Journal of Biomedical Practitioners https://ojs.unito.it/index.php/jbp <p class="Standard"><em>JBP – Journal of biomedical practitioners</em>, è una rivista peer reviewed, a carattere tecnico-scientifico-professionale rivolta alle professioni dell’area biomedica.</p> <p><em>JBP</em> vuole essere un “luogo” di incontro e di scambio di esperienze fra professionisti che svolgono la propria attività in tutti gli ambiti delle Scienze Biomediche con finalità assistenziali, diagnostico-terapeutiche, riabilitative e di prevenzione, sia in ambito della ricerca di base che in quella clinica.</p> <p>Per questo, la rivista nasce Open Access, per poter essere letta da tutti, e pubblicherà articoli in lingua italiana e, ove possibile, anche in lingua inglese, per favorire la comunicazione, l’integrazione e la cooperazione fra le diverse professioni.</p> <p><strong><a href="https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/6368/5441">Open Science ed editoria scientifica Open Access: un binomio ormai inderogabile. Analisi dei primi 4 anni di attività di JBP </a></strong></p> <p class="Standard">Alla rivista scientifica è associata una sezione <em>Libreria</em> dedicata alla pubblicazione di manuali e monografie, sempre aperti a tutti, nella convinzione che la crescita culturale e professionale contribuisca all'arricchimento dei saperi con conseguente miglioramento delle prestazioni svolte dai professionisti, a tutto vantaggio dei cittadini.</p> <p>È possibile <a href="/index.php/jbp/user/register" target="_blank" rel="noopener">registrarsi alla Rivista</a> gratuitamente come autori (per proporre la pubblicazione di articoli originali), come lettori (per essere informati ogni qualvolta sarà pubblicato un nuovo numero) o in entrambi i ruoli.</p> <p>PRIMA DI INSERIRE LA PROPOSTA DI PUBBLICAZIONE, SI SUGGERISCE DI LEGGERE CON ATTENZIONE:</p> <ul> <li class="show"><a href="http://consultatsrm.altervista.org/wp-content/uploads/2022/01/NORME-EDITORIALI-E-LINEE-GUIDA-PER-GLI-AUTORI.pdf" target="_blank" rel="noopener">LINEE GUIDA PER GLI AUTORI</a></li> <li class="show"><a href="https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/5459/4854">Come scrivere un articolo originale - o una tesi sperimentale - nell’ambito della ricerca scientifica </a></li> <li class="show"><a href="https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/5460/4855">Come scrivere un Case Report nell’ambito medico - sanitario </a></li> <li class="show"><a href="https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/5462/4856">Guida pratica alla stesura di una metanalisi clinica </a></li> <li class="show"> <p><a href="https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/5941/5187">La revisione di un articolo scientifico: luci e ombre</a></p> </li> </ul> <p>JBP, coerentemente con le finalità dichiarate e per consentire l’accesso ai contenuti della rivista a tutti, utilizza per la pubblicazione degli articoli&nbsp;<a href="http://www.easyreading.it/it/" target="_blank" rel="noopener">EasyReading®font</a>&nbsp;come “…<em>valido strumento compensativo per i lettori con dislessia e font facilitante per tutte le categorie di lettori”</em><strong><em>. </em></strong>Si ringrazia la<em>&nbsp;Easyreading Multimedia S.r.l. </em>per la disponibilità e l'autorizzazione all'utilizzo del font.</p> <p>Sostengono e promuovono il progetto editoriale della Rivista scientifica JBP:</p> <p><a href="https://www.tsrm-pstrp.org/" target="_blank" rel="noopener">Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione - FNO TSRM-PSTRP</a></p> <p><a href="http://www.neuroscienze.unito.it/do/home.pl" target="_blank" rel="noopener">Dipartimento di Neuroscienze "Rita Levi Montalcini" - Università degli Studi di Torino</a></p> <p>Altri sostenitori e patrocini: <a href="http://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/sponsors">Sponsor della rivista</a></p> it-IT <p id="copyrightNotice">Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/" target="_blank" rel="noopener">Licenza Creative Commons - Attribuzione</a> che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.</p> JBP@unito.it (Comitato di redazione/Editorial Team) JBP@unito.it (Comitato di Redazione/Editorial Team) Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 OJS 3.1.2.4 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Aggressione sul posto di lavoro verso gli operatori sanitari: costruzione e sperimentazione di uno strumento di valutazione del rischio. