altro, cogliendo la specificità della persona che abbiamo di fronte, nella vita come nella professione.</p> <p>&nbsp;</p> <p>BIBLIOGRAFIA</p> <p>Agosti A.&nbsp; (2004).&nbsp; Il cinema per la formazione. Milano: Franco Angeli.</p> <p>Cappa F. Mancino E. (2005). <em>Il mondo che sta nel cinema, che sta nel mondo</em>. Milano: Mimesis Edizioni.</p> <p>Garrino L. Gregorino S. (2011). L'immagine filmica della formazione alle cure: indicazioni metodologiche e pratiche di utilizzo, MEDIC, 19 (2): 17-24</p> <p>&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>&nbsp;</strong></p> <p>&nbsp;</p> Maria Grazia Bedin Carla Bena Guenda Bernegger Marisa Del Ben Lorenza Garrino Elisabetta Iacono Pezzillo Maria Milano Claudio Mustacchi Federica Pediconi Pitacco Giuliana Suter Nicoletta Riziero Zucchi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9774 Contrasto alla discriminazione delle persone LGBTQIA+. Percorsi di formazione e intervento per studentə universitarə e professionistə https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9643 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Sempre più spesso, in ambito socio-sanitario, sono disponibili eventi formativi attenti e orientati ad accogliere le minoranze (ad es. etniche, religiose), ma sono ancora pochi quelli che contribuiscono a un ascolto attento e rispettoso dell’individualità delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, intersex e tutte le persone (LGBTQIA+).</p> <p>OBIETTIVI DEL SIMPOSIO</p> <p>L’obiettivo del simposio è quello di presentare progetti sia di formazione, sia di intervento, sui temi legati alla discriminazione delle persone LGBTQIA+, che hanno coinvolto figure professionali in formazione, ma anche coloro che, a diverso titolo, si occupano della salute.</p> <p>ARTICOLAZIONE /METODO</p> <p>Il contributo dell’Università di Milano Bicocca si focalizza sulla costruzione e condivisione, nelle aree di prossimità sociale, di interventi che possano contribuire a diminuire i livelli di omonegatività e produrre un possibile cambiamento rappresentazionale. I dati ottenuti suggeriscono che gli interventi proposti possono avere un impatto significativo sulle persone con atteggiamenti più negativi nei confronti dell’orientamento sessuale omosessuale, migliorando gli stessi atteggiamenti, sia per quanto riguarda le persone gay e lesbiche, sia per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso.</p> <p>La presentazione di Sapienza descrive l’implementazione di una Safe Zone all’interno di Sapienza. Il progetto formativo ha coinvolto docenti universitari e personale non docente di Sapienza Università di Roma. Le Safe Zone sono luoghi di ascolto e di condivisione volti a promuovere l'inclusione e il supporto nei confronti della componente studentesca. Hanno l’obiettivo di promuovere un ambiente in cui le persone appartenenti a minoranze sessuali e di genere possano esprimersi a pieno da un punto di vista sociale, emotivo e intellettuale attraverso la creazione di una rete di supporto visibile e competente.</p> <p>Il contributo dell’Università di Cagliari presenta i risultati di un progetto di ricerca-intervento sul benessere delle persone trans* nei contesti socio-sanitari. Le risposte fornite da 325 psicologhə/psicoterapeutə e 107 persone trans* hanno messo in luce l’assenza di un’adeguata preparazione delle figure professionali e i timori delle persone trans* nell’accedere ai servizi di cura. I risultati hanno consentito di strutturare percorsi formativi rivolti al personale socio-sanitario, finalizzati all’acquisizione di strumenti per lavorare secondo un approccio affermativo e culturalmente competente.</p> <p>Il contributo dell’Università di Torino presenta due differenti tipologie di percorsi formativi nati da due progetti. I percorsi, uno online e uno in presenza, sono stati realizzati grazie al cofinanziamento dell’Unione Europea e della Fondazione CRT di Torino e si sono focalizzati sulla questione della terminologia essenziale LGBTI+, l’introduzione e la comprensione degli ostacoli che le persone LGBTI+ possono incontrare durante la quotidianità, il quadro giuridico italiano ed europeo, nonché le strategie per accogliere le persone trans* e intersessuali.</p> <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Sempre più spesso, in ambito socio-sanitario, sono disponibili eventi formativi attenti e orientati ad accogliere le minoranze (ad es. etniche, religiose), ma sono ancora pochi quelli che contribuiscono a un ascolto attento e rispettoso dell’individualità delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, intersex e tutte le persone (LGBTQIA+).</p> <p>OBIETTIVI DEL SIMPOSIO</p> <p>L’obiettivo del simposio è quello di presentare progetti sia di formazione, sia di intervento, sui temi legati alla discriminazione delle persone LGBTQIA+, che hanno coinvolto figure professionali in formazione, ma anche coloro che, a diverso titolo, si occupano della salute.</p> <p>ARTICOLAZIONE /METODO</p> <p>Il contributo dell’Università di Milano Bicocca si focalizza sulla costruzione e condivisione, nelle aree di prossimità sociale, di interventi che possano contribuire a diminuire i livelli di omonegatività e produrre un possibile cambiamento rappresentazionale. I dati ottenuti suggeriscono che gli interventi proposti possono avere un impatto significativo sulle persone con atteggiamenti più negativi nei confronti dell’orientamento sessuale omosessuale, migliorando gli stessi atteggiamenti, sia per quanto riguarda le persone gay e lesbiche, sia per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso.</p> <p>La presentazione di Sapienza descrive l’implementazione di una Safe Zone all’interno di Sapienza. Il progetto formativo ha coinvolto docenti universitari e personale non docente di Sapienza Università di Roma. Le Safe Zone sono luoghi di ascolto e di condivisione volti a promuovere l'inclusione e il supporto nei confronti della componente studentesca. Hanno l’obiettivo di promuovere un ambiente in cui le persone appartenenti a minoranze sessuali e di genere possano esprimersi a pieno da un punto di vista sociale, emotivo e intellettuale attraverso la creazione di una rete di supporto visibile e competente.</p> <p>Il contributo dell’Università di Cagliari presenta i risultati di un progetto di ricerca-intervento sul benessere delle persone trans* nei contesti socio-sanitari. Le risposte fornite da 325 psicologhə/psicoterapeutə e 107 persone trans* hanno messo in luce l’assenza di un’adeguata preparazione delle figure professionali e i timori delle persone trans* nell’accedere ai servizi di cura. I risultati hanno consentito di strutturare percorsi formativi rivolti al personale socio-sanitario, finalizzati all’acquisizione di strumenti per lavorare secondo un approccio affermativo e culturalmente competente.</p> <p>Il contributo dell’Università di Torino presenta due differenti tipologie di percorsi formativi nati da due progetti. I percorsi, uno online e uno in presenza, sono stati realizzati grazie al cofinanziamento dell’Unione Europea e della Fondazione CRT di Torino e si sono focalizzati sulla questione della terminologia essenziale LGBTI+, l’introduzione e la comprensione degli ostacoli che le persone LGBTI+ possono incontrare durante la quotidianità, il quadro giuridico italiano ed europeo, nonché le strategie per accogliere le persone trans* e intersessuali.</p> Luca Rolle Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9643 High-fidelity simulation: an innovative teaching methodology for developing the skills of future nurses https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9703 <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">INTRODUZIONE (SFONDO)</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">La simulazione è una tecnica, un metodo formativo in grado di ricreare le esperienze in ambienti molto simili alla realtà consentendo agli studenti di esercitarsi in sicurezza e senza rischi per il paziente (Gaba, 2004; Ministero della Salute, 2022). La recente letteratura ha dimostrato che l'utilizzo della simulazione virtuale è una metodologia efficace che si traduce nei migliori risultati di apprendimento degli studenti (SIMMED, 2023). È stato dimostrato che la simulazione è un metodo sicuro ed efficace anche per gli studenti di Infermieristica dove l'apprendimento attraverso la pratica svolge un ruolo importante ed è pertanto essenziale per garantire l'integrazione delle conoscenze teoriche con la pratica clinica con l'obiettivo di migliorare le competenze e la pratica assistenziale. I vantaggi della simulazione sono molteplici, oltre a garantire la sicurezza dei pazienti, consentono l'apprendimento di abilità tecniche e procedurali e lo sviluppo di competenze trasversali, definite anche “soft skills”, come, il </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">problem solving</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , il </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">team working</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , le abilità comunicativi e relazionali che favoriscono un positivo inserimento degli studenti nei contesti professionali e fondamentali per l'erogazione di un'assistenza di qualità (Rajaguru, 2021).</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">L'esperienza basata sulla simulazione è considerata una metodologia alternativa di insegnamento-apprendimento in grado di promuovere anche le capacità di pensiero critico negli studenti di Infermieristica, (Klenke-Borgmann, 2020; Padliha, 2020), concetto centrale nella formazione infermieristica e un risultato atteso dei programmi infermieristici universitari e post-laurea (Sommers, 2018; Zuriguel-Perez, 2019; Heering, 2021; Schub, 2021; Zhang, 2021) fondamentale per lo sviluppo della competenza clinica e della capacità di erogare un'assistenza sicura ai pazienti (Nabizadeh-Gharghozar, 2021).