Archeologie sperimentali. Temi, metodi, ricerche https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali <p class="western" style="line-height: 150%; page-break-before: always;" align="right">«<em>Insieme all’etnoarcheologia, l’archeologia sperimentale è una disciplina ‘ponte’ fra ciò che si ha nel presente (i contesti viventi e gli esperimenti controllati) e ciò che si aveva nel passato</em>»</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="right">(E. Giannichedda E., 2006, <em>Uomini e cose</em>. <em>Appunti di archeologia</em>, Bari, p. 126)</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="right">&nbsp;</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="justify"><em>Archeologie Sperimentali </em>è una rivista scientifica digitale edita dall'Università di Torino e pubblicata con cadenza annuale. Nasce con l'intento di colmare il vuoto editoriale che caratterizza l'Archeologia Sperimentale italiana che, pur essendo riconosciuta come un valido strumento di conoscenza, non ha un luogo dedicato al dialogo tra l'archeologia, le scienze e la sperimentazione.</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="justify">La rivista si rivolge alla comunità scientifica internazionale per accogliere contributi innovativi ed originali che approfondiscono la conoscenza delle culture antiche attraverso l'utilizzo dei metodi sperimentali. In particolare, l'attenzione è rivolta alle esperienze che operano nel campo dell'Archeologia Sperimentale, dell'Archeologia della Produzione, della Storia delle Tecnologie, dell'Artigianato Storico e dell'Esperienzialità.</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="justify">L'obiettivo è quello di diffondere l'adozione di approcci pratici, sperimentali e multidisciplinari allo studio del dato archeologico, promuovendo la ripresa del dibattito sui significati e sui metodi dell'Archeologia Sperimentale e creando un luogo di incontro tra ricercatori che operano all'interno di questo ambito. <em>Archeologie Sperimentali </em>aderisce alla "Dichiarazione di Berlino" promuovendo la diffusione <em>online</em> gratuita dei dati e favorendo la comunicazione ed il dibattito scientifico; il progetto riconosce al lettore il diritto di accedere liberamente e gratuitamente ai risultati della ricerca scientifica.</p> <p class="western" style="line-height: 150%;" align="justify">Contatto: <strong>redazione@archeologiesperimentali.it</strong></p> it-IT chiara.lebole@unito.it (Chiara Lebole) luca.bartoni@gmail.com (Luca Bartoni) Thu, 11 Apr 2024 17:18:10 +0200 OJS 3.1.2.4 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Sperimentare l'Archeologia: esperienze in dialogo. https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10205 <p>Commento agli Atti della Giornata Internazionale di Studi "<em>Sperimentare l'Archeologia: esperienze in dialogo</em>" tenutasi giovedì 15 dicembre 2022 a Torino.</p> Giorgio Di Gangi, Chiara Lebole Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10205 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100 Archeologia Sperimentale: un approccio sistematico alla disciplina. https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10206 <p>La sempre maggiore attenzione rivolta all’Archeologia Sperimentale richiede ormai un metodo di lavoro condiviso. Per la realizzazione di una ricerca sperimentale, che deve sempre partire da un manufatto archeologico, si sono individuate sei fasi di lavoro: analitica, di studio ed elaborazione, di verifica, conclusiva, di elaborazione della relazione finale e la pubblicazione dei dati. Questo elaborato ha lo scopo di avviare il dibattito riguardo le fasi della ricerca per ottenere un protocollo operativo sempre più definito.</p> Giorgio Gaj Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10206 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100 Sperimentare produzioni e post produzioni: usi, consumi, scarti. https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10211 <p>Il presente contributo affronta la ricostruzione dei cicli produttivi e d’uso enfatizzandone gli aspetti che deviano dalle prassi più comuni. Normalmente, l’archeologia sperimentale, e l’archeologia in genere, mira difatti alla comprensione dei processi prevalenti e regolari, ma parimenti importante è comprendere i casi di deviazione dalla norma o dalla tradizione. Il testo si sofferma sulla questione presentando numerosi casi concreti, riconducibili a regioni, periodi e materiali diversi, allo scopo di evidenziare la ricchezza dell’esperienza umana che si può ricostruire archeologicamente. Lo scopo è dimostrare che lo studio dei materiali e dei manufatti, compreso lo studio archeologico sperimentale, non può privilegiare la norma sulle eccezioni, perché le seconde spesso spiegano la prima e talvolta informano anche d’altro.