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9104 <p>Obiettivo</p> <p>La frequenza di segnalazione di atti violenti in ambito sanitario rappresenta il principale parametro per la Valutazione del Rischio (VdR) di subire aggressioni fisiche e/o verbali a danno degli operatori sanitari. Questo studio ha voluto indagare il fenomeno delle aggressioni in sanità, identificando una metodologia di valutazione multidimensionale per stimare e classificare il rischio anche in assenza di segnalazioni spontanee, operando quindi in fase di prevenzione.</p> <p>Materiali e metodi</p> <p>Inizialmente è stata condotta una revisione della letteratura già esistente per identificare i Fattori di Rischio (FdR) e le Misure di Prevenzione e Protezione (MPP); successivamente sono stati analizzati tali dati che hanno portato all’elaborazione di un algoritmo. Quest’ultimo è stato poi somministrato durante le VdR ad un totale di 32 unità operative appartenenti all’Azienda ULSS 4 "Veneto Orientale".</p> <p>Risultati</p> <p>l’attuazione di MPP ha abbassato il rischio espositivo iniziale in 22 delle 32 sedi valutate (68,7%). Le strutture a maggior rischio risultano essere quelle che applicano minori MPP in presenza di elevati FdR. Pronto Soccorso (PS), Servizio per le Dipendenze (SerD) e reparti di Medicina, considerati a maggior rischio dalla letteratura [5] [6] [15] [16], sono invece le unità operative che meglio conoscono il fenomeno e adottano di conseguenza maggiori MPP per contenerlo. &nbsp;La dimensione “paziente” è quella che pesa di più sulla determinazione dell’indice di rischio IR (35%).</p> <p>Discussione</p> <p>L’utilizzo di un algoritmo che mette in relazione FdR e MPP permette di identificare la composizione del rischio aggressioni in termini quantitativi e qualitativi. In questo modo la VdR risulta più completa, in quanto le sedi non sono valutate solamente attraverso i FdR [13] [14], ma anche pesando le MPP attuate per fronteggiare il fenomeno. Questo costituisce una novità nel campo della prevenzione.</p> <p>Conclusioni</p> <p>L'approccio utilizzato ha permesso di affermare che il rischio di aggressioni è multidimensionale ed è generato dalla complessa interazione di più fattori raggruppati nelle diverse dimensioni. Conoscere il rischio aiuta a prevenirlo e l’attuazione di idonee MPP, pur in presenza di elevati FdR, ne abbassa le potenzialità di danno.</p> Matteo Colombo, Donato Lancellotti Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9104 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Il Tecnico di Neurofisiopatologia in ambito neuroriabilitativo e di ricerca scientifica: studio osservazionale di impiego sul territorio nazionale italiano. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9111 <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Introduzione</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; La figura professionale del Tecnico di Neurofisiopatologia (TNFP) è da sempre correlata all’ambito diagnostico. Tuttavia il numero di tecnici occupati nella ricerca scientifica, o in campo neuroriabilitativo, sta aumentando. Sono infatti sempre più diffuse diverse metodiche di stimolazione cerebrale utilizzate per la neuroriabilitazione ed eseguibili dal TNFP (Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva, repetitive Transcranial Magnetic Stimulation – rTMS; Stimolazione a Corrente Diretta transcranica, transcranial Direct Current Stimulation - tDCS). Inoltre, differenti tecniche di registrazione dei dati funzionali (Magnetoencefalografia – MEG; Elettroencefalogramma ad Alta Densità; High Density Electroencephalogram - HD-EEG; Interfaccia Cervello-Computer, Brain Computer Interface - BCI) effettuabili dal tecnico consentono l’inserimento di questa figura professionale nel settore della ricerca scientifica.</p> <p>Obiettivo</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Lo studio si propone di conoscere lo stato attuale di impiego dei TNFP Italiani, in ambito neuroriabilitativo e di ricerca scientifica.</p> <p>Materiali e metodi</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; É stato somministrato un questionario, distribuito su tutto il territorio nazionale tramite e-mail e canali social da parte delle commissioni d’albo dei Tecnici di Neurofisiopatologia (Ordini TSRM PSTRP) e dall’Associazione Italiana dei Tecnici di Neurofisiopatologia (AITN).