“Usi” e “riusi” della donna nell’Atene del IV sec. a.C. a fini successori e patrimoniali: i casi eccezionali di Alkè e Neera

Autori

  • Pietro Cobetto Ghiggia Università degli Studi del Molise

DOI:

https://doi.org/10.13135/2039-4985/186

Abstract

Attraverso l’analisi dell’istituto del matrimonio e in particolare della dote, requisito preferenziale per confermare la legittimità dei natali della donna e conseguentemente la legalità del matrimonio, si evidenzia che nell’Atene del V secolo vi era particolare attenzione a tutela della legittimità dei natali della prole. Tale tendenza prosegue anche nel IV secolo, ma nella società ateniese si registra una crisi delle istituzioni preposte a questo compito: viva testimonianza in questo senso, è fornita dall’oratoria giudiziaria, in particolare con i casi di Alkè (Isae., VI) e Neera (Demosth., LIX), donne straniere, cortigiane, disposte a sfidare i rigori della legislazione ateniese in materia di purezza di natali pur di vedere riconosciuti come legittimi i propri figli.

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Pubblicato

2012-11-05

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