Accumulazione del risparmio e insicurezza socio-economica
DOI:
https://doi.org/10.13135/2704-8195/3914Abstract
L’insicurezza socio-economica ha una dimensione soggettiva che mette capo a stati d’animo – delusione, frustrazione, preoccupazione, angoscia – variamente riconducibili o collegati a quella emozione primaria cui diamo il nome di paura. Tale dimensione soggettiva deriva da una condizione oggettiva che è possibile rilevare.
Nelle pagine qui riprodotte si analizzano una serie di indicatori oggettivi atti a misurare l’insicurezza socio-economica. Occupandosene, Luciano Gallino, qui come altrove, ha inteso svelare l’esistenza di una teoria e prassi dell’insicurezza, che letteralmente deruba un numero crescente di persone della libertà di costruire “progetti di vita ragionevoli e autodeterminati”. Sotto l’impulso delle politiche liberiste degli ultimi decenni, egli osserva, è il sistema economico contemporaneo ad essersi incaricato di produrre sistematicamente insicurezza.
Gran parte della riflessione di Luciano Gallino degli anni più recenti è stata volta a ricostruire le condizioni politiche, economiche e culturali in cui tale progetto è maturato. Nella sua analisi – che connette globalizzazione, disuguaglianze globali, finanzcapitalismo, crisi economica e crisi del capitalismo – trovano spazio considerazioni sull’incertezza introdotta nella vita quotidiana per mano di un capitalismo a breve termine, il quale minaccia di corrodere quei tratti del carattere che legano gli esseri umani tra di loro e li dotano di una personalità sostenibile. Ad esserne influenzate, sottolinea Gallino, sono le vite emotive delle persone, la loro possibilità di mantenere obiettivi a lungo termine e di conservare rapporti sociali durevoli. L’attenzione ai costi umani (cui si è talvolta riferito anche con il termine sofferenze) oltre che sociali generati dai modi dell’organizzazione politica, economica e culturale delle società costituisce un tratto distintivo del lavoro scientifico di Luciano Gallino.
Liquidare alcune delle paure generate dalle condizioni di oggettiva insicurezza economica e sociale in cui sono state gettate decine di milioni di persone persino nei paesi più sviluppati derubricandole a espressione di mera irrazionalità e ignoranza, e comunque trasferirne ai singoli individui la responsabilità, è parte della prassi dell’insicurezza sopra descritta. Farlo può aiutare a celare la portata di alcuni processi in corso nel sistema economico; certamente non basterà a modificare le condizioni oggettive da cui esse sono generate.
Paola Borgna
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