</p> <p>Risultati</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Dei 91 partecipanti allo studio, 49 TNFP svolgono attività in ambito neuroriabilitativo e/o di ricerca scientifica. Il maggior numero dei partecipanti, 19 su 49 (39%) è impiegato in strutture pubbliche; la tipologia di contratto più frequente è l’assunzione a tempo indeterminato (32 tecnici su 49). Alla domanda relativa alla formazione fornita durante il corso di studi, per l’impiego in tali ambiti, 13 tecnici su 49 hanno dichiarato di non aver ricevuto una preparazione adeguata, 21 di aver avuto una formazione limitata, 10 hanno definito sufficienti le basi fornite, 5 hanno risposto di essere stati adeguatamente preparati durante la Laurea triennale.</p> <p>Conclusioni</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Una maggior formazione legata alla neuroriabilitazione e alla metodologia di ricerca potrebbe incrementare le competenze dei TNFP e di conseguenza aumentare gli sbocchi lavorativi in tali settori.</p> Cristina Turco, Sara Zago, Marianna Cavinato Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9111 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Neurophysiology Technologist in neurorehabilitation and scientific research: an observational study of employment on the Italian national territory. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9112 <p>Introduction</p> <p>The professional figure of the Neurophysiology Technologist (TNFP) has always been related to the diagnostic field. However, the number of technologists employed in the scientific research, or in the neurorehabilitation field, is increasing. Indeed, there are various brain stimulation methods used for neurorehabilitation which can be performed by the TNFP (repetitive Transcranial Magnetic Stimulation - rTMS, transcranial Direct Current Stimulation – tDCS). Furthermore, different recording techniques (Magnetoencephalography - MEG, high density Electroencephalogram - hd-EEG, BCI) allow this professional figure to be included in the field of scientific research.</p> <p>Objective</p> <p>This study aims to know the current state of employment of Italian TNFP in the neurorehabilitation and scientific research.</p> <p>Materials and Methods</p> <p>A questionnaire was distributed via e-mail by the Neurophysiology Technologists Registry (TSRM PSTRP Orders) and by the Italian Association of Neurophysiology Technologists (AITN) throughout the national territory.&nbsp;&nbsp;</p> <p>Results</p> <p>49 of the 91 TNFP participants of the study, carry out activities in neurorehabilitation and/or scientific research. The largest number of participants, 19 out of 49 (39%) is employed in public facilities; the most frequent type of contract is permanent employment (32 technologists out of 49). &nbsp;When asked about the training&nbsp;they received, 13 respondents out of 49 reported that their current place of employment did not provide an adequate training, 21 that they had limited training, 10 considered their training as sufficient, 5 answered that they had been adequately prepared during their university bachelor degree course.</p> <p>Discussion</p> <p>Most of the TNFP in the study work in public facilities. The data could indicate how the Italian National Health System is investing in neurorehabilitation and how the TNFP figures are increasingly involved in the scientific development. 66% of the TNFPs (32 technologists) are employed with a permanent contract, of these, 17 are working in Scientific Institues of Health Research and Development, affiliated to public or private: the employment of TNFP is becoming so significant as to lead the aforementioned centers to assign permanent contracts, rather than scholarships or project contracts. On the other hand, 69% (34 technologists) of the participants defined themselves as untrained or with limited grounding, respect to a possible future employment in the neurorehabilitation and/or research field.</p> <p>Conclusion</p> <p>The need of more training addressed to neurorehabilitation and research could upgrade Neurophysiology technologists’ skills and consequently increase job opportunities.</p> Cristina Turco, Sara Zago, Marianna Cavinato Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9112 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Gli Infermieri e la Fisica Medica: studio osservazionale sulle conoscenze delle basi fisiche degli strumenti elettromedicali. