https://ojs.unito.it/index.php/historika/issue/feed HISTORIKA Studi di storia greca e romana 2023-07-01T08:54:58+02:00 Gianluca Cuniberti gianluca.cuniberti@unito.it Open Journal Systems <p>International Open Access Journal of Greek and Roman History published by</p> <p>UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO - DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI</p> <p>ISSN&nbsp;2240-774X</p> <p>e-ISSN&nbsp;2039-4985</p> https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7869 Historikà XII (2022) - Indice 2023-07-01T08:54:38+02:00 Gianluca Cuniberti gianluca.cuniberti@unito.it 2023-06-30T12:31:19+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7866 Agamennone e Oreste nell’Odissea: logiche narrative e tracce di committenza pisistratide 2023-07-01T08:54:40+02:00 Elisabetta Pitotto elisabetta.pitotto@unito.it <p>Questo articolo analizza le varianti mitologiche relative alla saga atride compresenti<br>nell’Odissea. Le versioni con cui sono presentati il ritorno e l’assassinio di Agamennone<br>(Od. XI 385-464 e XXIV 191-202) servono a dipingere il suo destino in senso contrario<br>al felice νόστος di Odisseo. La caratterizzazione riservata al personaggio di Oreste e il<br>modo con cui è delineata la sua vendetta (Od. I 28-43 e III 192-316), sfrondata dai tratti<br>tradizionali e riproposta in senso più politico, sembrano invece da porre in relazione con<br>le esigenze dei Pisistratidi, verosimili committenti della registrazione scritta del poema.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7845 Prigionieri e schiavi greci (e non solo): sull’origine e sulla natura del lavoro dipendente nell’impero achemenide 2023-07-01T08:54:51+02:00 Ennio Biondi enniobiondi@hotmail.it <p>Questo articolo propone alcune riflessioni sulla natura e l’origine del lavoro dipendente<br>nell’impero persiano. Nelle fonti greche e romane si delineano dei meccanismi di formazione<br>di manodopera servile che scaturiscono da dinamiche belliche che vedono coinvolti<br>l’impero persiano e diverse città greche. Anche le fonti persiani, in particolar modo le<br>tavolette provenienti dagli archivi persepolitani, evidenziano realtà variegate di lavoratori<br>dipendenti provenienti da varie regioni del Mediterraneo e del Vicino Oriente.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/5855 Un simbolo persiano sui tetroboli di Alessandro I? 2023-07-01T08:54:58+02:00 Marco F. Ferrari apopleo@hotmail.it <p>Questo saggio ha l’obiettivo di riconsiderare alcune teorie proposte sull’impatto economico della presenza persiana in Macedonia tra la fine del VI e il primo ventennio del V sec. a.C. Dopo una breve introduzione sulle difficoltà cronologiche e tipologiche offerte dalla documentazione numismatica dell’Egeo settentrionale e, in particolare, dalla c.d. monetazione ‘traco-macedone’ – all’interno della quale rientrano probabilmente le primissime emissioni del regno temenide di Macedonia –, la discussione passa all’analisi di un recente contributo di Johannes Heinrichs e Sabine Müller. Vengono ripercorse nel dettaglio le interpretazioni che gli autori danno di quattro tetroboli con cavaliere al dritto attribuiti ad Alessandro I di Macedonia: identificando l’oggetto nella mano destra del cavaliere come un acinace persiano, gli autori ritengono che questi tetroboli siano da ricondurre a una produzione occasionale legata alle necessità economiche della spedizione di Serse in Grecia nel 480/479 a.C., nella cui organizzazione Alessandro, in quanto fido collaboratore dei Persiani, avrebbe avuto un ruolo di primo piano. La seconda parte del saggio è dedicata alla revisione di questa interpretazione. Dopo una puntualizzazione delle problematiche cronologiche, ci si concentra sull’analisi iconografica del tipo del cavaliere riprodotto sui quattro tetroboli, concludendo che non è possibile riconoscervi non solo la rappresentazione di un acinace persiano, ma persino la presenza di qualsivoglia oggetto: sulla base di confronti con altre monete macedoni, s’intende infatti mostrare come il cavaliere impegni la mano destra nel tenere le briglie e come sotto il suo fianco non sia presente una spada corta (<em>Kurzschwert</em>), bensì l’abbozzo della piega dell’abito (<em>Gewandfalte</em>), che è una costante iconografica di tutta la monetazione macedone.