https://ojs.unito.it/index.php/historika/issue/feed HISTORIKA Studi di storia greca e romana 2024-05-19T10:05:15+02:00 Gianluca Cuniberti gianluca.cuniberti@unito.it Open Journal Systems <p>International Open Access Journal of Greek and Roman History published by</p> <p>UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO - DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI</p> <p>ISSN&nbsp;2240-774X</p> <p>e-ISSN&nbsp;2039-4985</p> https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10328 Historikà XIII (2023) - Indice 2024-05-19T10:05:12+02:00 Maria G. Castello sherlycast@gmail.com 2024-05-15T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10321 Νέας παρείχοντο. Modelli ed esperienze storiche alle origini della visione greca sulla struttura delle flotte achemenidi 2024-05-19T10:05:15+02:00 Vittorio Cisnetti vittorio.cisnetti2@unibo.it <p>Questo contributo indaga la rappresentazione greca dei meccanismi di allestimento e di<br>funzionamento delle flotte achemenidi. In Erodoto e in larga parte della tradizione successiva,<br>e così per conseguenza nella comune vulgata, sono infatti le genti della costa mediterranea<br>soggetta ai Persiani a fornire al Gran Re non soltanto gli equipaggi e la loro esperienza<br>nella pratica del mare, bensì anche le imbarcazioni da guerra stesse (gli scafi).<br>Quello che sembra emergere da queste fonti è, allora, un quadro per cui il controllo del<br>Gran Re sulle unità navali delle flotte persiane (perlomeno a partire dai grandi exploits di<br>inizio V secolo a.C.) si sarebbe essenzialmente limitato al loro utilizzo in periodo di conflitto.<br>Secondo questa posizione, vale a dire, i sovrani achemenidi non avrebbero gestito<br>direttamente la produzione delle navi da guerra, né ne avrebbero detenuto la ‘proprietà’ in<br>maniera continuativa, a vantaggio dei sudditi della costa mediterranea. Riassunta nella ricorrente<br>espressione παρέχειν τὰς νέας («fornire le navi»), questa visione viene nel presente<br>saggio sottoposta ad un (ri)esame, con l’obiettivo di rintracciare i presupposti che, in<br>termini di esperienze storiche vissute o recepite dai Greci durante il V secolo a.C., condussero<br>questi ultimi ad elaborarla, e che furono alla base della sua diffusione nei periodi<br>successivi.</p> 2024-05-14T18:55:43+02:00 Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10322 Formione, stratego nautikotatos 2024-05-19T10:05:09+02:00 Elisabetta Bianco elisabetta.bianco@unito.it <p>Lo stratego ateniese Formione è generalmente noto solo per le vittorie navali nell’area di Naupatto nei primi anni della guerra del Peloponneso; eppure dall’analisi delle fonti dobbiamo ritenere che fu molto apprezzato dagli antichi e che le sue doti personali, unitamente alla sua abilità di comandante militare e navale che garantì risultati importanti ad Atene negli anni Quaranta e Trenta del V secolo, furono celebrate e riconosciute a livello di quelle di altri grandi strateghi del suo tempo. In questo lavoro si intende dunque provare a ricostruire gli eventi cui prese parte e valutare il suo ruolo all’interno del panorama politico ateniese.</p> 2024-05-15T07:56:26+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10323 Tucidide, Pericle e l’oracolo sulla peste, fra Omero ed Esiodo 2024-05-19T10:05:06+02:00 Alessandra Coppola alessandra.coppola@unipd.it <p>Nel secondo libro delle Storie, Tucidide descrive il clima di incertezza e sospetto che<br>era sorto nella città all’inizio della Guerra del Peloponneso, a seguito della diffusione<br>dell’epidemia di peste. In particolare, circolava un oracolo riguardante λιμός (fame)<br>o λοιμός (peste). Questo lavoro esplora la possibilità che Omero e Esiodo siano stati<br>le fonti per la creazione di questo oracolo, suggerendo critiche verso Pericle e la<br>guerra.