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9113 <p class="Sottotitolicolorati">Background</p> <p class="JBP-TESTO">L’infermieristica si è sempre più affermata, negli ultimi decenni, come disciplina scientifica. Sono dunque importanti, nella formazione professionale, materie quali la Fisica Medica, la Statistica e il generale l’approccio scientifico. In particolare, la comprensione delle basi fisiche degli strumenti elettromedicali, dei parametri analizzati, delle metodiche e del modo in cui le informazioni giungono all’infermiere, consente un approccio alla clinica più consapevole da parte del professionista.</p> <p class="Sottotitolicolorati">Obiettivo</p> <p class="JBP-TESTO">Obiettivo primario. Indagare la conoscenza delle basi fisiche degli strumenti utilizzati da parte degli infermieri. Obiettivo secondario. Indagare se il tipo di percorso di studi (scuola professionale, diploma o laurea), gli anni dalla fine dello studio, l’età o la provenienza regionale possano influire su queste conoscenze.</p> <p class="JBP-TESTO"><span class="SottotitolicoloratiCarattere">Materiali e metodi</span></p> <p class="JBP-TESTO">è stato condotto uno studio osservazionale utilizzando un questionario online anonimo elaborato ad hoc e indirizzato a infermieri che operano nel territorio italiano. Le risposte sono state analizzate con test chi-quadro dividendo per tipo di studi, anni dalla fine dello studio e regione di provenienza.</p> <p class="Sottotitolicolorati">Risultati</p> <p class="JBP-TESTO">più della metà degli intervistati non ha saputo dare la risposta corretta sul funzionamento di sfigmomanometro (54.3%) e fonendoscopio (53.0%), mentre ECG e saturimetro sono gli strumenti più compresi (79.0 e 67.9% di risposte corrette rispettivamente). Il 45.7% non ricorda che CC e ml hanno un fattore 1 di conversione. Non sono state rilevate delle differenze per tipo di studio, anni dalla fine dello studio (considerando sia la mediana che un limite di 5 anni per i neolaureati), età e regione di lavoro (p&gt;0.05).</p> <p class="Sottotitolicolorati">Discussione e conclusioni</p> <p class="JBP-TESTO">Le conoscenze delle basi fisiche degli strumenti utilizzati non sembrano degradare nel tempo; perciò, sarebbe più utile consolidare queste basi nel triennio di Infermieristica, piuttosto che investire in corsi aggiuntivi per laureati/diplomati. Tali corsi sarebbero però auspicabili per permettere agli attuali professionisti di colmare le lacune che sono emerse in questo studio.</p> Ilaria Stura, Caterina Guiot Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9113 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Nurses and Medical Physics: an observational study on the knowledge of the physical basis of Medical Devices. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9114 <p>BACKGROUND</p> <p>In recent decades, nursing is increasingly considered as a scientific discipline. Subjects such as Medical Physics, Statistics, and scientific method are important in professional training. In particular, understanding the physical basis of medical devices, their elaborated parameters, the methods and how information reaches the nurse allows a more informed practice.</p> <p>OBJECTIVES</p> <p><em>Primary objective.</em> Investigate nurses' knowledge of the physical basis of the used medical device.</p> <p><em>Secondary objective.</em> Investigate whether the qualification type (professional school, diploma, or degree), the years since the end of the study, age, or Italian regional origin can influence this knowledge.</p> <p>METHODOLOGY</p> <p>An observational study was conducted using an anonymous online questionnaire developed ad hoc and addressed to nurses working in Italy. The responses were analyzed with chi-square tests divided by type of studies, years since the end of the study, and Italian region of origin.</p> <p>RESULTS</p> <p>More than half of the interviewees were unable to give the correct answer on the functioning of the sphygmomanometer (54.3%) and phonendoscope (53.0%). ECG and oximeter are the most understood instruments (79.0 and 67.9% correct answers respectively). 45.7% of interviewed do not remember that one cubic centimeter (CC) and one milliliter (ml) have a conversion factor of 1. No differences were found by qualification type, years since the end of the study (considering both the median and a limit of 5 years for new graduates), age, and Italian region of work (p&gt;0.05).</p> <p>DISCUSSION and CONCLUSIONS</p> <p>Knowledge of the physical basis of the used medical devices does not seem to degrade over time.