</span></span></p> <p><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">L'American Association of Colleges of Nursing</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> (AACN) correla la formazione infermieristica allo sviluppo delle capacità di pensiero critico (Zhang, 2021).</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Fondamentale, per tale motivo, è la creazione di un progetto di simulazione che presenta tutti i criteri necessari per soddisfare uno standard qualitativamente elevato in grado di garantire l'apprendimento degli studenti, tra questi la gestione della simulazione da parte di esperti e la selezione di professionisti esperti di contenuti, nonché la creazione di obiettivi misurabili che si basino sulle conoscenze fondamentali dello studente e di un </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">prebriefing</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> per guidare i partecipanti nell'esperienza della simulazione. Essenziale è inoltre la creazione di un </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">debriefing</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> o riflessione guidata per condurre l'esperienza basata sulla simulazione (INACSL, 2021).</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Il processo di riflessione, chiamato </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">debriefing</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , è necessario nella simulazione perché, secondo la teoria dell'apprendimento esperienziale descritta da Kolb (2014), l'apprendimento efficace avviene quando gli studenti riflettono sulla propria esperienza. In mancanza di un atteggiamento o momento di riflessione, gli studenti potrebbero non avere una visione approfondita della propria esperienza con la conseguente difficoltà nel raggiungimento dei risultati di apprendimento attesi (Kim, 2020).&nbsp;</span></span></p> <p><strong>&nbsp;</strong></p> <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">MATERIALI E METODI</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Presso il Corso di Laurea in Infermieristica dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sede di Modena, la simulazione è inserita, come strategia formativa, nell'insegnamento di laboratorio clinico del primo, secondo e terzo anno di corso. Le modalità di simulazione utilizzate sono a bassa, media e alta fedeltà. Quest'ultima viene riprodotta in un centro di simulazione avanzato (FASiM) presente nel campus universitario dotato di 5 sale di simulazioni collegate a due sale regia e due aule collegate con un sistema audio/video alle sale di simulazione che consentono di seguire lo scenario simulato In </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">streaming</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> .</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">È stata progettata una sessione di simulazione ad alta fedeltà secondo il seguente schema</span></span></p> <ol> <li class="show"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Pianificazione</span></span></li> <li class="show"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Introduzione</span></span></li> <li class="show"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Simulazione</span></span></li> <li class="show"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Debriefing</span></span></li> </ol> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">che aveva come obiettivo l'apprendimento della collaborazione e del </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">team working</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> tra Operatori Socio Sanitari (OSS) e studenti in Infermieristica. Hanno partecipato 111 studenti di infermieristica terzo anno al secondo semestre, 2 OSS, 1 Facilitatore d'aula esperto in simulazione e 1 tecnico per la regia. Le sedute di simulazione si sono svolte nel mese di marzo 2023. Al termine di ciascuna esperienza di simulazione è stato somministrato, in forma anonima e previo consenso, un questionario con lo scopo di valutare la percezione e il gradimento dell'esperienza di simulazione da parte di ciascuno studente.</span></span></p> <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">&nbsp;RI </span></span></strong><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">SULTATI</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">La percentuale di risposta degli studenti è stata del 100%.</span></span></p> <p><img src="/public/site/images/rmiccoli/Grafico_1.jpg"></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Il 93% degli studenti ha risposto con “Molto” o “Del tutto” alla domanda 1.</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Grafico 2</span></span><img src="/public/site/images/rmiccoli/Grafico2.jpg"></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">L'84% degli studenti ha risposto con “Molto” o “Del tutto” alla domanda 2.</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Grafico 3</span></span><img src="/public/site/images/rmiccoli/Grafico3.jpg"></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Il 90% degli studenti ha risposto con “Molto” o “Del tutto” alla domanda 3.</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Di seguito sono riportati alcuni commenti liberi scritti dagli intervistati:</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">“Questa è stata la simulazione FASiM più interessante e coinvolgente di tutti e tre gli anni. Suggerisco simulazioni come questa (con altri professionisti) dal primo anno”</span></span></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">“Tipologia di FASiM molto formativa e assolutamente importante per poter condividere esperienze e punti di vista diversi. Ci si porta a casa molte cose. Aiuta a crescere professionalmente e personalmente. Arricchente”</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">DISCUSSIONE</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">La stragrande maggioranza degli studenti coinvolti nelle sedute di simulazione ha dichiarato di essere soddisfatta dell'esperienza formativa riconoscendone l'utilità nell'acquisizione di nuove conoscenze e nella possibilità di trasferirle nel contesto clinico assistenziale.</span></span></p> <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">CONCLUSIONI</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">È possibile utilizzare scenari di simulazioni ad alta fedeltà nelle attività di laboratorio previste nel Corso di Studi in Infermieristica, permettendo allo studente di misurarsi con dinamiche di approccio all'assistito, di relazione con i famigliari ei componenti del </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">team</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> di cura.</span></span></p> <p><strong>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </strong></p> <p><strong><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">BIBLIOGRAFIA</span></span></strong></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Gaba, DM (2004). La visione futura della simulazione in sanità. Qualità e sicurezza nell'assistenza sanitaria,13 Suppl 1(Suppl 1):i2-10. doi: 10.1136/qhc.13.suppl_1.i2.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Heering, H., Karakashian, AL; </span></span><a href="https://web.p.ebscohost.com/nup/detail/detail?vid=0&amp;sid=8eba78b7-ec02-4f72-aaf8-94d27c9a21c0%40redis&amp;bdata=JnNpdGU9bnVwLWxpdmUmc2NvcGU9c2l0ZQ%3d%3d#toc"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Revisore</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> Strayer, D., Caple, C. (2021). Pensiero critico: una panoramica. Consiglio di pratica infermieristica, Centro medico avventista di Glendale, Glendale, CA Cinahl Information Systems, Glendale, CA.</span></span><br><br></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Comitato per gli standard INACSL, Charnetski, M., Jarvill, M. (2021). Standard di simulazione sanitaria delle operazioni di migliori pratiche. Simulazione clinica in infermieristica. 58,33-39.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Comitato per gli standard INACSL, Decker, S., Guillaume, A., Scott, BC, Gordon, RM, Jenkins, D., Wilson, C. (2021). Standard di buona pratica di simulazione sanitaria TM Il processo di debriefing. Simulazione clinica in infermieristica. 58, 27-32.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Comitato per gli standard INACSL, Watts, PI, McDermott, DS, Alinier, G., Charnetski, M., Ludlow, J., Horsley, E., Meakim, C., Nawathe, PA, Healthcare Simulation Standards of Best Practice Simulation Design. Simulazione clinica nell'assistenza infermieristica (2021) 58, 14-21.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Kim, Y., Yoo, J. (2020). Revisione L'utilizzo del debriefing per la simulazione in ambito sanitario: una revisione della letteratura. </span></span><a href="https://www.sciencedirect.com/journal/nurse-education-in-practice"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">La formazione infermieristica nella pratica</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> . Volume 43, febbraio 2020, 102698. </span></span><a href="https://doi.org/10.1016/j.nepr.2020.102698"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">https://doi.org/10.1016/j.nepr.2020.102698</span></span></a></p> <p>&nbsp;</p> <p><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=Klenke-Borgmann+L&amp;cauthor_id=30614967"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Klenke-Borgmann</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , L. (2020). Simulazione ad alta fedeltà in classe per lo sviluppo del giudizio clinico negli studenti infermieristici del terzo anno di maturità. </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Prospettive della formazione infermieristica</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> . 