&nbsp;</p> 2024-05-15T16:03:31+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10325 Il mondo della lirica arcaica e tardo-arcaica nella Geografia di Strabone e le citazioni poetiche come fonte di autorità 2024-05-19T10:05:04+02:00 Mariachiara Angelucci mariachiara.angelucci@unipv.it <p>La Geografia di Strabone è un’opera monumentale che rivela l’uso di molteplici fonti, tra<br>cui i lirici di età arcaica e tardo-arcaica. Il presente articolo intende prendere in considerazione<br>l’atteggiamento di Strabone nei confronti di questi poeti ed esaminare di che natura<br>siano le loro citazioni, mettendo in luce l’influenza della scuola di Alessandria, quali siano<br>gli autori ricordati e a che proposito egli scelga di menzionarli. L’analisi di alcuni passi significativi<br>fa emergere che tali richiami sono inseriti nella Geografia in quanto testimonianze<br>autorevoli volte a supportare le informazioni fornite e sono riconducibili a precise<br>aree tematiche. Un nucleo importante di riferimenti ai lirici si riscontra nella discussione<br>sulla geografia omerica e riguarda il tema della difesa di Omero. Numerosi sono altresì i<br>poeti e i versi che si individuano quando vengono descritte le origini di città e di monumenti.<br>Influenzato dalla filosofia stoica, il geografo si inserisce in tal modo nel dibattito antico<br>sul valore della poesia e contesta l’opinione di chi la considerava una fonte di secondaria<br>importanza finalizzata unicamente a procurare diletto.</p> 2024-05-15T16:11:19+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10326 Seminario Avanzato di Epigrafia Greca (SAEG VIII). Introduzione 2024-05-19T10:05:02+02:00 Enrica Culasso Gastaldi enrica.culasso@unito.it Massimo Nafissi massimo.nafissi@unipg.it Emilio Rosamilia emilio.rosamilia@unipg.it <p>Introduzione SAEG</p> 2024-05-15T17:05:54+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7821 Il trattato tra Lacedemoni ed Etoli (Osborne-Rhodes, GHI 128): una nuova proposta di integrazione 2024-05-19T10:05:01+02:00 Claudio Goracci claudio.goracci@studenti.unipg.it <p>Oggetto di questo contributo è un celebre trattato, presumibilmente della seconda metà del V secolo, stipulato dai Lacedemoni con una controparte che figura prima con il nome di <em>Aitoloi</em>, poi con quello di&nbsp;<em>Erxadieis</em>e<em>&nbsp;(</em>Osborne - Rhodes, <em>GHI</em> 128)<em>.</em> Benché si tratti di un documento ampiamente discusso, rimangono ancora numerosi punti oscuri, quali la definizione del rapporto tra <em>Aitoloi</em> ed <em>Erxadieis, </em>la collocazione geografica dei gruppi umani indicati con questi due etnonimi e la contestualizzazione storica del documento. Alcuni di questi aspetti potevano forse essere chiariti nella sezione iniziale del trattato, giuntaci fortemente mutila.&nbsp; Il contributo tenta così di fare chiarezza sulle principali ambiguità interpretative del documento, attraverso una nuova proposta ricostruttiva delle prime linee di testo.</p> 2024-05-15T17:52:41+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7464 Defixio inedita di epoca ellenistica da Messana 2024-05-19T10:05:00+02:00 Emiliano Arena emaren@tiscali.it <p>Si presenta qui l’<em>editio princeps</em> di una <em>defixio</em> inedita dalla necropoli meridionale di Messana, rinvenuta in un contesto archeologico non disturbato. La laminetta plumbea si trovava ripiegata e inchiodata sotto il piede sinistro del defunto della tomba nr. 410, databile intorno alla metà del III sec. a.C. Il documento registra una lista di nove antroponimi greci, in gran parte di uso comune in Sicilia in epoca ellenistica, almeno due dei quali avevano funzione di patronimici. Tale dato lascia presumibilmente classificare il documento con una <em>defixio</em> giudiziaria, una tipologia comune dalla metà del V