Adorno, Beckett e la parodia della filosofia

Autori

DOI:

https://doi.org/10.13135/2704-8195/6268

Parole chiave:

aesthetics, philosophy of music, dramaturgy, philosophical pessimism, modern theatre

Abstract

Adorno riporta sussidiariamente Samuel Beckett a una sorta di filosofia della musica moderna o di moderna musica filosofica. Su tale linea, Adorno fissa analogie tra Kafka, Beckett e Schönberg, venendo a negare una funzione dell’arte come sedatrice dell’ansia e in parallelo sostenendo un’arte ch’è, sopra ogni cosa, derisione dell’autenticità cara all’esistenzialismo. Il saggio si sofferma quindi sui rapporti tra le teorie adorniane e Kierkegaard, ma segnatamente Schopenhauer, dal quale il filosofo della Scuola di Francoforte sembra trarre una concezione ascetica dell’arte, distante e antitetica nei confronti di un’infernale voluntas sociale.

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Biografia autore

Franco Perrelli, Università di Bari "Aldo Moro"

Franco Perrelli è ordinario di Discipline dello Spettacolo presso il DISUM dell’Università di Bari “Aldo Moro”. Nel 2009, ha vinto il Premio Pirandello per la saggistica con il libro I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowski, Barba e Brook (2007) e lo Strindbergspris della Strindbergssällskap di Stoccolma, nel 2014. Recentemente, ha pubblicato in Gran Bretagna On Ibsen and Strindberg. The Reversed Telescope (2019).

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Pubblicato

2021-12-21

Come citare

Perrelli, F. (2021). Adorno, Beckett e la parodia della filosofia. Filosofia, (66), 15–23. https://doi.org/10.13135/2704-8195/6268

Fascicolo

Sezione

Saggi