2020 Maggio/giugno; Volume 41(3):185-186. doi: 10.1097/01.NEP.0000000000000457.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Nabizadeh-Gharghozar, Z., Masoudi Alavi, N., Mirbagher Ajorpaz, N. (2021). Competenza clinica in infermieristica: un'analisi di concetti ibridi. La formazione infermieristica oggi. </span></span><a href="Volume%2097"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Volume 97</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , Febbraio 2021, Pag. 104728. </span></span><a href="https://doi.org/10.1016/j.nedt.2020.104728"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">https://doi.org/10.1016/j.nedt.2020.104728</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> .</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <h2><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Padliha, JM, Ribeiro, A., Rosa, J., Marques, D., &amp; Machado, PP (2020). La simulazione clinica virtuale come strategia di apprendimento permanente: il verdetto dell'infermiere.&nbsp; </span></span><a href="https://www.sciencedirect.com/journal/clinical-simulation-in-nursing"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Simulazione Clinica in Infermieristica</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> . Volume&nbsp; </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">47</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , 1-5. doi:10.1016/j.ecns.2020.06.012.</span></span></h2> <h2><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Rajaguru, V., Park, J.. (2021). Revisione integrativa contemporanea nell'apprendimento basato sulla simulazione in infermieristica. Giornale internazionale di ricerca ambientale e sanità pubblica. Gennaio 2021 15;18(2):726. doi: 10.3390/ijerph18020726.</span></span></h2> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Schub, E.; </span></span><a href="https://web.p.ebscohost.com/nup/detail/detail?vid=0&amp;sid=8eba78b7-ec02-4f72-aaf8-94d27c9a21c0%40redis&amp;bdata=JnNpdGU9bnVwLWxpdmUmc2NvcGU9c2l0ZQ%3d%3d#toc"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Revisore</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> Stone, D. (2021). Pensiero critico: migliorare le capacità di pensiero. Consiglio di pratica infermieristica, Centro medico avventista di Glendale, Glendale, CA Cinahl Information Systems, Glendale, CA.</span></span><br><br></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">SIMMED, Società Italiana di Simulazione in Medicina. (maggio 2020). Position Statement Simulazione Virtuale </span></span><a href="https://simmed.it/position-statement-simulazione-virtuale/"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">https://simmed.it/position-statement-simulazione-virtuale/</span></span></a></p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Sommers, CL (2018). Misurazione del pensiero critico, del ragionamento clinico e del giudizio clinico in studenti infermieristici culturalmente diversi: una revisione della letteratura. La formazione infermieristica nella pratica </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">.</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> &nbsp;Volume </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">30</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , 91-100. doi:10.1016/j.nepr.2018.04.002.</span></span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Tavolo tecnico dedicato alla promozione della simulazione in ambito sanitario attraverso ricerca e formazione, volto al miglioramento delle attività operative e tecniche degli operatori sanitari. (luglio 2022.) Linee di indirizzo sullo sviluppo della simulazione in sanità in Italia Documento strategico nazionale. Ministero della Salute. https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&amp;id=3268</span></span></p> <h2>&nbsp;</h2> <h2><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Zhang, J. e Chen, B. (2021). L'effetto dell'apprendimento cooperativo sul pensiero critico degli studenti infermieristici nella pratica clinica: uno studio quasi sperimentale.&nbsp; </span></span><a href="https://www.sciencedirect.com/journal/journal-of-professional-nursing"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Giornale di infermieristica professionale</span></span></a><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> . Volume&nbsp; </span></span><em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">37</span></span></em><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , 177-183. doi:10.1016/j.profnurs.2020.05.008.</span></span></h2> <p>&nbsp;</p> <p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Zuriguel-Perez, E., Falco-Pegueroles, A., Agustino-Rodriguez, S., Gomez-Martin, M., Roldan-Merino, J., &amp; Lluch-Canut, MT (2019). Livello di pensiero critico degli infermieri clinici secondo variabili sociodemografiche e professionali (Fase II): uno studio correlazionale. Formazione infermieristica nella pratica. Volume 41, 102649. doi:10.1016/j.nepr.2019.102649.</span></span></p> Rosa Miccoli Paola Volpi Paola Ferri Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9703 La gradualità nella formazione in ambito sanitario https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9690 <p><strong>Descrizione del simposio </strong></p> <p>L'attuale carenza di personale sanitario ha portato notevoli cambiamenti nei percorsi di formazione post-laurea, sia nelle specializzazioni universitarie cliniche/chirurgiche e servizi che nei corsi regionali per medicina generale. La necessità di poter avere forza-lavoro in tempi ristretti ha portato ad una contrazione del tempo di formazione classicamente inteso, quello in cui c’era un periodo di tirocini e seminari che avevano il fine di conferire l'acquisizione delle competenze e una gradualità nell’autonomia decisionale delle responsabilità professionali. Oggi, un medico specializzando a partire dal 2° anno può essere assunto durante la specializzazione (gazzetta del 15/06/2023), così come un medico in formazione specifica può già essere incaricato dal SSN dal 1° anno di corso per gestire un ambulatorio di medicina generale (con massimo 1000 pazienti). Questa nuova prassi emergenziale -prassi educativa- ci invita quindi a dover rivalutare gli equilibri gerarchici formazione-lavoro. Dal punto di vista pedagogico è quindi fondamentale chiedersi come applicare<em> il principio di gradualità</em> nello sviluppo professionale e nella certificazione delle competenze del professionista?</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Obiettivo del simposio:</strong></p> <p>Discutere e analizzare come dovrebbero cambiare i modelli pedagogici alla luce del cambio radicale dell’esperienza formativa post-laurea da un’esperienza per steps annuali di formazione al lavoro con tutoraggio e certificazione finale che sancisce l’autonomia alle responsabilità specialistiche vs formazione-lavoro nella quale v’è una contrazione del tempo di tutoraggio e un’assunzione di autonomia della responsabilità professionali durante la formazione e prima che venga rilasciato il titolo di specialista.</p> <p>&nbsp;</p> Giuseppe Parisi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9690 Initial effects of an experiential learning laboratory to the helping relationship, in a university setting https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9688 <p>La relazione d’aiuto nelle professioni sociosanitarie mette in moto la complessità di saper stare tra la dimensione personale e quella professionale (Folgheraiter, 1987; Canevaro, Chieregatti, 1999; Barrett-Lennard, 2005). Il presente studio riguarda gli effetti delle attività formative fenomenologiche student-centered svolte da giovani universitari, all’interno di un laboratorio di apprendimento esperienziale (LAB) di un corso di laurea in educazione professionale nel nord Italia. Sembra che la miscela tra implicazioni personali e professionali attraverso l’Approccio Centrato sulla Persona (ACP) risulti essere un terreno di particolare generatività e salute per i giovani studenti in fase di transizione alla vita attiva.</p> Dario Fortin Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9688 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9687 <p><span style="font-weight: 400;">INTRODUZIONE</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Il workshop si proponeva di esplorare l'applicazione dell'apprendimento esperienziale secondo Kolb nelle formazioni offerte dal SISM (Segretariato Italiano degli Studenti in Medicina) e di fornire agli uditori una prospettiva innovativa sulle tecniche di apprendimento. ll workshop mirava a stimolare una riflessione critica e a promuovere l'adozione di approcci formativi, basati sull'apprendimento esperienziale, per arricchire l'esperienza educativa degli studenti.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">OBIETTIVI DEL WORKSHOP</span></p> <ol> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Presentare la metodologia di Kolb: nel workshop sono stati introdotti i principi fondamentali dell'apprendimento esperienziale secondo Kolb, focalizzandosi sulle fasi di esperienza, osservazione, concettualizzazione e sperimentazione.&nbsp;</span></li> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Sono state illustrate le modalità con cui la metodologia viene applicata nelle formazioni del SISM : sono stati presentati esempi di come il SISM utilizza l'apprendimento esperienziale nelle formazioni per i propri soci. I partecipanti, in questo modo, hanno potuto,, comprendere come l'apprendimento esperienziale possa arricchire l'esperienza formativa dei propri discenti e stimolare una maggiore partecipazione e coinvolgimento attivo.