sec. a.C., mentre il testo è più conservativo rispetto a quelli, più articolati, noti in Sicilia nello stesso periodo. La giacitura della laminetta mostra che essa fu deposta contestualmente al seppellimento del defunto e la possibile identificazione del <em>defingens</em> con un familiare del defunto, forse scelto per il suo malvagio incarico, perché ritenuto un “restless dead”. Il documento testimonia ora una vicenda interna alla componente ellenica di Messana, sinora rimasta silente nella documentazione epigrafica durante l’<em>akme</em> della dominazione mamertina, mostra la vitalità della grecità cittadina intorno alla metà del III sec. a.C. e arricchisce l’esigua prosopografia greca di Messana in epoca ellenistica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>This paper offers the <em>editio princeps</em> of one late hellenistic <em>defixio</em> from the Southern necropolis of Messana, which was rescued in an undisturbed archaeological context. The lead sheet was folded and nailed under the left foot of the deceased of tomb no. 410, datable around the middle of the III sec. B. C. The document records a list of nine Greek anthroponyms, largely of common use in Sicily in the Hellenistic era, at least two of which were patronymics. This presumably classify the document with a judicial <em>defixio</em>, a typology common in the V sec. B.C., whereas the text is more conservative than those, more articulated, known in Sicily in the same period. The deposition of the sheet shows that it was laid at the same time as the burial of the deceased and the possible identification of the <em>defingens</em> with a family member of the deceased, which was perhaps chosen for his evil office, because it was considered a “restless dead”. The document now testifies to a story internal to the Hellenic component of Messana, so far remained silent in the epigraphic documentation during the <em>akme</em> of the Mamertine domination, shows the vitality of the city greekness around the middle of the III cent. B.C. and enriches the small Greek prosopography of Messana in the Hellenistic era.</p> <p>&nbsp;</p> 2024-05-15T17:58:52+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7517 Un’inedita dedica apollinea dall’area confinaria reggino-locrese 2024-05-19T10:04:59+02:00 Giuseppe Cordiano cordiano@unisi.it <p>L'antica area confinaria reggino-locrese lungo il versante ionico dell'Aspromonte ha restituito parte di un votivo apollineo iscritto prodotto a Rhegion agli inizi del V sec. a.C. e dedicato forse proprio all'interno della fascia strappata allora temporaneamente dai Greci della città italiota dello Stretto di Messina ai Locresi Epizefirii tra i fiumi Halex e Kaikinos.&nbsp;</p> 2024-05-15T18:06:34+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7844 Xystarchai ed eisagogeis ai Sebasta di Neapolis 2024-05-19T10:04:58+02:00 Rita Cioffi rita.cioffi96@gmail.com Diva Di Nanni diva.dinanni@gmail.com <p>Il primo problema da affrontare nella fondazione di un agone dell’importanza dei <em>Sebastà</em>, erano ovviamente le finanze. In una città greca un gran numero delle spese pubbliche, che in uno stato moderno sono ricavate dalle entrate delle tasse, erano di pertinenza molto più diretta dell’istituzione chiamata “liturgia”. Le responsabilità finanziarie per determinati incarichi erano imposte a turno su cittadini ricchi, con provvedimenti per assicurarsi che nessuno potesse esimersene.</p> <p>Accanto a figure di primo piano come l’agonoteta, cioè “presidente” o “organizzatore” dei giochi pubblici e il ginnasiarco, il direttore preposto al ginnasio, che aveva il compito di sorvegliare, per incarico della città, la gioventù che lì si esercitava, esistevano poi tutta una serie di figure “secondarie”, ma più strettamente legate agli aspetti tecnici dell’agone.