Nuova Rivista di Storia della Medicina
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Società Italiana di Storia della Medicinait-ITNuova Rivista di Storia della Medicina2724-4954Ludovico Settala, il protomedico de I promessi sposi. Una nota di storia della medicina
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<p>A volte accade che un capolavoro letterario riporti alla luce personalità mediche da tempo dimenticate. Questo è quanto avviene ne I promessi sposi quando, narrando della peste del 1630 a Milano, Alessandro Manzoni restituisce un nome e un volto all’allora protofisico dello Stato. Fra i pochi medici contemporanei ancora viventi ad essersi cimentati con l’epidemia del 1576, Ludovico Settala (1552-1633) ha già scritto molto sulla malattia. Non meraviglia dunque la prontezza con cui individua i nuovi primi casi, così come l’intrepidezza con la quale reagisce all’incredulità altrui. Sebbene ancora legato all’antica teoria umorale, le sue ope-re colpiscono per la fede nell’esperienza, la semeiotica raffinata, l’estesa cultura botanica necessaria a fini terapeutici ed i consigli igienici preventivi. Con ciò Settala si rivela figura medica cardine di transizione verso la modernità.</p>Patrizia Cincinnati
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2024-03-132024-03-135111310.13135/2724-4954/10002A Matter of Blood. Female Health and Impurity in Byzantine Medical and Canonical Discourses
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<p>I lettori contemporanei dei testi bizantini riguardanti il ciclo mestruale possono osservare un certo grado di ambiguità nella rappresentazione di questo argomento. La tradizione ebraica antica mostra una percezione prevalentemente negativa del sangue della donna, evidente in varie parti del Levitico. Queste vedute influenzarono successivamente vari aspetti della società bizantina. Mentre la medicina erudita bizantina, vista come erede della tradizione ippocratica, considera il rapporto sessuale con una donna mestruata non favorevole al concepimento, la conoscenza medica popolare lo reputa causa di lebbra. Inoltre, il diritto canonico bizantino vieta alle donne di partecipare alla liturgia durante il ciclo mestruale attivo. Attraverso un’indagine sull’influenza e sulla coerenza nei testi bizantini, questo studio sostiene che l’allineamento delle opinioni tra gli scrittori bizantini riguardo al sangue delle donne suggerisca una condivisione culturale derivante da fonti ebraiche e una potenziale interazione nella trattazione dell’argomento. Comprendendo il contesto storico e le influenze, è possibile ottenere approfondimenti sulla formazione dei pregiudizi bizantini nei confronti delle donne e del loro sangue.</p>Gabriele Torcoletti
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2024-03-142024-03-1451154110.13135/2724-4954/10010Purgatorio, il culto dei defunti abbandonati e i rituali funebri nella cultura popolare di Napoli
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<p>Il culto delle anime del Purgatorio ha avuto una straordinaria diffusione a Napoli fin dall’inizio del XVII secolo. Nella città partenopea il culto assunse caratteristiche uniche per il particolare interesse rivolto alle anime abbandonate, e perché si intrecciò con la pratica di venerare teschi anonimi presenti negli ossari e negli ipogei delle chiese, le <em>terresante</em>. In queste cripte sotterranee si eseguiva una pratica funeraria nota come <em>scolatura </em>dei morti, una procedura finalizzata alla essiccazione/scheletrizzazione dei cadaveri. I crani accumulati in questi luoghi durante i secoli, o venuti alla luce nel corso di scavi urbani per opere di restauro, nel tardo XIX secolo divennero oggetto di un culto in cui erano considerati rappresentanti di anime abbandonate nell’aldilà. Questa versione del culto delle anime del Purgatorio fu ufficialmente bandita dalla Chiesa nel 1969 ma, ciononostante, la devozione continuò. L’eccezionale diffusione del culto del Purgatorio e dei morti abbandonati è attestata dalle numerose edicole votive presenti nelle vie del centro storico della città comprendenti nicchie popolate da statuine raffiguranti le anime sofferenti con la metà inferiore del corpo caratteristicamente avvolta nelle fiamme. Tra esse è costante la presenza di una miniatura di un teschio, rappresentazione visibile delle anime abbandonate del Purgatorio, a indicare la centralità e il simbolismo di questo elemento.</p>Marcello Guarino
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2024-03-132024-03-135115410.13135/2724-4954/10017Alla ricerca del teatro perduto. Il “teatro anatomico” di Vercelli (secoli XVIII-XX)
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<p>Dall’abbattimento, negli anni sessanta, di parte dei fabbricati dell’antico ospedale maggiore Sant’Andrea in Vercelli, si è conservato l’elegante edificio tardo-neoclassico che, grazie alle planimetrie del fondo ospedaliero dell’Archivio di Stato di Vercelli, si è scoperto aver ospitato la sala anatomica, il gabinetto e le sottostanti camere mortuarie. Dagli “Ordinati” del fondo si ricavano la data di costruzione – 1852 – e le coeve disposizioni relative alla dissezione. Su tale pratica si sono reperite notizie anche precedenti, a partire dal 1729, riferite alla didattica interna all’ospedale insieme a quella dell’insegnamento universitario, che sul finire del Settecento era stato decentrato dall’ateneo torinese. Tuttavia non è stato individuato, tra le planimetrie pur dotate di legenda, un locale specificamente denominato, nonostante non manchino le fonti che citano come esistente un teatro anatomico.</p>Laura Berardi
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2024-03-142024-03-145114310.13135/2724-4954/10011Silvia Bencivelli. Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata
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Giancarlo Cerasoli
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2024-03-222024-03-22511310.13135/2724-4954/10112Patrizia Cincinnati, Note sulla storia della pediatria in Italia dall’Unità al secondo dopoguerra
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Giancarlo Cerasoli
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2024-03-222024-03-22515910.13135/2724-4954/10113Paola Cosmacini, La ragazza con il compasso d’oro. La straordinaria vita della scienziata Émilie du Châtelet
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Massimo Aliverti
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2024-03-222024-03-2251111610.13135/2724-4954/10114Paolo Francesco Peloso, Franco Basaglia, un profilo. Dalla critica dell’istituzione psichiatrica alla critica della società
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Massimo Aliverti
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2024-03-222024-03-2251172610.13135/2724-4954/10115Corinne Chaponnière, Henry Dunant la croce di un uomo, traduzione a cura di Raimonda Ottaviani
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Raimonda Ottaviani
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2024-03-222024-03-2251273010.13135/2724-4954/10134Alessandra Foscati, Le meraviglie del parto. Donare la vita tra Medioevo ed Età moderna
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Giancarlo Cerasoli
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2024-03-272024-03-27513136L’opera di Luigi Casotti, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana, durante la I Guerra mondiale
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Carlo Pezzoli
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