Rex et hostis sed Christianus. Intorno ad alcuni aspetti della “politica religiosa” di Alarico
DOI:
https://doi.org/10.13135/2039-4985/7823Abstract
Il presente contributo intende porre sotto riesame la “politica religiosa” di Alarico, limitatamente al periodo compreso tra il 408 e il 410, ripercorrendo i rapporti diplomatici instauratisi tra i goti e la corte dell’imperatore Onorio, la breve usurpazione di Attalo e il saccheggio di Roma dell’agosto del 410. Gli elementi che emergono dall’analisi qui condotta inducono a ritenere che si debba ridimensionare, almeno in parte, l’impatto dall’appartenenza religiosa anti-omousiana di Alarico e della dirigenza della compagine alariciana nel complesso delle vicende politiche “interne” ed “esterne” ai goti nel biennio preso in considerazione. In particolare, si sottolinea come l’adesione al cristianesimo “non niceno”, pur avente un certo ruolo nell’insieme delle decisioni prese dal generale goto prima e durante il saccheggio dell’Urbe, non debba essere interpretato come strumento volto a contrapporsi alla posizione “nicena” espressa dal consesso palatino di Ravenna.
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