</span></li> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">È stata stimolata una riflessione sull'innovazione nell'insegnamento della medicina: sono stati forniti spunti per integrare l'apprendimento esperienziale nel loro approccio didattico.</span></li> </ol> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">ARTICOLAZIONE</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Il workshop si è sviluppato in tre sezioni principali:</span></p> <ol> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Introduzione all'apprendimento esperienziale secondo Kolb: sono stati presentati i concetti chiave dell'apprendimento esperienziale secondo Kolb, evidenziando la sua rilevanza nell'ambito dell'insegnamento della medicina.</span></li> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Esempi pratici delle formazioni del SISM:attraverso l'analisi di progetti e attività svolti dal SISM, saranno illustrati esempi concreti di come l'apprendimento esperienziale viene integrato nelle formazioni per gli studenti di medicina. .</span></li> <li style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Riflessione e dibattito: in questa sezione interattiva, gli uditori sono stati invitati a riflettere sulle possibilità di innovazione delle proprie tecniche di insegnamento attraverso l'apprendimento esperienziale. Sono state stimolate discussioni su come integrare questa metodologia nelle attività didattiche e su come favorire il coinvolgimento attivo degli studenti per un apprendimento più profondo e significativo.</span></li> </ol> <p><span style="font-weight: 400;">Il workshop ha offerto ai partecipanti l'opportunità di esplorare l'apprendimento esperienziale come strumento innovativo per migliorare l'insegnamento e arricchire l'esperienza formativa degli studenti di medicina e professioni sanitarie.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">RISULTATI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Al Workshop hanno partecipato 26 persone, fra cui docenti universitari e studenti di Corsi di Laurea di ambito socio-sanitario. Tra le professioni di cura rappresentate vi erano: Infermieri, Medici, Educatori Professionali e Fisioterapisti.</span><span style="font-weight: 400;"><br></span><span style="font-weight: 400;">Alcuni partecipanti hanno lasciato un feedback verbale molto positivo a fine laboratorio. Inoltre 19 di questi hanno compilato un questionario di gradimento che conteneva 5 brevi domande volte a valutare, tra le altre cose, i punti di forza e di debolezza del workshop dal punto di vista metodologico e dei contenuti.</span></p> <p><img src="/public/site/images/nome_sismitaly/Immagine_WhatsApp_2024-02-01_ore_00.20_.00_70abea3c_.jpg"><br><strong>Figura 1.</strong></p> <p><img src="/public/site/images/nome_sismitaly/Immagine_WhatsApp_2024-02-01_ore_00.20_.04_6847d373_.jpg"><br><strong>Figura 2.</strong></p> <p><img src="/public/site/images/nome_sismitaly/Immagine_WhatsApp_2024-02-01_ore_00.20_.08_6953a882_.jpg"></p> <p><strong>Figura 3.</strong></p> <p><em><span style="font-weight: 400;">Analisi dei punti di forza del workshop</span></em></p> <p><span style="font-weight: 400;">Dai 17 commenti sono emersi apprezzamenti soprattutto riguardo alla presenza di attività pratiche che hanno previsto un coinvolgimento attivo dei partecipanti e la condivisione di esperienze e opinioni.&nbsp;</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">È</span><span style="font-weight: 400;"> stata gradita la possibilità di confrontarsi sui temi proposti tra persone con background professionali differenti ma anche la creazione di un ambiente orizzontale, informale, libero e rispettoso di ognuno. Infine diversi sono stati i commenti positivi rispetto alla competenza, lo stile comunicativo e l’approccio utilizzato dai formatori.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><em><span style="font-weight: 400;">Analisi dei punti di debolezza del workshop</span></em></p> <p><span style="font-weight: 400;">Un punto di debolezza che è stato riscontrato da 3 persone, è stato il poco tempo a disposizione per la trattazione della tematica, motivo per cui è stato manifestato il desiderio di svolgere un approfondimento sulla teoria dell’apprendimento esperienziale di Kolb.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><em><span style="font-weight: 400;">Conclusioni finali</span></em></p> <p><span style="font-weight: 400;">Dai risultati ottenuti dal questionario di gradimento, somministrato al termine del workshop, e dai feedback verbali raccolti, deduciamo che gli studenti, i docenti e le altre figure professionali che hanno partecipato, hanno mostrato uno spiccato interesse nei confronti dell'argomento e delle sue potenziali applicazioni in contesti di formazione e didattica.&nbsp;</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La coerenza tra la tematica trattata e la metodologia utilizzata, ha visto l’applicazione della teoria dell’apprendimento esperienziale. Le attività proposte di self-reflection, brainstorming, riflessione in piccoli gruppi, presentazione dei concetti teorici e rielaborazione plenaria, hanno permesso ai partecipanti di acquisire e interiorizzare strumenti e conoscenze applicabili in molti campi dell’educazione nelle professioni di cura.</span></p> Cesare Del Felice Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9687 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9686 <p><span style="font-weight: 400;">INTRODUZIONE</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">I corsi di laurea in Medicina e Chirurgia si focalizzano principalmente sulle cure secondarie, approfondendo limitatamente le cure primarie nell’insegnamento e come opzione di carriera. Presso Humanitas University, è stata proposta un'attività didattica elettiva per gli studenti del secondo anno al fine di fornire loro un'esperienza di early clinical exposure alla Medicina di famiglia e migliorare la loro comprensione del suo ruolo nel servizio sanitario.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">MATERIALI E METODI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L'attività ha coinvolto 11 studenti del secondo anno, con una parte d’aula di 8 ore e un tirocinio di 50 ore presso studi di medicina generale. L’andamento del progetto è stato monitorato attraverso questionari somministrati agli studenti prima, durante e dopo l'attività, che indagavano la loro percezione e conoscenza del ruolo del medico di medicina generale e la loro eventuale scelta lavorativa. Inoltre, è stato somministrato ai tutor un questionario riguardante il progetto, la motivazione e professionalità degli studenti, l'interazione tutor-studente e l'interesse verso la formazione.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">RISULTATI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Lo studio ha rivelato una forte accoglienza del progetto da parte di studenti e tutor. La maggior parte degli studenti ha riportato un miglioramento nella comprensione del ruolo del MMG, apprezzandone l'importanza nella comunità, nel territorio e per il corretto funzionamento del servizio sanitario. Hanno riconosciuto l'importanza della relazione con i pazienti e degli aspetti specialistici specifici. I tutor hanno valutato positivamente l'esperienza, che ha stimolato il loro interesse nella formazione degli studenti di medicina, e si sono mostrati disponibili per futuri coinvolgimenti.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">CONCLUSIONI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">In generale, il progetto ha ottenuto una risposta molto positiva, migliorando la percezione degli studenti sulla medicina di famiglia e stimolando l'interesse dei tutor nella formazione medica. Si segnalano alcune perplessità riguardo alla mancanza di conoscenze semeiotiche e cliniche da parte degli studenti del secondo anno, ma da altri questa carenza non è stata considerata un problema fondamentale per l'esperienza.</span></p> Cesare Del Felice Italiano Italiano Italiano Italiano Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9686 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9684 <p><span style="font-weight: 400;">INTRODUZIONE</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Tra i numerosi obiettivi formativi previsti nel core curriculum dello studente in medicina non vi è ampio spazio per quanto riguarda tematiche proprie di pedagogia medica.&nbsp;</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">La diffusione di conoscenze relative a questa disciplina è fondamentale per creare consapevolezza negli studenti, così da facilitare lo sviluppo di riflessioni costruttive che permettano di continuare a migliorare la realtà universitaria.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Il SISM, in qualità di associazione di competenza, punta a facilitare questo processo di formazione e sensibilizzazione tramite l’organizzazione di due laboratori a livello nazionale, il Workshop Italiano in Medical Education (WIME) e lo Smile-X Meeting, e di sessioni di formazione a livello locale.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">MATERIALI E METODI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Abbiamo raccolto dati riguardo le formazioni svolte negli ultimi tre anni (2021 - 2023) e siamo andati ad analizzare quali sono stati i macro-argomenti affrontati durante queste. Inoltre, abbiamo analizzato la richiesta di partecipazione agli eventi nazionali che trattano di Medical Education (WIME e Smile-X Meeting) per determinare l’interesse ad approfondire queste tematiche.&nbsp;</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">RISULTATI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Negli ultimi tre anni sono state svolte 147 formazioni in 36 delle 42 Sedi Locali del SISM grazie al lavoro di 56 studenti-formatori WIME attivi (soci che hanno partecipato a tale evento).