</p> <p>Lo <em>xystarches, </em>era il capo di un’associazione corporativa di atleti che usavano il ginnasio ed i suoi terreni, ed era nominato direttamente dall’imperatore per rappresentare l’associazione nelle occasioni ufficiali. Tale associazione durante l’età imperiale con molta probabilità ebbe la sua sede centrale a Roma, mentre le numerose altre compagnie furono solamente sezioni locali o regionali della confederazione principale. Si sceglievano come capi dello <em>xystòs</em> degli ex-atleti, di preferenza atleti pesanti, soprattutto pancraziasti, ma anche lottatori, pugili, ed ugualmente corridori; si sceglievano naturalmente i campioni più celebri, gli <em>hieronikai</em>, i <em>periodonikai</em>, i <em>pleistonikai</em>, quei veterani che si consideravano degni di presiedere il concorso nel caso in cui non vi prendevano parte. Supervisori di uno o più agoni che si svolgevano in una città o in una regione o in una provincia, gli xystarchi potevano esercitare questa funzione in una festa speciale, ma a partire dal II secolo, le loro mansioni potevano anche estendersi a tutte le feste della città. La maggior parte delle volte, la xystarchia appare piuttosto soltanto come una dignità onorifica. Ai Sebastà lo <em>xystarches</em> figura in compagnia dei mastigofori e degli agonoteti e offre un sacrificio a spese della città.</p> <p>La parola εἰσαγωγεῖς, invece, indicava i membri di un collegio particolare di magistrati designati a sorte. Le loro funzioni non sono di facile interpretazione, ma hanno un sicuro legame con l’ambiente agonistico. Il termine viene tradotto come “introduttore” all’interno di un concorso sportivo, una carica sicuramente inferiore a quelle dell’agonoteta. Tutte le testimonianze in nostro possesso, compresa quella dei nuovi cataloghi di piazza Nicola Amore, appartengono all’epoca imperiale, e sembra di poter affermare che la carica continua ad esistere fino al V secolo d.C.</p> 2024-05-15T18:14:42+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7870 Origo e attività commerciali degli Italici di Delo. Ricerche prosopografiche 2024-05-19T10:04:57+02:00 Marcello Gelone marcello.gelone@gmail.com <p style="margin: 0cm; text-align: justify; line-height: 150%;">Nelle iscrizioni di Delo sono registrati numerosi personaggi originari dell’Italia, prevalentemente <em>negotiatores</em> che parteciparono agli intensi commerci che si tenevano sull’isola, specialmente dopo l’istituzione del porto franco da parte del Senato di Roma (167 a.C.). Tali personaggi sono stati oggetto di numerosi studi a partire dalla fine del XIX secolo, ma, a fronte di numerosi aspetti relativi alla loro comunità che sono stati approfonditi, quello della loro origine geografica è stato trascurato o indagato approssimativamente. Si è scelto dunque di intraprendere un’indagine sull’<em>origo</em> degli Italici di Delo attraverso l’applicazione del metodo prosopografico e il confronto con le coeve occorrenze italiane dei gentilizi attestati sull’isola. Il contributo mostra i principi metodologici con cui è stata portata avanti la ricerca e ne sintetizza i risultati: ad oggi sono stati analizzati 30 dei 184 nomina registrati a Delo. Della maggior parte delle trenta famiglie ad essi relative è stato possibile determinare le città o le regioni di provenienza; contestualmente, la ricerca ha permesso di individuare le attività commerciali e produttive in cui tali <em>gentes</em> erano impegnate e di cui dovevano verosimilmente occuparsi anche a Delo, la cui epigrafia è quasi del tutto priva di riferimenti alle professioni svolte dai mercanti che frequentavano l’isola. Parallelamente alla ricerca prosopografica è stata effettuata la rilettura autoptica delle iscrizioni riguardanti i personaggi oggetto dello studio: ad oggi sono state rilette 125 epigrafi su un totale di 278 iscrizioni in cui sono citati Italici con gentilizio.