&nbsp; In the light of this, it would be more useful to consolidate these foundations in the three-year degree course of Nursing, rather than investing in post qualification courses. Such training, however, would be desirable to allow current professionals to fill the gaps emerged in this study.</p> Ilaria Stura, Caterina Guiot Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9114 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Impatto emotivo dell’alopecia indotta da chemioterapia: studio qualitativo fenomenologico in pazienti oncologici adulti. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9117 <p>Introduzione</p> <p>l’alopecia da chemioterapia (CIA) ha un impatto emotivo negativo sugli assistiti in quanto vissuta come compromissione della propria immagine corporea e segno evidente della malattia in atto.</p> <p>Obiettivo</p> <p>comprendere il vissuto e le emozioni provate da persone in follow-up oncologico che hanno sofferto di alopecia indotta da chemioterapia.</p> <p>Materiali e metodi</p> <p>studio qualitativo fenomenologico condotto attraverso interviste semi-strutturate su un campione di convenienza di pazienti adulti oncologici tra giugno e dicembre 2022. Analisi effettuata attraverso il metodo Colaizzi da due esperti.</p> <p>Risultati</p> <p>sono state effettuate 12 interviste da cui sono emerse 4 tematiche principali: (I) emozioni vissute dagli assistiti dopo la perdita dei capelli, cioè come gli assistiti hanno vissuto l’esperienza relativa alla perdita dei capelli. (II) Alterazione della percezione del proprio aspetto fisico; la percezione di sé e le annesse reazioni emotive. (III) Relazione con gli altri ossia i cambiamenti del rapporto con gli altri. (IV) Infine, le persone più vicine durante i cambiamenti dell’identità personale e dell’immagine corporea dove si evidenzia il supporto educativo ed emotivo multidisciplinare.</p> <p>Discussione e Conclusioni</p> <p>i risultati sono in linea con la letteratura scientifica ed evidenziano un disagio dovuto alla CIA associato negativamente all’immagine corporea ed al benessere psico-sociale. Gli operatori sanitari devono acquisire consapevolezza dell’entità del disagio per interventi educativi mirati a sviluppare strategie di coping efficaci.</p> Isabella Baglioni, Ludovica Ripa, Chiara Gatti, Fabio Sarzana, Arianna Mancini, Stefano Marcelli, Francesca Ciarpella, Simona Tufoni Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9117 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 La classificazione di Ross come strumento di valutazione infermieristica nel paziente pediatrico cardiopatico. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9118 <p>Introduzione</p> <p>L’Insufficienza cardiaca è una sindrome clinica che fa seguito a una disfunzione del miocardio con inadeguata risposta alle esigenze metaboliche dell’organismo. Essa appare più critica e complessa nei bambini rispetto agli adulti, per cui risulta fondamentale trattare precocemente questa condizione.</p> <p>Uno strumento per il riconoscimento precoce di disfunzione miocardica è la Classificazione di Ross, che assegna un punteggio al paziente sulla base di segni e sintomi presentati.</p> <p>Obiettivi</p> <p>L’obiettivo principale dello studio è stato quello di valutare se i dati (segni, sintomi e comportamenti del bambino) rilevati in maniera non invasiva dall’infermiere fossero predittivi di rischio di scompenso cardiaco secondo la Classificazione di Ross in una coorte di pazienti pediatrici dopo intervento cardiochirurgico per correzione di difetto interatriale (DIA) o interventricolare (DIV).</p> <p>L’obiettivo secondario è stato quello di correlare l’andamento dei punteggi ottenuti dal computo della classificazione con variabili quali tempo di degenza (in giornate) e numero di ri-ospedalizzazioni.</p> <p>Metodi</p> <p>Studio osservazionale retrospettivo condotto su un campione di cartelle cliniche integrate di pazienti tra 0 e 18 anni ricoverati presso la Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica Congenita – Unità Terapia Intensiva Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche nell’anno 2021.</p> <p>È stato assegnato un punteggio in base alla Classificazione di Ross ad ogni paziente. È stata eseguita un’analisi statistica utilizzando i software Wizard e STATA.</p> <p>Risultati</p> <p>La maggior parte dei pazienti apparteneva alla seconda classe di Ross (51%), mentre nessuno presentava parametri inclusi nella quarta classe.