</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Tra i numerosi argomenti trattati, i più frequenti sono stati:&nbsp;</span></p> <ul> <li class="show" style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Framework CanMEDS;</span></li> <li class="show" style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Etica medica;</span></li> <li class="show" style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Empatia ed intelligenza emotiva;</span></li> <li class="show" style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Interprofessional education;</span></li> <li class="show" style="font-weight: 400;" aria-level="1"><span style="font-weight: 400;">Medicina Narrativa.</span></li> </ul> <p><span style="font-weight: 400;">La qualità dell’evento WIME è stata avvalorata nell’anno 2020 dall’attribuzione di una </span><em><span style="font-weight: 400;">“Student Initiative Grant”</span></em><span style="font-weight: 400;"> allocata da </span><em><span style="font-weight: 400;">Association for Medical Education in Europe (AMEE)</span></em><span style="font-weight: 400;">.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><span style="font-weight: 400;">CONCLUSIONI</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Negli ultimi anni il numero di formazioni organizzate su tematiche di pedagogia medica è stato in costante crescita e il numero di candidature per partecipare a WIME e Smile-X Meeting sempre maggiore, testimoniando grande interesse verso la medical education. Oltre a questo, dai risultati delle evaluation raccolte al termine di ogni incontro è emersa un’opinione condivisa riguardo la necessità di integrare maggiormente questi argomenti nel programma universitario.</span></p> Cesare Del Felice Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9684 Formare alla cura: proposta di un modello multidisciplinare per studenti e professionisti https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9683 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Il processo di cura è composto da aspetti psicobiologici, etici e relazionali che si intersecano fortemente tra loro, in una visione sistemica e processuale del concetto di salute. La formazione in medicina deve tener conto di tali elementi che concorrono a far parte delle competenze culturali ed operative dei medici e di ogni contesto sanitario, fornendo contenuti atti a costruire tali professionalità.</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>È stata realizzata un’indagine epistemologica dei contributi di&nbsp; M. Biondi (biologia della relazione), F. Benedetti (le neuroscienze della relazione medico-paziente), V. Gallese (neuroni specchio), D. Siegel (neurobiologia dell’esperienza interpersonale), M. Hojat (l’empatia nelle professioni di cura), S. Spinsanti (alleanza terapeutica ed etica medica), R. Sapolsky (correlati psicobiologici dello stress nelle professioni di cura), F. Pellegrino (La comunicazione in medicina), R. Charon e M.G. Marini (Medicina Narrativa e Medical Humanities) allo scopo di costruire una proposta formativa completa, comprensiva di tutti gli aspetti citati e, nella parte applicativa, di una formazione relativa all’uso della Medicina Narrativa come parte delle Medical Humanities. Il corso, denominato “Pedagogia generale e sociale” è stato proposto a studenti di medicina e professioni sanitarie e sono state raccolte le produzioni scritte riguardanti la narrazione dell’esperienza di tirocinio, valutate con l’analisi semantica e la grounded theory.</p> <p>RISULTATI</p> <p>Dalle valutazioni emerse in corso d’esame si è rilevato un livello medio-alto di preparazione teorica e, nella parte di narrazione della propria esperienza di tirocinio, una capacità matura di auto ed etero analisi dei propri vissuti e di lettura delle criticità e punti di forza dell’ambiente ospedaliero.</p> <p>DISCUSSIONE</p> <p>Da parte degli studenti nelle produzioni scritte ricorrono espressioni che denotano motivazione specifica verso gli aspetti relazionali della professione e predisposizione alla <strong>comunicazione empatica. </strong>Quanto discusso è confermato anche dall’analisi delle parole ricorrenti nelle produzioni scritte che mostra come la frequenza di <strong>soddisfazione, empatia, relazione, imparare, cura, umanità</strong> si affianchi a <strong>timore, ansia, paura, sofferenza</strong>; compaiono in misura minore le parole <strong>collaborazione, comunicazione</strong> ma anche<strong> indifferenza e stress</strong>. L’analisi delinea un quadro che rispecchia l’esistenza di una pluralità di elementi prevalentemente positivi, ma anche negativi, nel comportamento e nel vissuto di tirocinanti, professionisti e dei pazienti stessi.</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>Da quanto sperimentato si evince che la trattazione dei diversi contenuti proposti nel corso ha consentito agli studenti di sviluppare efficaci abilità di interazione comunicativa e capacità relazionali alla base della professionalità in ambito sanitario in maniera integrata e plurimodale. Si intende, dunque, proseguire su tale strada aggiornando periodicamente la proposta formativa con conoscenze emergenti dalle successive ricerche in tali settori ed eventualmente estendere tale tipo di formazione anche al personale in servizio.</p> Chiara D'Alessio Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9683 Ambiente di apprendimento nelle scuole di specializzazione mediche in Italia: una survey pilota https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9682 <p><strong>Ambiente di apprendimento nelle scuole di specializzazione mediche in Italia: una survey pilota</strong></p> Alberto Olivero Francesco Cuniberti Andreea Beatrice Stefan Jacopo Trioni Paolo Leombruni Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9682 Servizio di Aiuto Psicologico (SAP) del CdL di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino: primi risultati a 2 anni dall’apertura https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9681 <p><strong>Servizio di Aiuto Psicologico (SAP) del CdL di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino: primi risultati a 2 anni dall’apertura </strong></p> Andreea Beatrice Stefan Jacopo Trioni Giovanna Soro Alberto Olivero Marco Miniotti Paolo Leombruni Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9681 Attitudine alla centralità del paziente nella relazione di cura negli studenti del CdL in Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9680 <p><strong>Attitudine alla centralità del paziente nella relazione di cura negli studenti del CdL in Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino</strong></p> Alberto Olivero Marco Miniotti Francesco Cuniberti Paolo Leombruni Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-27 2024-03-27 23 2 10.13135/1971-8551/9680 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9679 <p><strong>Background</strong></p> <p><span style="font-weight: 400;">La Medicina di Genere (MdG) è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali sullo stato di salute e di malattia.&nbsp;</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti legate al genere nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonché negli stili di vita, nell’accesso alle cure e nella risposta ai nutrienti.</span></p> <p><span style="font-weight: 400;">L’insegnamento e le conoscenze riguardanti la MdG spesso non sono tenute in considerazione nei Curricola dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia. Da qui lo scopo di questo lavoro: </span><span style="font-weight: 400;">capire quanto lo studio della Medicina di Genere sia veramente integrato nel CdL di Medicina e Chirurgia e soprattutto quanto tra studenti sia percepita questa integrazione.</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Metodi</strong></p> <p><span style="font-weight: 400;">E’ stata prodotta una Survey, somministrata a studenti delle facoltà di Medicina e Chirurgia di tutta Italia.&nbsp;</span></p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Risultati</strong></p> <p><span style="font-weight: 400;">I risultati indicano come, nel complesso, il 50% delle persone intervistate, non abbia mai trattato la MdG durante il proprio percorso di studi; il 50% di loro non ha visto applicare la MdG nei vari reparti ospedalieri; il 65% non ritiene che la tematica sia trattata adeguatamente dal proprio Ateneo. Sulla base di questo, emerge la necessità complessiva di approfondire la materia con il fine di formare una classe medica consapevole delle differenze legate al genere nella salute.</span></p> <p><strong>Conclusione</strong></p> <p><span style="font-weight: 400;">I risultati ottenuti, hanno portato ad aprire una discussione su quanto, nonostante sia una materia riconosciuta a livello internazionale, in Italia non venga trattata in maniera adeguata. Questi risultati fanno riflettere sulla necessità di integrare, nella formazione professionale, anche una materia tanto nuova quanto importante come la MdG.</span></p> Cesare Del Felice Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Italiano Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9679 Stress management through the Feldenkrais Method ® in the complex world of healing. How to become creators of one's own well-being through new mind-body approaches. https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9678 <ol> <li class="show">INTRODUZIONE</li> </ol> <p>Lavorare a contatto con la sofferenza altrui può essere intenso e gratificante, ma richiede capacità di elaborazione del proprio carico emotivo e risorse/strategie per la gestione dello stress. Intercettando questo bisogno, dal 2020 la AUO Città della Salute e della Scienza di Torino offre ai suoi dipendenti il corso “Conoscersi Attraverso il Movimento®: Sperimentazione di pratiche motorie come strumento di gestione dello stress lavoro correlato per Operatori Sanitari”, al fine di potenziare il riconoscimento della propria personale risposta allo stress e di acquisire nuove risorse somatiche per la gestione dell’ansia. Il corso è affiancato da una ricerca atta a valutare l'impatto della proposta sulla percezione dello stress lavoro correlato.