</p> 2024-05-15T18:19:02+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10327 Alcune considerazioni sui formulari di acquisto delle tombe nelle iscrizioni greche di Catania 2024-05-19T10:04:56+02:00 Marta Fogagnolo marta.fogagnolo2@unibo.it <p>Il contributo si propone di analizzare una tipologia epigrafica abbastanza frequente nella<br>Catania di epoca imperiale e cristiana, quella delle iscrizioni funerarie con formulario di<br>acquisto delle tombe. Dopo avere discusso il vocabolario relativo al monumento funebre<br>e all’atto dell’acquisto presente nelle iscrizioni greche catanesi (con confronti anche con<br>altre realtà epigrafiche), si identificano tre diverse tipologie di iscrizioni: la prima presenta<br>il sostantivo relativo all’atto di acquisto, la seconda il verbo e altre informazioni relative<br>all’acquirente e al defunto, la terza fa riferimento alle donazioni. Per ciascuna di queste<br>tipologie vengono portati degli esempi, nel tentativo di offrire nuove interpretazioni e<br>nuove letture e con lo scopo di delineare un quadro più preciso sulla vita delle prime comunità<br>cristiane di Sicilia e sulla loro esigenza di registrare su pietra l’atto di compravendita<br>e il legittimo possesso dell’area di sepoltura.</p> 2024-05-15T18:26:03+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7872 L'etnonimo Italiotes tra identità regionale e identità politica 2024-05-19T10:04:55+02:00 Francesco Reali francesco.reali4@unibo.it <p>L'articolo riflette sull'ipotesi di riconoscere un significato politico all'uso dell'etnonimo Italiotes nella documentazione epigrafica, e se l'etnonimo potesse quindi esprimere un senso di appartenenza alla lega italiota. Considerando anche le fonti letterarie e la storia politica italiota, viene posto a confronto l'uso dell'etnonimo regionale e degli etnonimi cittadini in altre regioni connotate da esperienze federali in cui si sviluppò un'identità politica più netta. Tenendo conto anche della prevalenza dell'etnonimo cittadino per identificare gli Italioti al di fuori della penisola italica, si conclude che non vi sono ragioni cogenti per pensare che l'etnonimo Italiotes esprimesse un'identità politica piuttosto che una provenienza geografica, specialmente nelle poche attestazioni epigrafiche.</p> 2024-05-15T18:30:33+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7938 La voce del padrone. 2024-05-19T10:04:48+02:00 Luisa Andriollo luisa.andriollo@unipi.it <p>Il presente lavoro intende tracciare continuità e mutamenti nelle pratiche di registrazione documentaria dell'azione e della parola pubblica imperiale dall'età di Augusto al VI secolo d.C. L'autore affronta preliminarmente alcune questioni metodologiche relative alla definizione del genere documentario in esame e delinea i criteri seguiti per la selezione di un corpus di fonti, di cui viene fornito un catalogo in appendice. Sulla base di questo materiale vengono ricostruite le dinamiche di circolazione e trasmissione dei documenti in esame, nelle loro evoluzioni diacroniche. Infine, viene proposta un'interpretazione della funzione di questi documenti, con particolare attenzione al loro significato storico-culturale in quanto testimonianze delle modalità di interazione e comunicazione pubblica fra il sovrano e i sudditi dell'impero.