</p> <p>Dall’analisi dei dati raccolti dall’infermiere è emerso che i pazienti inseriti nelle classi seconda e terza di Ross hanno avuto un tempo di degenza più lungo rispetto a coloro che rientravano nella prima classe oltre che maggior rischio relativo di degenza totale ospedaliera.</p> <p>Le riospedalizzazioni hanno coinvolto il 5% del campione, ovvero 3 su un totale di 57.</p> <p>Conclusioni</p> <p>La figura dell’infermiere risulta fondamentale nella rilevazione dei parametri per la computa della classificazione di Ross nello scompenso cardiaco in pediatria. Fondamentale, oltre ai dati clinico-strumentali, è l’osservazione durante l’alimentazione e la gravità del distress respiratorio ad essa correlato. La creazione di un gruppo multidisciplinare che affronti ogni aspetto correlato allo scompenso cardiaco permette un confronto efficace tra i diversi professionisti della salute e un livello di assistenza eccellente.</p> Chiara Gatti, Valentina Bardeggia, Cinzia Borgognoni, Francesco Bianco, Federico Guerra Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9118 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 The Ross classification as a tool for nursing evaluation in pediatric patient with heart disease. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9119 <p>Background</p> <p>Heart failure is a clinical syndrome following myocardial dysfunction with inadequate response to the body's metabolic demands. It appears more critical and complex in children than in adults. It is essential to treat this condition early: for this reason, the Ross classification was developed, which assigns a score to the patient based on the presented signs and symptoms.</p> <p>Aims</p> <p>The primary aim was to evaluate whether the data (signs, symptoms and behaviors of the child) collected non-invasively by the nurse were predictive of the risk of heart failure according to the Ross Classification in a cohort of pediatric patients after cardiac surgery for correction of atrial septal defect (ASD) or ventricular septal defect (VSD). The secondary aim was to correlate the trend of the scores obtained from the classification with variables such as hospitalization time (in days) and number of rehospitalizations.</p> <p>Methods</p> <p>Retrospective observational study conducted on a sample of medical and nursing records of patients between 0 and 18 years hospitalized at the Congenital Pediatric Cardiology and Heart Surgery - Pediatric Intensive Care Unit of Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche in 2021. A score was assigned according to the Ross Classification to each patient. A statistical analysis followed using Wizard and STATA software.</p> <p>Results</p> <p>Most of the patients belonged to the second class of Ross (51%), while none presented parameters included in the fourth class. It emerged that patients included in the second and third classes of Ross had a longer hospital stay than those who were included in the first class as well as a greater relative risk of total hospital stay. Hospitalizations involved 5% of the sample (3/57).</p> <p>Conclusions</p> <p>Nurse is fundamental in the detection of the parameters for the computation of the Ross classification in heart failure in pediatrics. In addition to the clinical-instrumental data, observation during feeding and the severity of the related respiratory distress is fundamental.</p> <p>The creation of a multidisciplinary team that addresses every aspect related to heart failure allows an effective comparison between different health professionals and an excellent level of assistance.</p> Chiara Gatti, Valentina Bardeggia, Cinzia Borgognoni, Francesco Bianco, Federico Guerra Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9119 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Indagine conoscitiva in un gruppo di dietisti sul Care Management in ambito nutrizionale. https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9120 <p>Obiettivo</p> <p>Lo studio esplora le conoscenze e l’applicazione del Care Management in un campione di dietisti allo scopo di comprendere i limiti e i presupposti attualmente esistenti per la promozione di una gestione integrata della nutrizione nel paziente cronico.</p> <p>Materiali e metodi</p> <p>Lo studio esplorativo, di natura qualitativa descrittiva, è stato condotto mediante interviste semi-strutturate su dietisti operanti in contesto ospedaliero.