</p> <ol start="2"> <li class="show">MATERIALE E METODI</li> </ol> <p>Nel <em>workshop </em>proposto al congresso sono stati sperimentati alcuni esercizi del Metodo Feldenkrais ® finalizzati all'ascolto del proprio respiro e asse centrale, con lo scopo di avvicinarsi all’utilizzo di alcune tecniche per la conoscenza del proprio Sé nella gestione delle situazioni assistenziali complesse. E’ poi stato lasciato spazio alle riflessioni sull’ascolto di Sé nell’esperienza svolta, ponendo particolare attenzione ai segnali corporei che permettono di riconoscere tempestivamente l’insorgere di stati di malessere, e all’utilizzo di risorse e strategie somatiche per elaborare e gestire lo stress. In ultimo sono stati presentati e discussi i risultati raccolti su un campione di 130 partecipanti a 10 edizioni, di 6 incontri ciascuna svolto dal 2021 al 2023 e presentati gli strumenti utilizzati per la valutazione d’impatto: Scala di Sheldon-Cohen sullo Stress Percepito, questionario di verifica dell’apprendimento e di gradimento, <em>Focus Group</em>.</p> <ol start="3"> <li class="show">RISULTATI</li> </ol> <p>Dall’esperienza condotta durante il <em>workshop</em> è emerso come l'aumento della propriocezione e dell'ascolto consapevole di sé possa aiutare a gestire e affrontare la moltitudine di variabili potenzialmente fonte di stress e disagio per gli operatori sanitari. Ascoltare il proprio corpo e riconoscere le risorse somatiche ha permesso agli iscritti di percepire un aumento del senso di padronanza e della capacità di fronteggiare la complessità nella quale le persone si sono immerse. Anche i dati raccolti sul campione di 130 partecipanti, che confermano come l'acquisizione di strategie somatiche possa aiutare a ridurre la valutazione e la percezione dello stress lavoro correlato, sono in linea con quanto discusso durante il <em>workshop</em>.</p> <ol start="4"> <li class="show">DISCUSSIONE E CONCLUSIONI</li> </ol> <p>I risultati sul miglioramento della gestione delle situazioni stressanti sottolineano la necessità di garantire una elevata collegialità e la partecipazione diffusa tra tutte le figure professionali attive nei contesti di cura. La conduzione di percorsi di consapevolezza di sé di <em>micro-équipe</em>, laddove richiesto<em>,</em> potrebbe rivelarsi una strategia da esplorare, come estendere l'indagine coinvolgendo i Responsabili di Servizio e i Dirigenti potrebbe aiutare a sensibilizzare gli organi di gestione aziendale e a raccogliere informazioni più dettagliate sull'organizzazione del lavoro, sulle mansioni/responsabilità lavorative, sulle criticità e punti di forza, condividendo l’importanza di azioni di prevenzione e cura su affaticamento e <em>burn out</em>.</p> Laura Cominetti Emilio Giugiaro Lorenza Migliore Giuseppe Massazza Laura Clarici Dario Gavetti Marco Bertoli Giorgia Bartolini Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9678 Working toward knowing how to be: "Getting to know the reality of asylum seekers and refugees. A workshop on relationships and insights." https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9618 <p>"Getting to know the reality of asylum seekers and refugees. Relations and Insight Workshop" is an educational proposal offered by the Sapienza University of Rome, in collaboration with the Centro Astalli and the Italian Secretariat for Medical Students (SISM). The main goal of the experience is to propose and "inhabit" spaces for shared reflection on education (medical and otherwise) and on the need for ethical committment of health professionals.</p> Serafina Torchiaro Maurizio Marceca Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9618 Advanced simulation in the training of general practitioners tutors in specific training in general practice https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9666 <p>-</p> Fabrizio Valcanover Norma Sartori Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9666 La tutorship nell'inserimento dell'ostetrica in ambito di Neonatologia: un'esperienza pilota in una prospettiva di skill mix change https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9667 <p>L’attuale scenario delle professioni sanitarie impone un approccio integrato e dinamico di <em>skill management</em>, finalizzato a sviluppare le competenze, i ruoli e le professionalità sanitarie necessarie per rispondere alle mutevoli condizioni e ai bisogni assistenziali. In ambito materno-infantile, per dare risposte efficaci ed appropriate anche allo <em>shortage</em> infermieristico un'ipotesi è dedicare l’ostetrica all’assistenza della diade mamma-bambino. L'Ospedale di Trento nel 2022, ha introdotto l’ostetrica nell’assistenza al neonato sano, in integrazione al team di medici, infermiere e puericultrici. L’inserimento, con il raggiungimento delle competenze attese, accanto alla maturazione del team work dove professionisti diversi sono tesi a raggiungere lo stesso obiettivo, si sono realizzati con l’uso combinato di strategie e strumenti tutoriali avanzati, integrati e diversificati.</p> Rosanna Clementi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9667 Studenti di infermieristica vittime di violenza durante il tirocinio clinico: una revisione sistematica a metodo misto https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9665 <p>INTRODUZIONE</p> <p>Il National Institute for Occupational Safety and Health (2019) definisce invece la violenza sul posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento o abuso verbale che si verifica nel luogo di lavoro”. Si stima che circa la metà di tutti gli operatori sanitari durante la loro carriera possano subire atti violenti e gli infermieri hanno una probabilità tre volte maggiore di subire violenza rispetto agli altri professionisti sanitari (Brophy et al., 2018; Havaei et al., 2020; Somani et al., 2021). Per il personale sanitario, il comportamento aggressivo è stato collegato ad aumentati livelli di burnout (de Looff et al., 2019) e assenteismo (Edward et al., 2014), nonché a traumi psicologici e fisici (Lee et al., 2015; Speroni et al., 2014). É stimato che il 2% del personale viene perso a causa della violenza sul posto di lavoro con conseguenti notevoli costi di assunzione (Ipsos MORI, 2010). Sebbene le prove sopra delineate indichino che il personale infermieristico subisce violenza sul lavoro, la ricerca sulle esperienze degli studenti infermieri è piuttosto limitata.</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Lo scopo di questa revisione, a metodo misto, era quello di <u>identificare</u> la gravità e la portata della <em><u>prevalenza</u></em> globale della <u>violenza fisica e verbale</u> vissuta dagli studenti infermieri durante il tirocinio clinico, e <u>descriverne</u> le <em>esperienze correlate</em>. L'ampiezza del tipo di studio era necessaria per garantire un quadro completo di esplorazione e sintesi delle prove. La popolazione era composta da studenti di infermieristica provenienti da differenti setting di tirocinio. La ricerca sistematica dei documenti è avvenuta attraverso sei database elettronici appropriati alla domanda di ricerca: MEDLINE, Scopus, CINAHL, EMBASE, WoS (Web of Science) e PsycINFO. Gli studi inclusi nella ricerca erano compresi tra 2012 e il 2022. La valutazione della qualità metodologica degli studi inclusi è stata effettuata da due ricercatori indipendenti mediante il Mixed-Methods Appraisal Tool (MMAT). Per il reporting della revisione è stato seguito il documento “The PRISMA 2020 statement: an updated guideline for reporting systematic reviews” (Page et al., 2021).</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Nella revisione sistematica sono stati inclusi 24 studi (Figura 1).</p> <p>Figura 1. Diagramma di flusso PRISMA</p> <p>&nbsp;</p> <p>Negli ultimi anni il fenomeno della violenza verso gli studenti infermieri, durante il tirocinio clinico, ha suscitato sempre più interesse, come dimostrato dal numero crescente di pubblicazioni scientifiche che sono state realizzate in varie parti del mondo (Figura 2).</p> <p>Figura 2. Luoghi di pubblicazione degli studi</p> <p>&nbsp;</p> <p>All’interno degli studi la violenza è stata suddivisa soprattutto in verbale e fisica, meno frequentemente è stata trattata la violenza sessuale, razziale e psicologica subita dagli studenti. La frequenza delle aggressioni è molto variabile all’interno dei Corsi di studio. I tipi di violenza maggiormente sperimentati dagli studenti consistono principalmente in violenza verbale (range = 11-93%) e aggressioni fisiche (range = 4-89%). Dagli studi è emerso che i setting clinici all’interno dei quali si sono verificati con più frequenza gli atti violenti sono quelli ospedalieri rispetto agli ambienti extra ospedalieri. Gli episodi di violenza sembrano verificarsi più frequentemente nei reparti di emergenza e psichiatrici. Gli autori della violenza sono i medesimi, ovvero prevalentemente pazienti e caregiver, seguiti da infermieri, tutor clinici e altri studenti di infermieristica. Gli studenti hanno sperimentato sia emozioni primarie come paura, rabbia e tristezza, che secondarie come insicurezza, frustrazione, umiliazione, impotenza, vergogna e senso di inadeguatezza. Dall’analisi dei risultati qualitativi è emerso che buona parte degli studenti di infermieristica tende a giustificare le violenze subite durante il tirocinio clinico per compassione verso pazienti affetti da disturbi mentali.