</p> 2024-05-18T16:56:20+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/9936 Cassio, 'Antioco' e il dopo-Carre in Siria. (Oros. VI 13,5) 2024-05-19T10:04:53+02:00 Corrado Gagliardi corradogagliardi@hotmail.it <p>L’articolo mira a valutare alcune ipotesi in merito alla contestualizzazione dell’azione di un ignoto personaggio di nome Antioco, menzionato da Orosio nella sua versione dello scenario politico-militare successivo alla battaglia di Carre (VI 13,5). Un’analisi linguistica e storiografica del brano induce a escludere che il riferimento sia ad Antioco I di Commagene, così come che si tratti di una totale invenzione o di un errore dell’autore. L’informazione è probabilmente tratta dalla tradizione liviana, e questo ‘Antioco’ potrebbe essere stato o un comandante a capo dell’esercito di Parti che invase la Siria nel 52 oppure, più probabilmente, un tiranno locale che tentò di approfittare dei disordini successivi alla battaglia di Carre e di fomentare una rivolta anti-romana in Siria, repressa dal proquestore C. Cassio Longino.</p> 2024-05-17T18:07:16+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/9305 Institutio priuata or τέχνη βασιλική 2024-05-19T10:04:52+02:00 Domitilla d'Onofrio domitilla.donofrio@unito.it <p>L'articolo analizza il motivo letterario dell'esperienza della condizione di privato cittadino come forma di educazione del <em>princeps</em>, messo in relazione con la riflessione sulla successione al soglio imperiale. Lo sviluppo, durante la prima età imperiale, dell'ideale dell'elezione del migliore, contrapposto a una successione di tipo dinastico, includeva una riflessione su quali fossero le qualità necessarie per un buon sovrano e quali esperienze permettessero di acquisirle. Nel corso del quarto secolo, con l'affermazione del principio dinastico, la modalità di successione non è più messa in discussione, ma l'educazione dell'imperatore, che sia <em>institutio privata&nbsp;</em> o τέχνη βασιλική, diventa un tema fondamentale della lode al sovrano, nel contesto del βασιλικòς λόγος. All'interno di tale genere letterario, l'idea di un'educazione privata dell'imperatore si svuota del suo originario significato politico, per trasformarsi in uno dei possibili strumenti di lode nell'arsenale del panegirista. In questo rinnovato contesto culturale, <em>institutio privata&nbsp;</em> e τέχνη βασιλική possono trovarsi fianco a fianco, senza generare contraddizioni.</p> 2024-05-17T18:13:43+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/7485 Theodor Mommsen e le Dalmaticae incertae: la collezione epigrafica di Daniele Vitturi Lippomano 2024-05-19T10:04:51+02:00 Sabrina Pesce sabrina.pesce@unive.it <p>Lo studio si propone di analizzare la <em>pars</em> del <em>Corpus inscriptionum Latinarum</em> dedicata alle <em>Dalmaticae incertae</em>, ovverosia le iscrizioni ricondotte da Theodor Mommsen al territorio dalmatico, seppur in assenza di informazioni certe circa la loro origine. In particolare, alla luce del caso-studio rappresentato dalle <em>Dalmaticae</em>, si indagano i criteri che guidarono lo studioso a una tale scelta, inquadrandoli nel più vasto panorama della metodologia che sostanziò il progetto e l’esecuzione del <em>Corpus</em>. Inoltre, sottolineando a qual punto la problematica dell’attribuzione territoriale delle iscrizioni abbia condizionato il piano scientifico ed editoriale del <em>CIL</em>, si ripercorrono i passaggi dell’analisi autoptica mommseniana, evidenziando come anche elementi di carattere monumentale e formale abbiano contribuito alle valutazioni scientifiche dell’ideatore del<em> Corpus</em>. A tal fine, è presa in considerazione la collezione epigrafica cinquecentesca di Daniele Vitturi Lippomano, la storia della quale risulta ancora prevalentemente oscura.