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/6013 La beotarchia in età imperiale. 2023-07-01T08:54:57+02:00 Salvatore Tufano salvotufano@gmail.com <p>Il contributo presenta una sintesi e un'analisi delle fonti sui beotarchi attestati dal I al III secolo d.C. Dopo una sezione introduttiva sul rapporto tra il <em>koinon </em>dei Beoti e la <em>provincia Achaia, </em>sono dapprima considerate le testimonianze di Plutarco e di Pausania sulla vita regionale in Beozia. Seguono una prosopografia dei beotarchi noti per via epigrafica e letteraria e un confronto con alcuni episodi di vita cittadina in Beozia nel II secolo. È così argomentata l'ipotesi di un beotarca unico, su base elettiva, dalle funzioni amministrative limitate e privo di capacità decisionale, ancora nelle mani di un'assemblea regionale con sede a Coronea. Quest'ultima prosegue e sviluppa l'importante agone regionale dei Pamboiotia.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/6998 Private and Public Behaviour in Polybius 2023-07-01T08:54:55+02:00 Simone Rendina simone.rendina@alumni.sns.it <p>Polybius’ Histories represent a fundamental step in the ancient debate about whether individuals who are virtuous in public are also necessarily virtuous in private. The historian argued that the uprightness in the public life of politicians must reflect their uprightness in private life. Before Polybius, this theme had only been analysed in depth by Aristotle, although a connection between the reflections of the two authors cannot be demonstrated.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/6583 Ricezione e rielaborazione della figura di Sertorio dalla tarda antichità al Novecento 2023-07-01T08:54:56+02:00 Stefano Bossola s.bossola97@gmail.com <p>L’episodio sertoriano godette di alterne fortune nel corso della storia fino alla sua definitiva riscoperta nel corso dell’Ottocento. Ogni epoca e ogni contesto sfruttarono il personaggio di Sertorio in modo diverso per rispondere alle proprie esigenze e ne diedero una lettura influenzata dall’immaginario e dalle idee di ciascun periodo. La sua fu una figura in grado per lungo tempo di colpire la sensibilità di coloro che ad essa si approcciavano, dando luogo ad una grande varietà di spunti. Se il Cinquecento fu il periodo in cui il fenomeno della ricezione della figura di Sertorio raggiunse il proprio apice, l’Ottocento segnò l’inizio del progressivo declino dell’interesse verso tale personaggio, consegnato unicamente agli studi antichistici. Questo articolo intende dunque analizzare i processi di ricezione e rielaborazione che coinvolsero la figura di Sertorio a partire dall’epoca tardo antica fino ai giorni nostri.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7823 Rex et hostis sed Christianus. Intorno ad alcuni aspetti della “politica religiosa” di Alarico 2023-07-01T08:54:52+02:00 Daniele Reano daniele.reano@sns.it <p>Il presente contributo intende porre sotto riesame la “politica religiosa” di Alarico, limitatamente al periodo compreso tra il 408 e il 410, ripercorrendo i rapporti diplomatici instauratisi tra i goti e la corte dell’imperatore Onorio, la breve usurpazione di Attalo e il saccheggio di Roma dell’agosto del 410. Gli elementi che emergono dall’analisi qui condotta inducono a ritenere che si debba ridimensionare, almeno in parte, l’impatto dall’appartenenza religiosa anti-omousiana di Alarico e della dirigenza della compagine alariciana nel complesso delle vicende politiche “interne” ed “esterne” ai goti nel biennio preso in considerazione. In particolare, si sottolinea come l’adesione al cristianesimo “non niceno”, pur avente un certo ruolo nell’insieme delle decisioni prese dal generale goto prima e durante il saccheggio dell’Urbe, non debba essere interpretato come strumento volto a contrapporsi alla posizione “nicena” espressa dal consesso&nbsp; palatino di Ravenna.