</p> <p>&nbsp;</p> <p>DISCUSSIONE</p> <p>Si è riscontrato che molto spesso gli studenti di infermieristica si trovano ad affrontare situazioni in tirocinio per le quali non sono stati adeguatamente preparati durante il percorso formativo, in quanto il tema della violenza sul luogo di lavoro e le strategie di prevenzione degli atti aggressivi vengono raramente affrontate all’interno del programma didattico. La violenza ha un forte impatto sugli studenti in quanto provoca una diminuzione dell’autostima, delle opportunità di apprendimento ed è spesso causa di un precoce abbandono degli studi (Tee and Valiee, 2020; Üzar-Özcetin et al., 2021; Mayer et al., 2022).</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>La violenza subita dagli studenti durante il tirocinio clinico è un fenomeno presente e reale, pur molto variabile tra gli studi. In considerazione delle potenziali conseguenze personali, sociali ed economiche, i formatori dovrebbero adottare strategie multiple per affrontare un fenomeno che può aggravare la già presente carenza di infermieri.</p> Paola Ferri Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9665 A Faculty Development experience for the Degree Course 'Techniques of Medical Radiology, imaging and radiotherapy' https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9662 <p>The contribution presents a Collegial Faculty Development experience conducted at the bachelor degree in 'Techniques of Medical Radiology, imaging and radiotherapy' at the University of Genoa.<br>Through the co-planning of lessons based on Case-Based Learning and co-led by teachers of different disciplines, the project has made it possible to make first-year students of the Degree Course more aware of the contribution of the basic theoretical disciplines (anatomy) in the construction of the professional profile of the Medical Radiology Healthcare Technician.</p> Paola Alessia Lampugnani Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9662 Italiano https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9661 <p>The certainties gained in 30 years of research on sex and gender diversity do not yet belong to daily clinical practice, despite legislative efforts (law 3/2018 and application plan of June 2019). The androcentric orientation of the texts used over the years of study has influenced a non-inclusive medical vision of gender differences in the same diseases.<br>The awareness of these difficulties led to the proposal already in July 2021, anticipating the training plan for gender medicine of 04/11/23 (which provides training courses on gender differences for all subjects in post-graduate training , as well as for the first and second level masters) a three-year seminar course to train students on the important differences in the prevention, diagnosis and treatment of the same pathologies in males and females.<br>Methods:<br>4 hours of seminars were provided per year of the course, part in distance learning, part in person; lectures (max 20 minutes) alternated with multimedia classroom surveys and discussions of didactic and real clinical cases.<br>Results<br>They have been trained<br>• 608 1st year students, on the history, meaning and evolution of gender-specific medicine, hints on the differences in cardiology and gender pharmacology and gender medicine applied to the male gender, preparatory to the subsequent seminars. They were asked to choose the topics to explore in depth the following year<br>• 371 of the 2nd year, on psychiatry, cardiovascular, oncology but also pharmacology (no perceived training need)<br>• 219 of the 3rd year (complete path): on violence (clinical manifestations, medical-legal aspects and solutions) and on gender differences in Long Covid<br>Conclusions<br>The use of multimedia teaching tools alternating with frontal lessons, with real-time processing of the contributions, proved fundamental in stimulating participation. Positive feedback denoted interest in a perspective NEVER addressed before during the course of study. The effectiveness of the training will be evaluated by a multidisciplinary medical-psychological team</p> Maria Milano Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9661 Ragionare nella complessità e nell’incertezza https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9658 <p>BACKGROUND</p> <p>“…<em>in epoca di pensiero debole narrativologico, di pensiero forte Evidence-based, e di pensiero potenziato dalle macchine [è necessario] soddisfare in medicina il bisogno di un diffuso pensiero logico</em>” <em>(Delvecchio 2020: 14)</em></p> <p>Parafrasando questa frase di Delvecchio, si potrebbe dire che basterebbe anche soddisfare il bisogno di pensiero, il bisogno di rigore nella cura. Il ragionamento clinico, il nostro principale strumento disciplinare, non viene mai insegnato abbastanza.</p> <p>Paradossalmente, con la disponibilità di una diagnostica affinata permessa dal progresso tecnologico il pensiero deve essere presente e rigoroso, anche per scoraggiare la tentazione di lavorare spensierati, basandosi sull’intelligenza artificiale prossima ventura e anche presente.</p> <p>&nbsp;Il ragionamento clinico ha uno zoccolo duro antico e uniforme, ma si modella e si plasma sul contesto specifico di cura. È necessario quindi, per insegnarlo, conoscere le basi comuni e le strategie specifiche legate al contesto di cura e ai bisogni dei discenti.</p> <p>&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> <p>OBIETTIVI DEL WORKSHOP</p> <p>Al termine del workshop il/la partecipante:</p> <ul> <li>avrà raggiunto una miglior comprensione dell'importanza dell'insegnamento del ragionamento clinico nei curricula professionali</li> <li>conoscerà i metodi didattici oggi considerati efficaci per un suo insegnamento</li> <li>sarà in grado di scegliere le strategie oggetto di insegnamento in un allineamento costruttivo con la situazione in cui lo studente/specializzando andrà ad operare (territorio, ospedale, alto rischio, emergenza, alta/bassa complessità o incertezza)</li> </ul> <p>&nbsp;</p> <p>ARTICOLAZIONE /METODO</p> <p>Dalla narrazione di un caso clinico-stimolo, e dei conseguenti dialoghi didattici tra clinici in vari setting e per diversi tirocinanti, si presentano alla discussione con i partecipanti vari approcci pedagogici e strategie didattiche dell’insegnamento del metodo clinico, sottoposti a successivo commento critico.</p> <p>Si conclude il workshop con una serie di suggerimenti e l’esplicitazione delle aree problematiche per una efficace didattica su questa competenza, anche in vista degli sviluppi futuri dell’intelligenza artificiale e dei cambiamenti sociali e del cambiamento in sanità, che rendono necessaria la competenza di ben saper ragionare nella complessità e nell’incertezza.</p> <p>&nbsp;</p> <p>RISULTATI</p> <p>Il workshop ha suscitato interesse in sede congressuale: tutti e 25 i posti disponibili sono stati occupati da partecipanti attenti e attivi. I feedback sono stati positivi, anche per il clima collaborativo tra varie figure di professionisti e l’interesse degli interventi.</p> <p>Il caso presentato in modo analitico ha mostrato in modo convincente come un approccio “maieutico” possa essere efficace nell’insegnamento di metodo.</p> <p>Inoltre, presentando in modo verosimile tutti gli aspetti dell’insegnamento nei setting clinici, i partecipanti hanno toccato con mano l’importanza degli elementi di contesto nel modulare e organizzare il pensiero clinico.</p> <p>Si è reso anche evidente che esplicitare i punti di vista diversi di un caso clinico è un lavoro faticoso ma la conoscenza contestualizzata che ne deriva è uno strumento di apprendimento molto efficace. Ancora una volta si comprende come un ragionamento clinico non si insegni <em>in vacuo </em>e che le curiosità degli studenti sugli aspetti di processo e organizzativi sono elementi importanti per capire poi il ragionamento in sé.</p> <p>Infine, sono emersi i problemi del rapporto tra territorio e ospedale, e l'importanza di una continuità del pensiero clinico tra il primo professionista che vede il paziente sul territorio e gli altri professionisti ospedalieri, tenendo conto delle differenze di setting organizzativi.</p> <p>Quindi, non solo si possono ritenere raggiunti gli obiettivi di apprendimento, ma è possibile anche sottolineare l’importanza che per i formatori presenti riveste un insegnamento del ragionamento clinico sempre contestualizzato e il più possibile consapevole e attento alle decisioni precedenti e successive nel percorso del paziente prese da altri professionisti in contesti diversi.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>CITAZIONI</strong></p> <p>Delvecchio G. Logica e diagnosi. Principi di metodologia medica. Rubbettino, 2020. ISBN: 9788849859690</p> <p>&nbsp;</p> Giuseppe Parisi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-28 2024-03-28 23 2 10.13135/1971-8551/9658 Le competenze del supervisore-coach nel contesto della formazione/lavoro in medicina generale: un progetto sperimentale https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9657 <p>INTRODUZIONE</p> <p>Vista la carenza a livello nazionale dei medici di medicina generale è stata data ai medici frequentanti il Corso Triennale di Formazione Specifica in Medicina Generale (FSMG) la possibilità di iniziare l’attività professionale senza una previa attività di tirocinio, equiparandola ad esso.</p> <p>La FSMG di Trento, nell’intento di favorire un graduale passaggio dalla formazione al lavoro, ha individuato nella supervisione-coach una possibile modalità alternativa alla tutorship, e in mancanza di esperienze di supervisioni strutturate a livello nazionale, ha deciso di avviare il presente progetto sperimentale.</p> <p>L’obiettivo consiste nel costruire una figura di supervisore che risponda alle esigenze dell’attuale contesto di formazione/lavoro e valutare la sua efficacia nel migliorare le competenze dei medici corsisti in contesto di formazione/lavoro garantendo la sicurezza del paziente.