“Salvate la razza dalla tubercolosi!” La lotta antitubercolare nei giovani in epoca fascista a Parma: dalla prevenzione alla propaganda
DOI:
https://doi.org/10.13135/2724-4954/8453Parole chiave:
Parma, tubercolosi, prevenzione, stazione elioterapica, colonie estive, propaganda fascistaAbstract
Il regime fascista dedicò un impegno massiccio alla lotta contro la tubercolosi. Oltre agli elevati tassi di mortalità, vi erano altri risvolti sgraditi: l’immagine del tisico pallido, gracile e potenziale corruttore della razza, contrastava troppo con l’ideale fascista dell’uomo forte e muscoloso e con la necessità di preparare “la grande Italia di domani”. Gli sforzi di prevenzione si concentrarono soprattutto sui giovani, i più colpiti: nonostante le rassicurazioni fornite dalla scienza sulla non trasmissibilità della malattia alle generazioni successive, la razza andava fortificata, cancellando le funeste conseguenze della Grande Guerra e per questo in molte immagini di propaganda comparivano bambini dall’aspetto florido, con il motto “Salvate la razza dalla tubercolosi”. Dalla scuola elementare all’università, i ragazzi venivano istruiti a tenere comportamenti sani, a riconoscere i sintomi precoci della malattia ed erano visitati periodicamente dall’ufficiale sanitario. A Parma, oltre a queste attività preventive, nel 1922 venne inaugurata la stazione elioterapica dove i fanciulli provenienti dai quartieri poveri, predisposti ma non ammalati, nei mesi estivi trascorrevano la giornata al sole e mangiavano tre pasti. Nel 1924 venne istituita anche una colonia parascolastica o “campo solare”, con finalità simili. In seguito, nel 1936 a Marina di Massa entrò in attività anche una colonia estiva che ospitò, nel corso degli anni, migliaia di bambini della provincia di Parma, bisognosi di cure solari e marine. Ogni azione di prevenzione della malattia era comunque utilizzata anche per propagandare il regime, ma va riconosciuto che all’epoca vennero poste le basi per tutte quelle azioni di sanità pubblica che nel dopoguerra, unitamente all’utilizzo degli antibiotici, permisero il controllo della malattia.