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7302 Le insegne ed i protocolli d’ascesa da Teodosio I a Giustino II: funzionalità e significatività dei segni dell’eccellenza del rango 2023-07-01T08:54:54+02:00 Antonio Pio di cosmo apiocosmo@outlook.it <p>Il presente contributo analizza il ruolo giocato dai segni del potere imperiale ed in particolare delle insegne nei riti di elezione fra IV e VI secc.. Questa ricerca applica le conoscenze in materia archeologica, antropologica e storica. Si racconta il rituale di elezione e si risolvono le questioni circa i problemi di rappresentazione dell’augusto nelle cerimonie d’ascesa. In questo modo si vagliano le strategie di comunicazione che modellano i protocolli di creazione degli augusti.</p> <p>&nbsp;</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7846 Inscribing space: Topography & Communication in Attic Epigraphy - Introduction 2023-07-01T08:54:49+02:00 Chiara Lasagni chiara.lasagni@unito.it Daniela Marchiandi danielafrancesca.marchiandi@unito.it Irene Berti berti@ph-heidelberg.de <p>Introduzione</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7847 Some inscriptions from and of the sanctuary of Dionysus Eleuthereus in Athens 2023-07-01T08:54:48+02:00 Giulia Tozzi giuliatozzi85@gmail.com <p>Individuare il luogo di pubblicazione originario di un’iscrizione antica rappresenta spesso<br>un compito arduo per gli epigrafisti, reso ancor più difficile dal possibile stato frammentario<br>di conservazione, dal potenziale successivo riutilizzo della pietra e dalle circostanze<br>talvolta oscure o confuse del suo ritrovamento. Si deve anche notare che in passato l’attenzione<br>rivolta ai testi ha troppo spesso prevalso su quella dedicata ai contesti, che in<br>molti casi sono stati (quasi) del tutto ignorati: per tale motivo è opportuno ribadire l’importanza<br>del rapporto tra testo e contesto negli studi epigrafici e apprezzare l’interesse dimostrato<br>per questo argomento nei tempi più recenti. Queste considerazioni sono alla base<br>del progetto di ricerca The Epigraphic Landscape Athens e su queste stesse basi si è fondato<br>il mio lavoro sul santuario di Dioniso Eleutereo ad Atene, il cui scopo è stato quello<br>di individuare tutti i testi superstiti esposti in prossimità del teatro di Dioniso annesso al<br>santuario, per capire perché e quando gli Ateniesi considerarono questo luogo, che ebbe<br>nel tempo una forte valenza politica, come spazio appropriato per la pubblicazione di testi<br>ufficiali. L’analisi dei dati archeologici, la lettura delle iscrizioni rinvenute all’interno e nei<br>pressi del santuario e l’esame comparativo di tutta la produzione epigrafica ateniese mi<br>hanno permesso di raccogliere un gruppo significativo di iscrizioni un tempo collocate nel<br>santuario (1) ma anche di identificare (con certezza o comunque con buona attendibilità)<br>altre epigrafi rinvenute nella stessa area ma pertinenti ad altri luoghi della città (2) e, viceversa,<br>altre iscrizioni rinvenute altrove ma riconducibili al santuario per ragioni di natura<br>storico-archeologica o per motivi testuali (3). In questa sede sono presentati e discussi alcuni<br>esempi di decreti pertinenti ai gruppi (2) e (3).</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7848 On the location of inscribed Athenian nomoi in the 4th century BCE 2023-07-01T08:54:47+02:00 Antonia Di Tuccio anto.ditu@gmail.com <p>Alla fine del V secolo a.C., in seguito a una riforma legislativa, la Stoa Basileios divenne uno<br>spazio simbolico destinato a ospitare tutte le leggi ateniesi. Nel IV secolo il portico perse il suo<br>significato ideologico e i criteri per l’esposizione dei nomoi cambiarono. Lo scopo di questo<br>lavoro è quello di analizzare sistematicamente i nomoi di IV secolo al fine di comprendere le<br>nuove ragioni seguite per la loro pubblicazione nello spazio urbano. Uno studio di questo tipo<br>si basa sul pionieristico lavoro condotto nel 2000 da M. Richardson, che riconobbe nel contenuto<br>delle leggi e nel pubblico da raggiungere i due nuovi criteri seguiti per la scelta dei luoghi<br>di esposizione. Benché questa osservazione sia vera, un esame più attento di ciascun nomos,<br>con particolare attenzione al contenuto, al luogo di ritrovamento nonché al contesto storico di<br>riferimento, rivela che i due criteri possono avere implicazioni diverse per la scelta del luogo di<br>esposizione nello spazio pubblico e possono persino escludersi a vicenda.