</p> <p>Risultati</p> <p>Sono stati intervistati 6 dietisti. Tra i principali risultati ottenuti si osserva l’importanza di lavorare in equipe multidisciplinari (66%) per un coordinamento delle cure centrato sul paziente e di instaurare una relazione terapeutica dietista-paziente (50%) capace di aumentare l’aderenza del paziente alle indicazioni dieto-terapeutiche e quindi l’efficacia delle stesse. Allo stesso tempo sono emerse criticità organizzative aziendali, come la mancanza di spazi (50%) e di risorse umane (33%) con conseguente riduzione dei tempi per la gestione dei pazienti (100%) e insoddisfazione percepita dal professionista; ma anche la mancanza di collaborazioni prestabilite tra ospedale e territorio per un’opportuna continuità delle cure (33%).</p> <p>Conclusioni</p> <p>I dati raccolti suggeriscono una riflessione sulle criticità aziendali riscontrate limitanti l’implementazione del Care Management in ambito nutrizionale, le relative aree di sviluppo per una miglior espressione della qualità professionale e quindi maggior efficacia degli interventi terapeutici nella cronicità.</p> Gessica Cicci, Serena Frassini, Stefania Rasori Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9120 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100 Il Dottorato di Ricerca: Che cos’è? https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9121 <p>La riforma universitaria italiana, iniziata nel 1999 con il Decreto ministeriale MIUR n. 509 e successivamente evolutasi attraverso vari provvedimenti legislativi, si basa su 3 principi chiave: l'autonomia delle università, l'innovazione nell'istruzione superiore e l'armonizzazione con lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (EHEA), al fine di agevolare la mobilità e l'occupabilità dei laureati all'interno del mercato del lavoro europeo. Questa riforma trova le sue radici nelle decisioni assunte dai governi dell'Unione Europea nell'ambito del c.d. “Processo di Bologna” e dell'accordo intergovernativo dell’Unione Europea sottoscritto a Bologna nel giugno 1999 (Conferenza di Bologna). L'obiettivo era creare uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore basato su principi di libertà accademica, qualità, mobilità e apertura all'esterno.</p> <p>In questo contesto, uno degli elementi fondamentali della riforma è la struttura formativa e di titoli basata su tre cicli comprendente la laurea, la laurea magistrale e il dottorato di ricerca. La laurea e la laurea magistrale, noti in Italia anche come “sistema formativo 3+2”, ciascuna con un numero specifico di crediti, fungono da gradini formativi distinti e propedeutici per l’accesso al dottorato di ricerca che corrisponde al terzo ciclo di studi. Il Dottorato di ricerca è caratterizzato dall'acquisizione di competenze trasversali e specifiche per svolgere attività di ricerca in autonomia ed è requisito qualificante per l’accesso alla carriera accademica.</p> <p>L'accesso al dottorato è soggetto a selezioni pubbliche e i candidati devono essere in possesso di una laurea magistrale o equivalente quale requisito minimo. La tesi di dottorato, scritta solitamente in italiano e/o inglese, viene valutata da almeno due revisori esterni all'università erogante il titolo e il cui parere favorevole è condizione indispensabile per sostenere l’esame finale di dottorato. La discussione conclusiva per il conseguimento del titolo avviene pubblicamente, davanti a una commissione di esperti. Il dottorato costituisce inoltre un titolo necessario per partecipare al concorso pubblico per ricercatori con contratto di lavoro a tempo determinato lettera A (RTDA) e di lettera B (RTDB) dopo i quali si ha la possibilità di essere confermati come professori associati a tempo indeterminato.</p> <p>In conclusione, la riforma universitaria italiana ha introdotto un sistema di istruzione superiore in linea con gli standard europei, ponendo un'enfasi significativa sul dottorato di ricerca come chiave di volta per la formazione di ricercatori di alta qualità e per l'accesso alla carriera accademica. Ciò è stato reso possibile attraverso l'armonizzazione con i principi indicati dal “Processo di Bologna” e l'adozione di un sistema formativo universitario con titoli comprensibili e comparabili basato sul sistema a tre cicli.</p> Francesco Paolo Sellitti, Simone Urietti, Antonio Verolino, Ilaria Stura, Elisa Piccolo, Elena Della Cerra, Mario Gino Coriasco, Sergio Rabellino, Luciana Gennari, Patrizia Gnagnarella, Alessandro Piedimonte, Luca Camoni, Claudio Pobbiati, Giuseppe Mammolo, Cristina Poggi, Francesco Zarrelli, Domenico Riccardo Cammisa Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/9121 Wed, 20 Dec 2023 00:00:00 +0100