Sous-conversation and Polyphony in Three

Reading Ann Quin through the lenses of Sarraute and Bakhtin

Autori

  • Daniele Corradi Università di Parma

DOI:

https://doi.org/10.13135/2281-6658/10785

Parole chiave:

Ann Quin, Three, British neo-Modernism, Experimental fiction , Sarraute, Bakhtin, Dostoevsky, Polyphony

Abstract

Partendo da alcune considerazioni preliminari sul futuro del romanzo avanzate da Nathalie Sarraute nel suo saggio "Conversation et sous-conversation", e con l'ausilio delle osservazioni di Bachtin sulla parola polifonica in Dostoevskij, questo articolo si propone di analizzare il particolare approccio alla costruzione del dialogo che la scrittrice neo-Modernista britannica Ann Quin (1933-1973) adotta nel suo secondo romanzo, Three (1966). Influenzata sia dal Sarraute che da Dostoevskij, con Three Quin ha creato un testo nel quale gli atti comunicativi dei personaggi, all'apparenza banali e insignificanti, lasciano trapelare in realtà la presenza di una vasta area di oscurità che spinge sotto la superficie di gesti e parole, modellandoli e lasciando su di loro il proprio segno indelebile. Tramite la lettura di alcuni passaggi chiave del romanzo, affrontati attraverso il filtro delle teorie di Sarraute riguardanti tropismi e sous-conversation, così come attraverso le osservazioni Bachtiniane sulla polifonia in Dostoevskij, la presente analisi mira a verificare eventuali affinità e/o originali divergenze fra l'approcci al dialogo adottato da Sarraute e da Dostoevskij e la personale rielaborazione dei due che Ann Quin effettua nel proprio testo. 

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Pubblicato

2024-12-30