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7849 Dedications of the ephebes, their magistrates and liturgists up to the 4th century BCE: a topographical analysis 2023-07-01T08:54:46+02:00 Daria Russo dariarusso90@yahoo.it <p>Partendo dai loro punti di ritrovamento, il contributo intende ricondurre le dediche effettuate<br>dagli efebi, dai loro ufficiali e dai ginnasiarchi ai loro luoghi di originaria esposizione<br>all’interno del paesaggio attico. Lo studio riguarda le prime dediche attestate per<br>queste categorie, partendo da fine V secolo per i ginnasiarchi e dall’età licurghea per gli<br>efebi e i magistrati, fino alla fine del IV secolo. La stretta connessione tra le categorie di<br>dedicanti oggetto di indagine (che talvolta, nel caso di testi lacunosi, ne rende impossibile<br>l’individuazione precisa) fa sì che la distribuzione topografica delle loro dediche<br>possa essere analizzata in parallelo, permettendo di individuare analogie e differenze,<br>ragioni e implicazioni della presenza di questi documenti (attestazioni di culto, ma anche<br>funzionali a rendersi visibili nel tessuto sociale della polis) in determinati luoghi.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7852 Broken stelae, fallen stones. Neglect, deterioration, and disruption of the epigraphic landscape 2023-07-01T08:54:45+02:00 Emilio Rosamilia emilio.rosamilia@unipg.it <p>Nel corso dei secoli, le antiche città greche hanno prodotto numerosi testi su pietra e metallo,<br>e da nessuna parte tanto quanto nell’antica Atene. Tuttavia, quando un’iscrizione<br>diventava obsoleta, si poneva il problema del suo riutilizzo. Le dediche agli déi in pietra e<br>bronzo, essendo oggetti sacri, presentavano difficoltà in termini di smaltimento. Il risultato<br>era un paesaggio di stele rotte e iscrizioni danneggiate accanto a nuovi testi. Le norme<br>contro il danneggiamento delle iscrizioni nei periodi arcaico e classico spiegano in parte<br>questa situazione. Tuttavia, due documenti epigrafici specifici fanno luce su questa coesistenza:<br>un inventario dell’Acropoli ateniese e un’iscrizione di Larisa. Analizzando questi<br>testi, l’articolo esplora le loro implicazioni metodologiche per la ricostruzione del paesaggio<br>iscritto. Confrontando le situazioni che hanno portato alla loro pubblicazione, l’articolo<br>esamina se l’interesse per la documentazione dei luoghi sacri sia stata l’unica motivazione<br>e se siano seguite iniziative di restauro. La riflessione presentata può migliorare la nostra<br>comprensione dello sviluppo del paesaggio epigrafico in generale e quello ateniese in particolare.<br>L’assenza di attenzione per le iscrizioni più antiche viene infatti qui presentato<br>come un fattore significativo nella formazione del paesaggio epigrafico, mettendo in discussione<br>l’opinione prevalente secondo la quale esso sarebbe stato unicamente il risultato<br>di decisioni deliberate dalla polis.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7863 Athens and Rome: Public Inscriptions and Monuments in the Athenian Asty between Sulla and Antony 2023-07-01T08:54:44+02:00 Stefano Tropea stefano.tropea2@unibo.it <p><br>Il presente articolo prende in esame l’attività delle istituzioni ateniesi negli anni compresi<br>tra il coinvolgimento della città negli eventi della prima guerra mitridatica (88-86 a.C.) e<br>le visite di Antonio del periodo 42-38 a.C. La trattazione si concentra soprattutto sui cambiamenti<br>incorsi nelle forme di espressione della tradizionale vitalità politica di Atene. Lo<br>studio dell’accresciuta attenzione per il conferimento di onori pubblici – in particolare per<br>gli onori concessi a individui romani – fornisce l’occasione per capire come in quegli anni<br>fu rinnovato l’aspetto dell’Agora e dell’Acropoli, dove furono eretti nuovi monumenti e<br>furono restaurati edifici in disuso o danneggiati. Le attestazioni relative ai lavori intrapresi<br>nel recinto sacro dell’Asklepieion – sulle pendici meridionali dell’Acropoli – recano informazioni<br>utili per comprendere l’impegno profuso da privati cittadini e sacerdoti nel<br>riattivare le attività sacre nel sito decenni prima dei più ampi rimaneggiamenti di età augustea.