</p> <p>Seguendo la letteratura (Balon et al., 2021; Cooper &amp; Forrest, s.d.; Kilminster &amp; Jolly, 2000; Launer, s.d.; Lee et al., 2022; O’Sullivan et al., 2021; Radha Krishna et al., 2019; Rothwell et al., 2021), si sono identificate tre funzioni di questa figura: 1) coaching (stimolare e valorizzare l’autonomia lavorativa e la crescita), 2) consulenza e 3) valutazione del medico corsista.</p> <p>Un gruppo di medici di medicina generale esperti hanno frequentato un corso di 12 ore progettato ad hoc e successivamente seguito un medico corsista. Parallelamente è stata attivata una supervisione ai supervisori-coach attraverso una “comunità di pratica”, al fine di condividere le esperienze e riflettere sul nuovo ruolo assunto.</p> <p>&nbsp;</p> <p>MATERIALI, METODI E RISULTATI</p> <p>La valutazione dell’esperienza, basata sull’analisi dei questionari somministrati, e di una serie di focus group, indica che c’è stato un miglioramento della capacità di interpretare il ruolo di supervisore da parte dei partecipanti e un miglioramento delle competenze specifiche. Inoltre, il progetto è stato gradito e accettato dai medici corsisti, dei quali è stata documentata la crescita professionale.</p> <p>&nbsp;</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>Il supervisore coach è una utile risposta alla complessità del passaggio dalla formazione al lavoro nell’attuale sistema formativo, contribuendo a ripristinare la gradualità di passaggio dalla formazione al lavoro, garantendo la sicurezza del paziente.</p> Giuseppe Parisi Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-29 2024-03-29 23 2 10.13135/1971-8551/9657 Rivisitare un corso pratico utilizzando le griglie descrittive e il metodo di Peyton aggiornato per la generazione Z https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9642 <p style="font-weight: 400;">L’insegnamento delle abilità tecnico-gestuali è un elemento rilevante della formazione in ambito sanitario (Grantcharov and Reznick, 2008). Esistono diverse strategie per insegnare le abilità pratiche come il metodo Halsted (1904) o i più moderni video learning (Maloney et al., 2012). Tra queste, una delle più supportate e condivise è l’approccio secondo Peyton (Giacomino et al., 2020). Il metodo Peyton è una procedura a quattro step che guida lo studente dalla dimostrazione della tecnica alla comprensione delle singole fasi del gesto (deconstruction and comprehension) e termina con l’esecuzione in completa autonomia (performance) (Krautter et al., 2011).</p> <p style="font-weight: 400;">All’Istituto Superiore di Osteopatia (ISO) di Milano sempre più corsi vengono strutturati utilizzando questa metodologia con l’aggiunta di alcune variazioni in modo da venire incontro alle esigenze e alle caratteristiche degli studenti della generazione Z. Ogni tecnica facente parte del programma del corso è descritta in specifiche griglie in modo da allineare la spiegazione della stessa da parte di docente e assistenti riducendo così eventuali variazioni del gesto. Durante la lezione, la classe viene divisa in gruppi da 8/10 studenti con un docente/assistente per ogni gruppo. Questi piccoli gruppi aumentano la qualità dell’insegnamento mediante il metodo di Peyton e favoriscono il passaggio di</p> <p style="font-weight: 400;">feedback personalizzati per ogni studente (Giacomino et al. 2020).</p> <p style="font-weight: 400;">Le griglie descrittive sono utili agli studenti per guidare il proprio ripasso e agli insegnanti per costruire delle griglie valutative allineate da utilizzare all’esame. La griglia valutativa è in possesso degli studenti già dal primo giorno di lezione e, al termine di ogni argomento, ne viene usata una simile per la valutazione formativa.</p> Mattia Cella Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-29 2024-03-29 23 2 10.13135/1971-8551/9642 L’esperienza digitale ECM di Regione Lombardia: Il Digital Learning per i professionisti sanitari e i nuovi modelli di controllo per i provider lombardi https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9626 <p>L’orientamento post-pandemico di Regione Lombardia è stato capitalizzare l’esperienza sviluppata sul versante digitale sotto un duplice profilo: per favorire l’accreditamento di metodologie formative innovative per i professionisti sanitari, per definire nuovi modelli di gestione del processo dei controlli attraverso l’Osservatorio ECM.&nbsp; In entrambe i casi obiettivo dominante creare una cultura del digitale tra i provider lombardi.</p> MARIANGELA DEVERCELLI Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-29 2024-03-29 23 2 10.13135/1971-8551/9626 Il Laboratorio di Comunicazione e Relazione d’Aiuto nel CdL in Infermieristica dell’Università di Torino https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9607 <p>INTRODUZIONE (BACKGROUND)</p> <p>Parallelamente all’acquisizione di conoscenze teoriche e competenze tecniche applicate al ragionamento clinico, la formazione infermieristica richiede lo sviluppo di capacità comunicative e relazionali adattate al contesto di cura. Da più di un ventennio, il CdL in Infermieristica di UniTo prevede un percorso di attività di laboratorio (Laboratorio di Comunicazione e Relazione d’Aiuto) di 60 ore lungo il triennio di formazione volto alla promozione delle capacità comunicative e relazionali degli studenti.</p> <p>MATERIALI E METODI</p> <p>Il percorso consta di attività esperienziali in piccoli gruppi guidate da uno psicologo e seminariali in plenaria, con partecipazione obbligatoria, focalizzate su aspetti cardine della relazione di cura e articolate come segue: 1anno-Seminario sul tocco terapeutico, Esperienza guidata sul gruppo di lavoro, Laboratorio sulle abilità comunicative, Esperienza guidata sulle parole-chiave (Relazione, Cura, Salute); 2anno-Esperienza guidata sul paziente difficile, Esperienza guidata sulle parole-chiave (Ascolto, Empatia, Sentimento); 3anno-Seminario sulla cura del morire; Esperienza guidata sul gruppo di lavoro, Esperienza guidata sulle parole-chiave (Compassione, Rabbia, Morte).</p> <p>RISULTATI</p> <p>Il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli studenti all’offerta formativa è generalmente buona. Le attività proposte vengono riconosciute utili sul piano della professionalità e quali occasioni di riflessione e confronto per una crescita personale e per la gestione delle difficoltà emozionali esperite durante il tirocinio.<span class="Apple-converted-space">&nbsp;</span></p> <p>L’analisi delle dinamiche gruppali all’interno dei piccoli gruppi sostiene la fruibilità del percorso.</p> <p>CONCLUSIONI</p> <p>Il Laboratorio di Comunicazione e Relazione d’Aiuto si conferma quale proposta formativa utile e sostenibile all’interno della formazione infermieristica.</p> Mariagiulia Bailon Marco Miniotti Paolo Leombruni Patrizia Massariello Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-29 2024-03-29 23 2 10.13135/1971-8551/9607 medicina narrativa La pratica della Medicina Narrativa per lo sviluppo delle strategie di coping negli adolescenti ricoverati per disturbi funzionali al tempo del Covid. https://ojs.unito.it/index.php/tutor/article/view/9555 <p><strong>Introduzione: </strong>In Italia, circa 9 milioni di bambini e adolescenti sono stati esposti allo scenario emergenziale del SARS CoV-2 e alle misure messe in atto per contenerlo, sperimentando cambiamenti sostanziali nei loro contesti familiari, educativi e sociali.</p> <p>Nel 60-70% della popolazione pediatrica generale troviamo un malessere che si traduce in disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione nei più piccoli, mentre negli adolescenti prevalgono ansia e depressione. Nella pratica clinica e in letteratura, emerge come l'espressione del disagio, già presente nella vita di questi adolescenti ma slatentizzato o amplificato dalla pandemia.</p> <p>Lo studio dimostra come affiancarsi alla complessità e al disagio con la pratica della Medicina Narrativa e della Consulenza autobiografica.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Materiali e metodi:</strong> Lo studio osserva all'interno della UOC di Pediatria dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre, l'utilizzo della Medicina Narrativa, quale metodologia d'intervento clinico assistenziale finalizzata alla costruzione condivisa, tramite le narrazioni, di un percorso di cura personalizzato. E l’uso della Scrittura Autobiografico secondo il metodo della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Ar).</p> <p><strong>&nbsp;</strong></p> <p><strong>Risultati:</strong> Le narrazioni contengono elementi che esprimono disagio, sotto le forme psicologiche, fisiche, sociali, famigliari, ed aspetti che riconducono a delle strategie di coping messe in atto. Emerge la possibilità formare alla complessità il personale attraverso la Medicina Narrativa.</p> <p><strong>&nbsp;</strong></p> <p><strong>Conclusione</strong>: gli elementi emersi nel piccolo campione, hanno evidenziato attraverso la Medicina Narrativa:</p> <ul> <li>risvolti legati ad una funzione terapeutica che, con l’aiuto del Facilitatore di Medicina Narrativa, permette lo sviluppo di autoconsapevolezza e di suggerimenti per l'acquisizione di strategie di coping;</li> <li>un risvolto autoformativo e formativo sia sui pazienti che sugli operatori. Sui primi con la possibilità di costruire un percorso di cura personalizzato; su secondi di formarsi alla complessità, stimolando la discussione multidisciplinare con le altre figure professionali coinvolte verso individuazione di interventi mirati alle esigenze, alle priorità e al vissuto della persona che assiste.</li> </ul> <table> <tbody> <tr> <td width="40"> <p>&nbsp;</p> </td> <td width="584"> <p>&nbsp;</p> </td> </tr> </tbody> </table> <p>&nbsp;</p> <p>&nbsp;</p> Sabina Ferro Copyright (c) 2024 Tutor 2024-03-29 2024-03-29 23 2 10.13135/1971-8551/9555