</p> Enrico Giannichedda Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10211 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100 Alimentazione presso i pastori della Mongolia. La produzione del latte e dei suoi derivati presso i nomadi del territorio di Mogod (Bulgan meridionale) e di Olziit e Jargalant (Arkhangai settentrionale). https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10208 <p>Osservare, documentare e studiare la vita negli accampamenti dei nomadi della Mongolia costituisce un’urgenza giacché ogni anno molte famiglie abbandonano la campagna per trasferirsi nei centri urbani, soprattutto a Ulaanbaatar. L’Associazione Italiana di Etnoarcheologia dal 2002&nbsp; ha promosso la missione “Gli accampamenti dei nomadi – una Prospettiva Etnoarcheologica” con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e da ultimo dell’ISMEO.<br>L’osservazione e il tentativo di comprendere i complessi meccanismi che regolano la vita quotidiana dei pastori e del loro bestiame, offre la rara opportunità di individuare modelli che possono aiutare a ricostruire il nomadismo delle steppe centro-asiatiche nella sua storia antica e recente. Si riportano alcuni dati inerenti la produzione di latte presso alcune famiglie della zona di Mogod (Bulgan) e di Olziit e Jargalant (Arkhangai) che ben mostrano la variabilità dei modelli adottati dalle diverse famiglie anche a pochi chilometri di distanza.</p> Francesca Lugli Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10208 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100 Il potere interrotto delle capitali mobili africane. https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10209 <p>Con l’espressione ‘capitali mobili’ l’autore si riferisce a un fenomeno molto diffuso nei regni precoloniali dell’Africa equatoriale e meridionale: esso consiste nel fatto che alla morte del sovrano la capitale veniva distrutta e successivamente ricostruita in altro luogo. Sviluppando il tema, tipicamente africano, dell’origine straniera del potere regale, l’autore interpreta la mobilità della capitale sulla base della separazione tra potere e società. Soffermandosi in particolare sul tamburo Bagyendanwa del regno del Nkore, simbolo dell’unità del ‘noi’ (della società), l’autore dimostra come il potere regale venisse concepito come un ‘potere interrotto’, ossia come un potere che periodicamente conosce la fine: un modello biologico che può essere contrapposto alla concezione teologica dello Stato moderno.</p> Francesco Remotti Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10209 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100 Overcooked: the importance of experimental archaeology as a part of a method to study food. The case of bread from Välsgarde and Gnista (Uppland, Sweden). https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10210 <p>This article aims to raise a new sensibility towards the macro morphological aspects of food remains recovered in archaeological contexts. Identifying such remains in early excavation phases is crucial. Studying foodstuffs in archaeological contexts allows not only to detect the ingredients selected in the past but also to deepen our understanding of cultural identity and traditions. As study cases, some bread remains were selected. By analysing the bread fragments from Valsgärde and Gnista (Uppsala County, Sweden), preliminary experiments were elaborated, and the results were used as reference material for archaeological bread. Three charring experiments were set outdoors to simulate possible carbonising environments: with oxygen, poor-oxygen, and oxygen-free. Only by familiarising ourselves with the appearance of these fragments would it be possible to do more detailed analyses.</p> Sara Scaglia Copyright (c) https://ojs.unito.it/index.php/archeologiesperimentali/article/view/10210 Sun, 31 Mar 2024 00:00:00 +0100