<br>Altri testi relativi a costituzioni politiche e regolamenti giudiziari saranno discussi<br>nel tentativo di vagliare la possibilità che in quegli anni ad Atene esistessero nuovi distretti<br>giudiziari.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7864 Epigraphical space and imperial power in Athens. Altars and statue bases for Augustus and the imperial family 2023-07-01T08:54:43+02:00 Valentina Vari valentina.vari@uniroma1.it <p>In questo articolo si analizzano i modi in cui gli spazi pubblici di Atene vengono utilizzati<br>per esprimere il potere imperiale. L’obiettivo è quello di fornire un quadro completo e<br>aggiornato della documentazione, finora priva di organicità, al fine di ricostruire una tendenza<br>generale del fenomeno e i significati politici del programma augusteo ad Atene.<br>Concentrarsi sugli altari e sulle basi delle statue, spesso confuse tra i reperti archeologici<br>ateniesi, è sicuramente il miglior punto di partenza per capire in che senso si possa parlare<br>di ‘culto imperiale’ ad Atene. Gli altari e le basi delle statue comunicano, per loro natura,<br>con l’osservatore che si muove ogni giorno in uno ‘spazio allusivo’. Le iscrizioni poste sui<br>supporti forniscono un ulteriore elemento in questo processo comunicativo. Il luogo preferito<br>per erigere le basi delle statue era, non a caso, l’Acropoli (ma dovremmo aggiungere<br>anche la base della statua equestre di Lucio Cesare sopra l’ingresso del Portale Ovest<br>dell’Agorà Romana e la dedica a Tiberio del pilastro di fronte alla Stoa di Attalo), mentre<br>gli altari imperiali sembrano essere distribuiti in modo meno selettivo, essendo stati principalmente<br>ritrovati nell’area dell’Odeion, dell’Eleusinion e attorno all’Agorà Romana.<br>Anche se, nella maggior parte dei casi, essi non si trovavano in situ, è comunque possibile<br>identificare aree particolari in cui la ‘presenza imperiale’ era predominante. Questo studio<br>intende dare un contributo utile alla comprensione del paesaggio urbano ateniese al tempo<br>di Augusto, il quale certamente attuò una ben pianificata politica dinastica finalizzata a<br>trasformare lo spazio pubblico in un significativo palcoscenico su cui esibire e promuovere<br>la nuova autorità di Roma.</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7865 Narrating epigraphy in the sites of the ancient city: a digital project for the epigraphic landscape of Athens 2023-07-01T08:54:41+02:00 Pietro Fratini pietro.fratini@unito.it <p>Il presente contributo ha lo scopo di presentare il progetto di dottorato in corso presso<br>l’Università di Torino, che ha come obiettivo quello di offrire uno studio di best practices<br>per la divulgazione dell’epigrafia greca in contesto, assumendo come casi di studio selezionati<br>gruppi di iscrizioni pubbliche ateniesi. Nella prima parte, viene data nota dello stato<br>dell’arte nella divulgazione dell’epigrafia, ponendo alcune considerazioni problematiche<br>alla base di tale riflessione. Nella seconda parte viene presentata una proposta esemplificativa<br>di metodologia di divulgazione applicata a uno dei casi di studio adottati nel progetto,<br>vale a dire il decreto in onore del poeta comico Filippide di Cefale (IG II3 1 877).</p> 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7867 Historikà XII (2022) 2023-07-01T08:54:39+02:00 Gianluca Cuniberti gianluca.cuniberti@unito.it 2023-06-30T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2023 HISTORIKA Studi di storia greca e romana