</p> 2024-05-17T18:17:16+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10339 Introduzione 2024-05-19T10:04:50+02:00 Andrea Pellizzari andrea.pellizzari@unito.it <p>Introduzione alla sezione tematica</p> 2024-05-17T18:21:23+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10340 Nobilitas e merita nell’epistolario di Simmaco e nell’ideologia senatoria tardoantica 2024-05-19T10:04:49+02:00 Valerio Neri valeriolieto.neri@unibo.it <p>Il lavoro mette a confronto nell’epistolario di Simmaco e nelle iscrizioni romane tardoantiche<br>dedicate a senatori romani il contenuto ed il rapporto reciproco tra due componenti<br>essenziali dell’identità aristocratica di questi senatori, la nobilitas ed i merita. La nobilitas,<br>il richiamo cioè alla storia ed alle tradizioni della famiglia di origine, può limitarsi ad<br>un richiamo generico o estendersi in un elogio di varia ampiezza, in qualche caso anche<br>con la citazione degli antenati illustri. I merita, l’apporto personale a questa storia, consistono<br>spesso nel solo cursus honorum, sottintendendo le qualità con le quali le cariche<br>erano state esercitate; talora queste virtù sono richiamate esplicitamente e si compongono<br>in piccoli encomi. Nel caso di iscrizioni onorarie dedicate da città o da provincie il<br>quadro viene talora ulteriormente arricchito aggiungendo il richiamo, sintetico o relativamente<br>ampio, ai meriti specifici acquisiti nell’amministrazione o nel patronato della<br>comunità dedicante. Il giudice dei merita e degli onori resi ai personaggi l’imperatore<br>stesso o il senato, con l’imperatore che approva il giudizio del senato.</p> 2024-05-17T18:33:16+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10341 Occhi petulanti e petulantia. Codici espressivi, differenze sociali, (pre)giudizi sessuali e abbinamenti concettuali a partire dagli epistolari cristiani 2024-05-19T10:04:48+02:00 Beatrice Girotti beatrice.girotti3@unibo.it <p>Le epistole cristiane sono state oggetto di numerosi studi storici, filologici, retorici e letterari. L’analisi qui presentata intende individuare l'incidenza dell'intenzione co-municativa e il valore della ripetitività di alcuni termini e concetti rari, fino ad oggi parzialmente trascurati dalla critica. In particolare ci soffermeremo sul nesso oculus petulans presente nell'epistolario di Gerolamo: attraverso letture e confronti anche con espressioni simili e confortati da alcune interpretazioni proposte riguardo alla petulantia cristiana, verranno messi in luce temi ricorrenti sulla sessualità, sulla reli-giosità e sull’elemento femminile nell'Epistolografia dei Padri (ma non solo), che confermano il forte valore unitario del messaggio cristiano e il valore strategico del mezzo epistolare.</p> 2024-05-17T18:45:57+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10342 L’élite mediterranea. I profughi di Cartagine nell’epistolario di Teodoreto 2024-05-19T10:04:54+02:00 Tommaso Gnoli tommaso.gnoli@unibo.it <p>La presa di Cartagine da parte dei Vandali nel 439 ha causato la fuga di una moltitudine<br>di profughi che furono costretti a fuggire verso varie destinazioni nell’Impero Romano.<br>Tra le epistole di Teodoreto (393-458), 13 sono lettere commendaticiae scritte per cercare<br>supporto per questi rifugiati. Tre lettere riguardano vescovi africani transfughi, mentre<br>nove si riferiscono a curiali, e una alla figlia di un curiale, il quale ultimo si era rifugiato<br>in Occidente. Il contenuto delle lettere trascura la dinamica degli eventi, ai quali ci si riferisce<br>sempre in modo molto generico, ma è particolarmente utile per delineare la mentalità<br>di Teodoreto e dei suoi interlocutori. Quel che era cruciale per guadagnarsi<br>l’attenzione e l’appoggio finanziario necessario per sovvenire alle esigenze dei profughi<br>era la classe sociale dei rifugiati, tutti membri della stessa élite mediterranea alla quale<br>appartenevano Teodoreto e i destinatari delle epistole.</p> 2024-05-17T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana https://ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/10343 Historikà XIII (2023) 2024-05-19T10:04:47+02:00 Gianluca Cuniberti gianluca.cuniberti@unito.it 2024-05-18T17:09:26+02:00 Copyright (c) 2024 HISTORIKA Studi di storia greca e romana